name='description'/> Parle Serie Blog: gennaio 2013

22 gen 2013

Edizione del 23/01/2013 "Copertina"



Attualità



OMNICOMPRENSIVO: SCHIAFFO A PRATOLA


Il 31 dicembre 2012, il consiglio provinciale ha bocciato la proposta di creare un polo  omnicomprensivo a Pratola Peligna, unendo l’istituto comprensivo “G. Tedeschi”, che comprende materna, elementari e medie, all’ I.T.I.S. “L. Da Vinci”.
In seguito a questa bocciatura, nei primi di gennaio, si sono scatenate grosse polemiche ed una vera e propria battaglia di comunicati stampa, i quali  non hanno fatto altro che confondere le idee ai cittadini.
Da una parte il Pd locale ha accusato la maggioranza provinciale di centrodestra( Pdl-Udc) ed in particolare Antonella Di Nino, secondo loro rea di avere scarso peso politico nonostante la carica di vicepresidente; la quale ha risposto di aver inizialmente appoggiato la proposta salvo poi cambiare idea per schierarsi con “la mia maggioranza nell’interesse della scuola e dei ragazzi,invitando a guardare il nostro territorio con una visione di insieme”, forse però troppo tardi.
Dall’altra parte Mastrangioli, capogruppo Pd in consiglio provinciale e promotore dell’emendamento, ha denunciato l’accaduto condannando “la maggioranza di centrodestra che, in maniera bulgara, ha bocciato la proposta dell’omnicomprensivo a Pratola ed ha fatto del puro terrorismo ideologico e strumentale sull’ITIS che nulla avrebbe aggiunto o tolto alla città di Sulmona, avendo essa i numeri per tre poli scolastici invece dei due poli ottenuti”. Dichiarazioni che hanno spinto Gerosolimo, consigliere Udc, a controbattere sostenendo che l’istituzione dell’omnicomprensivo non era percorribile da un punto di vista giuridico e tecnico.
Per provare a fare chiarezza una volta per tutte, ripercorriamo cronologicamente la vicenda.
L’accorpamento scolastico nasce per volontà di Tremonti, con l’intento di  risparmiare 63 milioni di euro. La legge, poi realizzata dal governo Monti, prevede, per il mantenimento dell’autonomia degli istituti scolastici, una popolazione compresa tra i 500 e i 900 alunni e quindi l’accorpamento degli istituti scolastici sotto questa soglia.
Nel luglio 2010 l’ufficio scolastico regionale propone, in base alla normativa nazionale, l’accorpamento dell’ITCG all’ITIS con presidenza a Pratola; la provincia, nel frattempo, delibera l’accorpamento senza specificare a quale istituto assegnare la dirigenza e nel dicembre 2010, la regione fa modificare il parere dell’USR e delibera l’aggregazione dell’ITIS all’ITCG, con presidenza a Sulmona.
A settembre 2011 nasce l’istituto d’istruzione superiore “De Nino” formato da ITIS ed ITCG. A causa delle poche iscrizioni però, nel settembre 2012, il “De Nino” scende sotto la soglia minima di 600 alunni e di conseguenza perde il diritto di avere un dirigente, finendo sotto un reggente, il preside del “fermi” di paolo, che va a dirigere addirittura 3 istituti per un numero complessivo di circa 1300 studenti.
Per scongiurare la perdita definitiva dell’autonomia dell’ITIS, a metà settembre 2012, , il consiglio comunale di Pratola Peligna approva, con voto unanime, un ordine del giorno con cui si propone l’istituzione di un polo unico che accorpi l’ITIS e i suoi 297 studenti, al “G. Tedeschi” e i suoi 650 alunni, il cosiddetto omnicomprensivo. Infatti nessuno assicura che, più avanti, se l’omnicomprensivo non viene approvato( come poi si è verificato) i bienni dell’itis, o addirittura la sede stessa, non siano spostati a Sulmona o che il comprensivo “Tedeschi” venga accorpato a quello di Raiano, che prevarrebbe perché comprendente scuole di paesi montani.
Tuttavia tale proposta non trova d’accordo il collegio docenti della scuola superiore pratolana, deciso a non accorparsi al “G. Tedeschi”, per rimanere insieme all’ITCG.
Infatti, in un documento firmato dalla quasi totalità del personale scolastico, vengono sollevati problemi tecnici che il realizzarsi dell’omnicomprensivo avrebbe comportato “ l’esclusione dell’itis dalla rete didattico-progettuale, l’impoverimento dell’offerta formativa e di conseguenza l’inesorabile declino della popolazione scolastica”. Voci non ufficiali dicono che il pericolo sarebbe stato quello di vedere la richiesta e la quasi sicura approvazione di nuovi indirizzi specialistici (informatica) da parte dell’ITCG, che avrebbe tolto ulteriori studenti all’ITIS.
Ma il comune, pensando che un paese come Pratola di 8000 abitanti, secondo della valle, il quinto dell’intera provincia, con tre scuole( ITIS, sede distaccata dell’IPSA e il comprensivo) non potesse perdere una dirigenza scolastica, decide di proseguire per la propria strada ponendo in primo piano il proprio territorio e la salvaguardia di una delle sue risorse. “La proposta approvata all’unanimità dal nostro consiglio comunale e trasmessa all’amministrazione provinciale per promuovere l’istituzione di un istituto omnicomprensivo non costituisce alcun ostacolo né nocumento alle ipotesi di dimensionamento degli istituti scolastici di Sulmona da dove”, spiega il sindaco Antonio De Crescentiis, “Continuiamo a registrare segnali del tutto contrari all’idea di Città-Territorio che spesso viene “agitata” ma mai messa in pratica. La nostra proposta, che non comporta alcuna presidenza in più e quindi nessun costo aggiuntivo, intende solo garantire alla comunità di Pratola Peligna la presenza anche negli anni a venire delle istituzioni scolastiche presenti nel nostro comune.”
Tutto questo per arrivare al 31 dicembre 2012, alla sonora bocciatura della proposta che, qualsiasi sia la scuola di pensiero in merito, aveva dei punti di forza oggettivi.
Si poteva garantire, con l’omnicomprensivo, l’esistenza sia dell’ITIS che del “Tedeschi”, anche per gli anni a venire. L’unica certezza ora è che Pratola è stata sconfitta e potrebbe perdere definitivamente una delle sue risorse.



Mattia Tedeschi

Politica


I GIOCHI SON FATTI, I NOMI SON QUESTI

Siamo al 22 Gennaio ormai e le liste elettorali sono state consegnate e ufficializzate. Perciò ho pensato che fosse necessaria questa integrazione all'articolo uscito sul cartaceo: ''Primarie, totonomi e grandi manovre''. Pur avendo quest'ultimo lo scopo di raccontare come si è giunti alla formazione delle liste, per dovere di informazione vi presento quello che è poco più di un semplice elenco di nomi. ''Buona lettura''!
-Coalizione ''Italia.BeneComune''
Partito Democraticocandidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Giovanni Legnini 2) Antonio Castricone 3) Tommaso Ginoble 4) Maria Amato 5) Yoram Gutgeld 6) Vittoria D’Incecco 7) Giovanni Lolli 8) Gianluca Fusilli 9) Stefania Ferri 10)       Giovanni D’Amico 11) Camillo D’Alessandro 12) Lorenza Panei 13) Gianna Di Crescenzo 14) Alexandra Coppola.
Partito Democraticocandidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Stefania Pezzopane 2) Franco Marini 3) Anna Paola Concia 4) Domenico detto Renzo Di Sabatino 5) Angelo Pollutri 6) Francesca Ciafardini 7) Manola Di Pasquale.
Sinistra Ecologia Libertàcandidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Nichi Vendola 2) Gianni Melilla 3) Dalia Collevecchio 4) Giovanni Salutari, di Raiano 5) Annalisa Settimio 6) Michele Pezone 7) Silvia Di Salvatore 8) Alfredo Centinaro 9) Maria Pia Graziani 10) Umberto Innocente 11) Valeria Feragalli 12) Patrizio Marino 13) Ilaria Di Francesco 14) Luciana Pallini.
Sinistra Ecologia Libertàcandidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Roberto Natale 2) Anna Suriani 3) Piero Savini 4) Vincenza Giannantonio, di Pratola Peligna 5) Alfonso Di Tullio 6) Daniela Santroni 7) Biagio Castagna.
Centro Democraticocandidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Massimo Donadi 2) Donato Renato Mosella 3) Camillo Sulpizio 4) Paolo Palomba 5) Ermanno Giorgi 6) Fausto Napolitani 7) Nicola Sannino 8) Anna Rita De Fulviis 9) Domenico Donatelli 10) Vincenzo Davide 11) Andrea Secone 12) Loredana Toscano 13) Gino Belisari 14) Emanuele Zuffranieri.
Centro Democratico, candidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Achille (Lucio) Gaspari 2) Luigi (Gino) Milano 3) Mario Antonio Di Paolo 4) Marcello Mellozzi 5) Paolo Giovannoli 6) Incoronata Ronzitti 7) Rosalba Iezzi.
-Coalizione ''Con Monti per l'Italia''
Unione di Centro, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Paola Binetti 2) Giorgio De Matteis 3) Giuseppe Cipolloni 4) Giuseppe Marozzi 5) Tommaso D'Addazio 6) Morena Pasqualone 7) Antonio Iulianella 8) Filippo D'Agostino 9) Graziano Marino 10) Erica Di Censo 11) Andrea Salvati 12) Beth Fairfield 13) Nazareno Maria Venturo 14) Chiara Centi.
Futuro e Libertà per l'Italia, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Gianfranco Fini 2) Daniele Toto 3) Daniela Stati 4) Mirco Velluto 5) Giuseppe La Rana 6) Filippo Sichetti 7) Silvio Tavoletta 8) Renato Ranieri 9) Carmine Cappelletti 10) Roberto Ferraioli 11) Patrizia Toro 12) Mariantonietta Salvati, di Sulmona 13) Danila Pompilii 14) Anna Rita Racano.
Scelta Civica con Monti per l'Italiacandidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Giulio Cesare Sottanelli 2) Camillo Piero Falasca 3) Alfredo D'Ercole 4) Nicola Benedetti 5) Rosanna Di Gioacchino 6) Laura Ciafardoni 7) Antonio Ieraci 8) Antonio Forlini  9) Artido Scassa 10) Giuseppe Moretta 11) Fabio Ferrante 12) Domenico Di Matteo 13) Maria Elena Cutracci 14) Emiliano Grassi.
Con Monti per l'Italia, lista unica al Senato:
1) Nicoletta Verì 2) Elena Seller 3) Annamaria Cianci 4) Rocco Paolini 5) Ubaldo Cola 6) Sergio Tommaso Ludovico Montanaro 7) Piero Di Piero.
-Coalizione di centrodestra
Popolo delle Libertà, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Filippo Piccone 2) Paolo Tancredi 3) Fabrizio Di Stefano 4) Massimo Verrecchia 5) Valeria Misticoni 6) Daniele D'Amario 7) Quintino Liris 8) Francesco Raglione 9) Andrea Parente 10) Luciana Di Marco 11) Manuela Fini 12) Denisso Cupaiolo 13) Massimo Pastore 14) Federico Di Lorenzo.
Popolo delle Libertà, candidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Silvio Berlusconi 2) Gaetano Quagliariello 3) Paola Pelino, di Sulmona 4) Antonio Razzi 5) Federica Chiavaroli 6) Antonietta Passalacqua 7) Elicio Romandini.
Lega Nord, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Tremonti 2) Iannarilli 3) Burrini 4) Milillo.
Grande Sud, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Barbara Mazzali 2) Fabrizio Montepara 3) Giuliana Vespa 4) Giulio Petrini 5) Claudio D'Amone 6) Nicola Mincone 7) Domenico Spagnuolo 8) Salvatore Vitelli 9) Antonino Di Vincenzo 10) Giustino Bruno 11) Gaetano Vitone 12) Andrea Santarone 13) Leo Zagami 14) Marianna Di Valentino.
Grande Sud, candidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Eugenio Spadano 2) Aldo Di Bacco, di Pratola Peligna 3) Nicola Marchione 4) Ettore Frutti 5) Gherardo Menegazzi 6) Nicola Tarantola 7) Mariagrazia Santini.
La Destra, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Francesco Storace 2) Teodoro Buontempo 3) Luigi D'Eramo 4) Anna Maria Rita Guarracino 5) Massimo Di Giacinto 6) Alessandro Baldati 7) Salvatore Patierno 8) Cristiano Villani 9) Giuliano Brunetti 10) Antonio Di Gianvittorio 11) Tiziano Genovesi 12) Roberto Rosa 13) Andrea Russo 14) Vincenzo Calvisi.
La Destra, candidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Giandonato Morra 2) Sabrina Bocchino 3) Vito Colonna 4) Paolo Damiano 5) Angelo Sarra 6) Bruno Di Ciano 7) Rodolfo Del Vecchio.
Fratelli d'Italia-Centrodestra Nazionale, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Paolo Gatti 2) Alessandro Addari 3) Etelwardo Sigismond 4) Barbara Tempesta 5) Andrea Buccella 6) Rita Di Nello 7) Antonio De Vincentiis 8) Enrico Marini 9) Roberto Ciccocelli 10) Cristina Di Stefano 11) Elvira Nicolaj 12) Claudia Sciarra 13) Roberta Basilico 14) Ilias Tsilividis.
Fratelli d'Italia-Centrodestra Nazionale, candidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Antonio Tavani 2) Emiliano Di Matteo 3) Luigi Nasuti 4) Graziella Di Campli 5) Caterina Melonio 6) Rosanna Gialloreto 7) Giuseppe Di Rocco.
Intesa Popolare, candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Bruno Mario Di Paolo 2) Lorenzo Valloreia 3) Rocco Menna 4) Franco Di Iulio 5) Achille Cavallo 6) Carlo Ciferni 7) Raimondo Nesta, di Corfinio 8) Enzo Giandomenico 9) Raniero Barnabei 10) Angelo Taraborrelli 11) Danilo Radogna 12) Eugenio Pieri 13) Carlo Tagliamonte 14) Federico Di Franco.
Intesa Popolare, candidati alla Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Benigno D'Orazio 2) Carmine detto Nuccio Campli 3) Fabrizio Ciarla 4) Rocco Di Nanno 5) Livio Marinucci 6) Maria Bisegna 7) Florindo Verlingieri.
-Movimento 5 Stelle
Candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Vacca Gianluca 2) Colletti Andrea 3) Del Grosso Daniele 4) Smerilli Serena 5) Corsi Silvio 6) Gallo Marco 7) Paciocco Ivan 8) Sabatini Marco 9) Marzocchetti Silverio 10) Di Bernardini Fabio 11) Smarrelli Gianni 12) Nasuti Adriano 13) Giancaterino Enea.
Candidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo
1) Blundo Rosetta Enza 2) Castaldi Gianluca 3) Di Renzo Massimo 4) Sottanelli Elio 5) Cortellini Denis 6) Straccini Gabriele 7) Pellegrini Rita Pisana.
-Rivoluzione Civile
Candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Antonio Ingroia 2) Carlo Costantini 3) Emilia Di Matteo 4) Erman Dovis 5) Paola Angelillis 6) Pamela Caporale 7) Riccardo Giampiero 8) Mariangela Antenucci 9) Enrico Perilli 10) Tiziana Di Tecco 11) Sefora Inzaghi 12) Gabriele Di Bucchianico.
Candidati al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Alfonso Mascitelli 2) Carlo Ciufelli Alicandri, di Sulmona 3) Donato Raffaele Ranni 4) Giuseppe D'Ortona 5) Teresa Pezzi 6) Barbara Monaco 7) Marina Mancini.
-Lista Amnistia Giustizia Libertà (Radicali)
Candidati alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Abruzzo:
1) Marco Pannella 2) Stefano Frapiccini 3) Orazio Papili 4) Rosa Quasibene 5) Dario Boilini 6) Giulia Cocciante 7) Giuseppina Di Gregorio 8) Alessio Di Carlo 9) Vincenzo Di Nanna 10) Diomira Gattafoni 11) Daniele Palombo 12) Luca Pantaleo 13) Elettra Rinaldi 14) Emma Bonino.
Candidato al Senato nella circoscrizione Abruzzo:
1) Renato Ciminà 2) Roberto Di Masci 3) Raimondo Felici 4) Antonio Grippo 5) Antonella Casu 6) Paola Di Folco 7) Caterina Corse.

Piergiuseppe Liberatore

Politica


PRIMARIE, TOTONOMI E GRANDI MANOVRE.

PD. Il 29 Dicembre, in Abruzzo, si sono svolte le primarie per la scelta dei candidati del PD, in vista delle elezioni politiche 2013.
Stefania Pezzopane, ex presidente ed il plurionorevole Giovanni Lolli hanno vinto la competizione nella nostra provincia. Quindi saranno loro a rappresentare anche la Valle Peligna nelle liste Democratiche per la nostra circoscrizione elettorale. La Pezzopane sarà capolista al Senato, mentre Giovanni Legnini, che ha vinto in provincia di Chieti, sarà capolista alla Camera.
L'unica candidata locale alle primarie, era la giovane Eleonora Mesiano, che si presentava in ticket con Michele Fina, ex segretario regionale della SG ed ex assessore provinciale all'ambiente nella passata giunta.
Se questa accoppiata è da intendersi come testimonianza di esistenza di giovani leve nel PD e come alternativa a chi ha già dato al partito ed alle istituzioni, la cosa che fiacca i militanti locali è senza dubbio la presenza di un unico candidato proveniente dal comprensorio Valle Peligna-Alto Sangro.
Pezzopane, Lolli, Di Benedetto per L'Aquila, Fina, D'Amico e la Panei per la Marsica, la sola Mesiano per la Valle Peligna; tutto ciò ci deve far chiedere unicamente perché?
Se uno dei motivi è il fatto che si è agito troppo in ritardo, è indubbio che i circoli si sono riuniti e i loro segretari si sono incontrati per cercare di apportare una strategia, fin tanto che si era in tempo. Ma qualcosa di imprenscindibile alla forza del nostro territorio, è mancata: Sulmona! Nella fattispecie il suo circolo PD, diviso al suo interno e in disaccordo con gli altri del circondario.
Purtoppo come gli Spartiati, la segreteria del PD ovidiano ha trattato gli altri circoli da Perieci. Infatti la Mesiano, sulmonese, è comunque espressione di un'ala ''dissidente'' del partito nella sua città.
Senza entrare ulteriormente nel merito, questo è ciò che è successo, rivelando un'altra volta l'assenza di una strategia comune.
SEL. Sempre il 29 Dicembre anche SEL ha svolto le sue primarie per indicare i candidati abruzzesi alla Camera ed al Senato.
Si sono compiute con la possibilità della doppia preferenza divisa per genere e con due liste distinte, una per i candidati deputati ed una per i candidati senatori.
Ben due, una per lista, sono state le candidature locali: Giovanni Salutari, 31 anni, coordinatore del circolo di Raiano, candidato alla Camera, mentre Vincenza Giannantonio, 52enne avvocato pratolano, si è presentata per il Senato.
Salutari è arrivato quinto in assoluto su tutta la regione, con 439 preferenze. La Giannantonio, con 878 voti, addirittura ha ottenuto la terza posizione. Ovviamente c'è soddisfazione da parte loro, soprattutto per la fiducia che gli hanno riservato. Infatti pur ottenendo la candidatura presumibilmente, in lista non saranno nelle posizioni degli ''eleggibili''; fra i quali ci saranno invece i capilista: alla Camera Roberto Natale, ex presidente del sindacato della stampa, scelto dal partito e la prima eletta alle primarie, Anna Suriani, assessore comunale di Vasto, al Senato.
PDL.''A mio avviso il centrodestra nazionale deve mettere in condizione il centrodestra locale di poter fare la campagna elettorale. Allo stato stiamo aspettando dal partito una svolta tesa al rinnovamento. Diversamente, i soliti nomi, che non sono stati in grado di tutelare a Roma la nostra realtà, non ci consentiranno di crederci ancora.'' 
Ci sono la richiesta di maggiore coinvolgimento della base nelle scelte locali e la delusione per l'operato dei parlamentari, eletti nel 2008, che hanno disilluso le legittime pretese della Valle, nelle parole di Antonio Di Nino, esponente del PDL.
LISTE MONTI. Molto più semplici sembrano essere le cose, fra le file degli schieramenti a favore di Mario Monti.
Le candidature sono fatte a tavolino, con un controllo di qualità da parte del professore.
Se in Senato la lista è unica con capolista Nicoletta Verì, attualmente consigliere regionale, alla Camera sono tre: una per l'UDC, una per FLI, una Monti. I rumours dicono che in lizza per fare il capolista UDC alla Camera, c'erano Rodolfo De Laurentiis, Enrico Di Giuseppantonio, Lucio Gaspari (ora candidato con il Centro Democratico di Tabacci e Donadi, alleati del PD) e Giorgio De Matteis. Al 14 Gennaio però la guerra sembrava essere ancora in corso solo fra De Matteis e la Binetti, comparsa sullo scenario all'ultimo, che si candiderebbe in più regioni.
M5S. Già da tempo si sanno i nomi dei candidati del Movimento 5 Stelle, scelti tramite le ''Parlamentarie'', elezioni in perfetto stile M5S, cioè via Web.
Alla Camera il capolista è il pescarese Gianluca Vacca, mentre al Senato è Enza Blundo, già candidata per il movimento alle passate elezioni comunali aquilane.
RIVOLUZIONE CIVILE. Con l'adesione dell'IDV al movimento dell'ex magistrato Ingroia, non tutti i nomi più noti in regione del partito, sono stati contenti della scelta di Di Pietro. Così mentre il capogruppo IDV al consiglio regionale Carlo Costantini ed il parlamentare Carlo Mascitelli fanno parte di RV, il parlamentare Augusto Di Stanislao ha aderito al Centro Democratico. Rifondazione Comunista e il Movimento Arancione di De Magistris, hanno promosso la formazione dell'assemblea di ''Cambiare si può'', i cui candidati sono Chiara Iezzi, Sefora Inzaghi e il sulmonese Carlo Ciufelli. Alla fine tocca però ad Ingroia smistare questi nomi.
Tutte queste notizie mi sono giunte entro il 14 Gennaio, una settimana prima della presentazione delle liste, quindi è d'obbligo perdonarmi se qualche nome non coinciderà. Però assicurandovi la verità per i fatti narrati, mi pare d’obbligo augurarCI che la nostra politica, di ogni parte, faccia un salto di qualità, perché sinceramente è giunta l'ora che questo territorio dimostri, finalmente, di avere gli innominabili attributi virili.

Piergiuseppe Liberatore

Politica


AMMAZZIAMO IL “PORCELLUM”

Manca poco ormai al fatidico 24 febbraio, giorno in cui, tutti noi saremo chiamati alle urne per decidere chi, dopo questa infelice parentesi del “governo tecnico”, dovrà dare nuovo slancio e vigore a questa nazione sempre più ingarbugliata in logiche europeiste dalle quali non è facile venire fuori. Le forze in campo ad oggi sono più o meno quelle che hanno contraddistinto gli ultimi 20 anni della politica nostrana, quello che è cambiato è l'interesse che gli italiani hanno verso quel mondo che sempre di più si è distaccato dal mondo reale. Uno dei motivi è sicuramente da ritrovare in una delle poche riforme fatte dal governo Berlusconi nel 2005 : la riforma elettorale. Nata grazie a quel “genio” dell'allora ministro Calderoli, la cosiddetta legge “porcellum”, definita così dal suo stesso ideatore, è stata la croce, senza delizia, della politica degli ultimi anni. Caratterizzata da norme quasi totalmente anti popolari, basti pensare all'abolizione dei collegi uninominali, alle liste bloccate senza poter scegliere chi realmente ci debba rappresentare, fino a quelli che sono i premi di maggioranza, scelti così minuziosamente da non permettere ad una coalizione di poter governare. Fatte queste premesse, l'ultimo governo, quello dei “tecnici”, aveva messo in agenda di cambiare la legge elettorale, cercando di trovare una soluzione che desse più voce all'elettorato. Ovviamente, l'accordo non è stato trovato ed alcuni partiti (vedi PD e M5S) hanno deciso di provare a rendere più credibile queste votazioni istituendo primarie interne dove i lori iscritti potevano decidere chi fossero i propri rappresentanti. Un po' poco ma meglio di niente. Una cosa è certa, ancora non ce l'abbiamo fatta, ma ora chiediamo al prossimo presidente del consiglio una promessa: nel Gennaio 2014 vogliamo ammazzare il “porcellum”!
  
Antonio Di Bacco

Politica


L'OPINIONE DI...TITTA BIONDI


Meglio un'immarcescibile propaganda contro il pericolo rosso o il rifiuto di cadere nelle provocazioni?

Meglio promesse trite e ritrite o il racconto di ciò che è avvenuto?
Meglio nuove proposte più o meno strampalate o l'aspirazione a coinvolgere tutti?
Francamente è meglio l'onestà ed onestamente è meglio la franchezza. Ma così è, solo se vi piace.

Esteri


Ricordando Jamm’mò

Il 2 e 3 febbraio ricorre l’anniversario della rivolta popolare sulmonese di Jamm’mò.
In seguito al riordino territoriale dei distretti militari che prevedeva un distretto unico per ogni regione, Sulmona era stata indicata come la città che doveva ospitare quello abruzzese.
Nei primi giorni del 1957 si diffuse in città la voce che il distretto militare sarebbe stato invece soppresso, un vero colpo di grazia per un territorio già penalizzato per la sua collocazione geografica e con un’ economia ancora arretrata e incentrata sull’agricoltura.
La notte fra il 27 e il 28 gennaio la polizia trasferì clandestinamente gli archivi del distretto a L’Aquila facendo salire la tensione alle stelle, la città entrò in stato di agitazione con il Comitato di Difesa Cittadina che organizzò delle azioni di disobbedienza civile.
Il 2 febbraio il prefetto venne in visita in città, durante l’incontro con il sindaco a Palazzo San Francesco una folla di cittadini provò a forzare l’ingresso ma fu respinta da due compagnie del reggimento di fanteria.
Inizia così la rivolta della città, si costruiscono barricate che solo l’intervento della celere venuta da Roma l’indomani riuscirà a distruggere riportando la calma in città.
La rivolta di Jamm’mò fu senza dubbio il tentativo da parte di Sulmona di lottare per il proprio futuro, un grido di dolore da una città economicamente penalizzata. La rivalità politica fu messa da parte in nome del bene cittadino, mentre sulla stampa nazionale fu etichettata come “La rivolta borghese"; in realtà la prima fase della lotta per il mantenimento del distretto, fu portata avanti da alti esponenti della società, ma il 2 e 3 febbraio furono le masse a rendersi protagoniste.
La rivolta di Jamm’mò è stato senza dubbio l’evento più clamoroso per Sulmona dal dopoguerra ad oggi e a distanza di 56 anni mantiene ancora un profondo significato nel presente.

Savino Monterisi

Esteri


Parole e Politica

“Le parole sono importanti”, urlava un infuriato Michele Apicella, interpretato da Nanni Moretti nel film Palombella Rossa.
In politica addirittura, alcune parole possono perdere completamente il loro significato, si pensi alla parola “libertà” che durante la dittatura fascista rappresentava la speranza per milioni di italiani: oggi è privata del suo pieno significato, abusata e bistrattata dalla politica.
Molte di queste parole finiscono nei programmi elettorali, e da lì prendono la strada per l’oblio dal quale riemergeranno solo alla prossima tornata elettorale, a Sulmona è il caso della parola “cultura”.
Nel programma politico dell’attuale sindaco quest’ultima veniva collocata fra le  proposte che volevano rendere Sulmona una città degna del suo passato e della sua storia, l’amministrazione tanto avrebbe fatto, una volta eletta, per la cultura nella città di Ovidio.
Eppure le cose sono andate diversamente, il teatro comunale Maria Caniglia è stato chiuso per lavori di messa in sicurezza in seguito al terremoto del 6 aprile 2009 e non ha ancora riaperto i battenti, mentre il 31 maggio 2011 lo storico cinema Pacifico ha subito la stessa sorte, stavolta per volontà della maggioranza comunale.
L’eremo di Celestino V e il santuario di Ercole Curino sono invece inaccessibili dal 21 maggio 2010 quando la strada d’accesso fu chiusa per il pericolo di caduta massi, nel frattempo all’interno dell’eremo alcuni affreschi del trecento si stanno rovinando a causa di infiltrazioni d’acqua e umidità.
Un altro tema che viene puntualmente inserito nei programmi elettorali è l’espressione “piste ciclabili”, come se le formazioni politiche fossero obbligate a farlo.
In realtà questo sembra semplicemente il modo per accontentare gli amici della bicicletta, ma in questi anni fra i veri cicloamatori, essa comincia a rappresentare un vero e proprio modus vivendi che necessita molto più della semplice costruzione di piste ciclabili.
Questo ad esempio è stato proposto dal comune di Grosseto,  che ha progettato un piano volto ad integrare il discorso con il più ampio concetto di mobilità sostenibile, limitando ad esempio la velocità su alcune strade a 30 km/h, creando percorsi free car dai centri abitati alle scuole, utilizzando il 10% delle contravvenzioni per la ciclabilità, introducendo nei piani didattici corsi di educazione alla mobilità nuova.
Questo è un esempio di proposta che restituisce dignità alle parole, troppo spesso i temi cari alla società civile vengono inseriti nei programmi elettorali, i quali diventano l’anticamera del dimenticatoio.
Resta da vedere nella campagna elettorale per il comune di Sulmona quanto i candidati saranno capaci di promettere, ma soprattutto realizzare.

Savino Monterisi

Giovani fuori sede


LA BELLEZZA DI ESSERE UN PRATOLANO

L’altro giorno, tra un gruppo carbonilico e uno carbossilico, decido di fare una pausa caffè e accendo la Tv. La mia attenzione cade subito su una delle tante trasmissioni spazzatura in onda il pomeriggio, si parla di giovani e delle difficoltà che hanno nell'apprezzare le proprie origini, specialmente nel caso di paesini di provincia lontani dalle grandi città. Seguo la puntata per qualche minuto, ma al terzo intervento senza senso (nota caratteristica di queste trasmissioni), spengo, continuo a studiare e successivamente decido di scrivere quest’articolo.

Quando sei costretto a trasferirti in grandi città per motivi di lavoro o studio, spesso e volentieri ti trovi a confrontarti con delle realtà totalmente nuove, culture diverse, persone mai viste.
Il primo “problema” che si pone è rispondere alla famosa domanda: ”Di dove sei?"
Beh, io sono orgoglioso di aver sempre risposto "Pratola Peligna" (anche all’estero!) a costo di dover riepilogare tutta la geografia dell’Italia! Sarebbe stato più semplice rispondere vicino Sulmona, vicino Pescara o in provincia dell’Aquila come fanno in molti, ma non ho mai sentito questa necessità.

Noi PRATOLANI sentiamo molto l’appartenenza alla nostra cittadina, a mio avviso molto più di altri, ed è senza dubbio un sentimento bellissimo. 
Dire “Sono di Pratola” è il miglior biglietto da visita immaginabile! Perchè dico questo? Beh, in questi anni vissuti a l’Aquila ne ho viste di tutti i colori con i miei amici. I primi tempi, quando conosci persone molto più grandi di te, ti presenti timoroso come una matricola di Pratola, ma loro immaginano già chi sei! Iniziano racconti su amici in comune, personaggi di Pratola, vere e proprie leggende e nella loro testa tu sei come loro. Poi con il tempo, gli amici che provengono da tutt’Italia, associano i tuoi modi di fare all’essere Pratolano e iniziano ad amare la tua terra! 

Non scorderò mai la convivenza di 4 anni con un ragazzo di Giulianova, un vero e proprio fratello: voglio raccontarvi un aneddoto in merito. 
E’ iniziato tutto per gioco, usavamo il dialetto per confonderlo e siamo passati a dei veri e propri “esami” di Pratolano. Questo ragazzo dopo qualche mese parlava Pratolano quanto noi.  Un giorno una ragazza di Pratola lo conobbe per caso in nostra assenza e pur non essendo al corrente della nostra amicizia, lo scambiò per Pratolano visto il suo modo di parlare! Tantissimi nostri amici, affascinati dai nostri racconti muoiono dalla voglia di venirci a trovare, ed una volta giunti a Pratola li vedi al settimo cielo, entrano nel bar e sono praticamente a casa, vengono accolti a braccia aperte da tutti, girano il paese, riconoscono tutti i personaggi sentiti mille volte nei nostri racconti e non vorrebbero più andar via.

Una cosa simpatica da menzionare è la necessità che il Pratolano ha di lasciare il segno ovunque vada. Sarà capitato a tutti di leggere la famosa frase: "PRATOLA KUMMANN!". Si trova ovunque, muri, autogrill, treni, autobus e persino sulla Torre Eiffel, saranno anche "atti di vandalismo" ma personalmente la cosa diverte tanto. 
Poco più di un anno fa ho partecipato alla manifestazione degli indignati a Roma e avevo voglia di riassumere la mia rabbia con un pizzico d’ironia. Quale modo migliore di usare il Pratolano? Uscì fuori un cartellone con su scritto:”Ioje m’è rutt i cujeun!!!”. Lo slogan ha fatto il giro del mondo: oltre che sui siti locali, è finito su Sky, Corriere e Repubblica suscitando clamore ed entusiasmo nella nostra cittadina.
Questo è l’essere Pratolano che intendo io. Spontaneità, onestà, simpatia con tutti... 
... E a quelle persone che provano imbarazzo a dire che sono di Pratola dico di non avere timore perchè la gente ci ama!

Fabio Presutti

Giovani Lavoratori


CRISI DELLE IMPRESE NELLA VALLE PELIGNA

Dal 2006 al 2011 il nostro territorio ha perso circa 73 aziende(numeri superiori alla media nazionale) ed in questi dati non viene calcolato il 2012, anno in cui la crisi si è fortemente accentuata. Potrete trovare conferma di questo leggendo le varie testate giornalistiche locali ed i vari siti internet.
La situazione che grava sulla valle peligna è riconducibile alla chiusura, cadenzata anno per anno e addirittura mese per mese, delle fabbriche che hanno occupato i diversi nuclei industriali presenti nei comuni del circondario, vuoi per scelte dettate dalle sedi principali, vuoi per gestioni amministrative fallimentari. Tutto ciò ha subito un’accelerazione nell’ultimo anno e mezzo in cui la crisi mondiale, arrivata (speriamo) al culmine, si è ripercossa sul nostro territorio, già pesantemente intaccato. La chiusura di stabilimenti radicati ormai da decenni nel nostro territorio ha messo a dura prova tutte le piccole e medie imprese locali, sia quelle commerciali, sia le aziende che nel tempo, si sono adattate, diventando indotto per fornire lavorazioni e manutenzione. Il risultato è che centinaia di lavoratori più o meno giovani si sono ritrovati a casa, gravando sugli ammortizzatori sociali già messi in difficoltà dalla situazione nazionale.

Prendendo spunto dalla situazione attuale e dall’articolo del mese scorso, sempre sul lavoro, mi viene da affermare che il famoso “posto fisso” è diventato una meteora. Oramai bisogna investire sulla formazione dei giovani alla cultura del lavoro, perché cultura non è solo avere il “pezzo di carta”, ma è anche essere preparati nell’ambito lavorativo, sempre aggiornati sui cambiamenti e sul progresso.

Il nostro territorio viene da una grande cultura del lavoro, soprattutto PRATOLA che, nell’ambito artigianale, era caratterizzata da grandi mastri (''mèstre'' in pratolano). Però nel tempo, le loro botteghe si sono svuotate dei ragazzi che, durante le estati, andavano a imparare un mestiere. 

Come giovane artigiano capisco, avendolo vissuto sulla mia pelle, come sia difficile per un ragazzo aprire un’attività; specialmente in questo periodo in cui la pressione fiscale è arrivata alle stelle, c’è stato un aumento dei consumi per la gestione delle attività (aumento smisurato del prezzo del carburante, aumento dei costi per le forniture delle utenze, ecc.) e tutte le manovre fiscali adottate dai governi hanno inciso non poco sulle spese affrontabili dalla pubblica amministrazione, nei suoi vari livelli. Tutto ciò ha portato sfiducia nei giovani, i quali non hanno la possibilità di potersi mettere in gioco nell'artigianato, così come nel commercio.
La sfiducia è ''imposta'', spesso non solo nei giovani, dalle restrizioni che non permettono di fare piani d’investimento. A cascata, senza questi ultimi non si può essere competitivi nella produzione della materia finita, costringendo le piccole imprese a rimanere circoscritte nel proprio territorio. Considerato lo stato e la crisi della Valle Peligna bisogna concentrare i residui sforzi d’investimento nella qualità dei prodotti caratterizzanti, o tipici, del nostro territorio; bisogna trovare il modo di portare i nostri prodotti fuori dalla Valle Peligna, puntando ad entrare dentro nuovi mercati; infine, c'è la necessità di favorire lo sviluppo del turismo, attività poco sfruttata per creare posti di lavoro, nonostante la presenza di paesaggi bellissimi.


Stefano Di Bacco

Interviste



"Una carriera in decollo"



Mi piacerebbe far conoscere ai nostri amici lettori la vita, la storia ed il lavoro di una nostra carissima amica pratolana entrata nel mondo dello spettacolo, Ida Basile.
Lorenza: A che età e come hai scoperto questa tua grande passione?
Ida: Avevo solo dodici anni. Grazie ad un laboratorio teatrale fatto alle scuole medie. A quell'età, di solito si ha una gran confusione, si vorrebbero fare tante cose in merito al proprio futuro, ma io ho subito capito che del teatro non potevo fare a meno. L'ho percepito sempre come un qualcosa che mi appartenesse.
L: Quali sono state le tue prime e vere esperienze in questo campo, oltre a quelle scolastiche?
I: Le mie prime "vere" esperienze, i miei primi applausi, li ho avuti incontrando il Teatro Stabile di Innovazione di Pescara, che prendendo in gestione il nostro teatro comunale e facendo laboratori per ragazzi, da allieva attrice quale ero, sono diventata una dei suoi membri ufficiali. Con loro ho iniziato a percepire questa cosa come un "lavoro", a fare delle rinunce e a canalizzare il mio tempo solo lì, quasi fregandomene anche della scuola.
L: Abbiamo saputo qui in paese, che hai lavorato con la scrittrice Dacia Maraini, parlaci di questa tua esperienza.
I: Ho conosciuto la Maraini quando avevo diciassette anni. La mia prima esperienza con lei, a livello emotivo, è stata fortissima. Eravamo una compagnia di 15 attori, tutti affermati, che facevano questo mestiere da molti anni. Io ero la più piccola. Lo sono sempre stata nei suoi lavori. Era tanta la paura di sbagliare,di non essere alla loro altezza, invece non posso che ringraziarli perchè ho appreso tanto. La soddisfazione più grande è stata quella di prendermi due ruoli da protagonista in due suoi spettacoli e partecipare al Festival Nazionale del Teatro, di cui la Maraini, per l'appunto ne è direttrice. Il mio nome, per la prima volta si leggeva sui cartelloni. Continuo tutt'ora a lavorare con lei. L'ultimissimo lavoro risale all'estate scorsa; abbiamo messo in scena uno spettacolo ispirato alla tragedia del terremoto dell'Aquila. In scena con noi Piera Degli Esposti. Molte sono state le date di replica, tra cui l'estero, Dublino. Attendiamo una conferma per replicare in Russia a San Pietroburgo. Dacia è una grande donna!!!
L: Tra i grandi personaggi conosciuti nel mondo dello spettacolo, ce n'è uno in particolare che ha contribuito, se non erro, in modo positivo a far decollare questa tua carriera, ci dici chi è?
I: Il maestro Enrico Montesano. L'ho conosciuto per caso. Ero a Roma per dei provini, venni a sapere che aveva bisogno di attori giovani, mandai il mio curriculum e mi scelse. Eravamo una ventina, scelti tra un centinaio.
Il maestro Enrico non è solo un maestro professionale, ma un maestro di vita, perché questo mestiere è appunto un mestiere che ti incornicia la vita in quanto non si hanno orari, non si hanno limiti, con l'arte non si hanno cartellini da timbrare. Grazie a lui ho scoperto l'Accademia di cui faccio parte adesso. Il mio più grande desiderio era proprio entrare in Accademia per completare il mio livello di studio. Nei primi anni, dopo il diploma, provai ma non fu facile in quanto sono tutte a numero chiuso. Le porte in faccia, i no, sono stati tanti, uno dietro l'altro, ma non mi sono mai arresa. Enrico Montesano mi parlò della nuova accademia di Roma, la GoldenStarAcademy. Mi disse: "è quando si ricevono dei no che si deve ancor di più insistere". Mi caricai a mille, provai di fretta un monologo in autobus pensando "o la và o la spacca". Eravamo cento e avrebbero preso sei donne e sei uomini. Ho aspettato sette giorni per il responso, avevo paura di un altro no. Alla fine la mail diceva così " Signorina Ida Basile siamo lieti di informarla che il suo provino ha avuto un esito positivo, Benvenuta a far parte della GoldenStarAcademy." Non mi sembrava vero che tra quei 12 scelti ci fossi io, che avessero premiato i miei sforzi, la mia umiltà d'animo. 
L: Raccontaci di questi tuoi due anni nella GoldenStarAcademy, immagino che all'inizio sia stata dura.
I: E' stata durissima. Sono lì da mattina a sera. Sto imparando moltissimo da personaggi che provengono da realtà importantissime quali la "Bottega teatrale di Vittorio Gassman" e il " Laboratorio di arti sceniche di Gigi Proietti". Le lacrime versate, e che verso, ahimè sono tante. I miei insegnanti è come se mi stessero smontando, e rimontandomi mi preparano alla "carriera". Essendo pochi in classe si lavora bene e la fortuna è che oltre alle normali lezioni giornaliere abbiamo l'occasione di frequentare dei moduli esterni e di incontrare persone come Enrico Brignano, Giampiero Ingrassia, Leo Gullotta, Michele Placido, Gianni Morandi, Peppe Vessicchio, Alessandro Gassman, Tosca d'Aquino. Inoltre siamo stati ospiti a Radio Due con Vincenzo Salemme Max Giusti e Pietro Valsecchi, direttore della TAODUE. La nostra Accademia essendo anche centro di produzione da anche possibilità di lavoro negli spettacoli di loro produzione e quest'inverno sono stata in scena tre settimane con Augusto Fornari. Fa strano...perchè è un continuo scambio di idee, con persone che prima guardavo in tv ! E ora..mi sono compagne di scena!
L: Qualche mese fa, tutto il paese e non solo, ti ha sostenuta molto nel concorso di Radio Dimensione Suono Roma, come hai vissuto questa esperienza?
I: Mi hanno sempre detto di avere una voce interessante, e quindi la radio, era una rete che volevo iniziare a conoscere. Così mi presentai al provino di Radio Dimensione Suono Roma soprattutto per provare a stare con due cuffie, un microfono e SENZA PUBBLICO. Eravamo duecento. Oltre al normale provino dinanzi alla commissione, aprirono questo casting su facebook per vedere a che punto di popolarità fossero i provinanti. In radio è importante essere una persona "seguita". Un pò mi vergognavo e i miei pensieri erano: "Vedi un pò se la gente va a sprecare trenta secondi per mettere un mi piace a me!" e invece è stato il contrario. Si sono mobilitati tutti, ho ricevuto voti da chiunque. Iniziavo a sperarci. Alla fine ho conquistato la seconda posizione. La commissione ha scalato una classifica dei 15 più votati e hanno scelto le tre voci più interessanti tra cui la mia. La soddisfazione è stata quella di essere l'unica donna vincitrice e l'unica a non aver mai avuto esperienza radiofoniche. Sono andata in onda il mese scorso e a primavera novità che non dico! Speriamo dai! Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno sostenuto. Il nostro paese è un paese giusto, che sostiene chi se lo merita, e non sostiene chi perde tempo. Pratola sà che io non scherzo, e la cosa più bella è che, la maggior parte dei pratolani, credono in me pur non avendomi mai visto! Credo che una persona scelga CHI e COSA diventare anche guardandosi attorno.Questo è un paese che profuma di arte e di cultura, basti pensare a quanti artisti emergenti e a quante menti virtuose e innovative ci sono. Torno e sento il profumo di artisti! Questo è un paese cazzuto (s po ric cazzuto?!) !
L: La tua famiglia come ha vissuto questo tuo grande sogno?
I: La mia famiglia vive con me le mie stesse emozioni. Si sono arresi molto tempo fa nel farmi cambiare strada, anzi, non si sono mai imposti più di tanto. E' come se lo avessero sempre voluto anche loro. E dinnanzi al talento, all'impegno, ai responsi positivi è come se vedessero in me una nuova luce. Siamo sempre stati una squadra. e una seconda squadra della quale vado fiera sono le mie amiche, sempre nelle prime file, pronte ad immortalare ogni mio "successo".Ricordo che alla risposta positiva dell'ingresso in accademia vennero a casa mia con lo spumante per festeggiare insieme. E' bello condividere i propri sogni. Quando penso alla mia famiglia penso agli occhioni di mamma preoccupati, ma pieni di speranza; alla saggezza di papà che mi dice sempre "La calma è la virtù dei forti"; a mio fratello che dimostra il suo affetto in modo strano (siamo diversi) e alle mani giunte di mia nonna che prega per me! Credo che la cosa principale per un'attrice siano le fondamenta. Se si ha sempre avuto una vita semplice, si sale sul palcoscenico con un velo di piattume, senza il VERO bisogno di poter raccontare qualcosa. L'attrice con la A maiuscola è colei che proietta lì sopra un pezzo di sè, del suo passato, sempre. Per poter regalare al suo pubblico un sorriso, una lacrima di commozione. In fondo Il teatro è agire per gli altri. Se si è spiccioli dentro come si pretende di riempire gli altri?! 
Viva l'arte e chi la fa!


Lorenza Petrella

Miscellanea


“La razza umana esagera tutto: i propri eroi, i propri nemici, la propria importanza. Stronzi! Ecco, mi sento meglio. Stramaledetta razza umana. Ecco, mi sento meglio.”


Potremmo partire da qualsiasi citazione per provare a descrivere e spiegare l’animo del vecchio Bukowski, l’ubriacone da quattro soldi, il misantropo, il cinico, il moscone da bar ma nessuna riuscirebbe a darci un quadro completo della sua essenza. Senza dubbio leggendo frasi del tipo: “Quando sono ubriaco, la mia ispirazione è al massimo, questo significa essere un gran figlio di puttana.” o anche “Tutti hanno paura d'essere culi, questa storia m'ha un po' stufato. Forse sarebbe meglio se diventassimo tutti culi e se ci mettessimo buoni.” è facile cadere nella trappola in cui, ahimè, cascano la maggior parte dei lettori che, accecati dalla scrittura nuda e cruda e dalla descrizione minuziosamente contorta della realtà, si limitano ad etichettarlo come esponente del “dirty realism” o ad assegnargli quel marchio, appartenuto ai vari Kerouac, Burroughs e  Cassady, dell’artista maledetto.                                                                                                             
  Bukowski non dovrebbe essere una semplice lettura d’evasione, il classico libro post-abbuffata delle 14:30; leggere Bukowski significa molto di più , bisogna impegnarsi , tuffarsi tra le sue parole per abbattere quel muro che separa il vero Buk dall’alter-ego Chinaski. Solo confrontandoci con i suoi romanzi, le sue poesie e i suoi racconti possiamo ricavarne un’immagine antitetica rispetto al clichè ormai noto e, purtroppo, troppo in voga nei piccoli bevitori di vodka lemon e redbull sui social network. La visione che tutti dovremmo avere di Buk è quella che Mondelli ci ha regalato con il suo “Goodbye Bukowski” in cui le risse e le ubriacature fanno spazio all’animo mite e timido di un’artista incompreso, al ragazzo impacciato e allo spessore emotivo che lo contraddistingueva.

“Faccio segno di si. Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno. Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai. Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l’anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali. Non importa. Il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo. E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono.

Non fraintendete, non voglio far passare Bukowski per il ragazzo casa-chiesa della situazione, non si può negare l’evidenza; quel che vorrei entrasse nella mente di tutti è che Buk non era un diavolo, non era di certo un angelo, era un individuo mosso dal contrasto tra bene e male, dal vizio e dalla virtù, dal peccato e dalla purezza.  Perciò, amici miei, sedetevi sulla vostra poltrona da lettura, rilassatevi, riempite il vostro bicchiere con il miglior whiskey della vostra cantina, accendete una sigaretta e immergetevi responsabilmente nella vostra lettura.

DON’T TRY.

Hank

Miscellanea


Matrimonio tra persone dello stesso sesso sinonimo d'amore


Nelle prossime elezioni  tutti i partiti politici, con i loro rispettivi leader, stanno incentrando le proprie campagne elettorali principalmente su temi economici o che comunque hanno una maggiore rilevanza nel Paese, trascurano quelli sociali sicuramente non meno importanti, ma che vista la situazione passano in secondo piano. Infatti  dovrebbero  tornare ad essere il nucleo centrale e fondamentale dello “stato sociale” italiano, come lo erano prima dell’aggravarsi della situazione attuale. Un esempio è rappresentato dall’agenda Monti (fortemente criticata da Nichi Vendola, presidente di Sel) che dà poco spazio ai temi del welfare e per questo inadatta a guidare l’Italia. Quest’ultima ha bisogno di politici imbevuti di esperienza sociale in grado di poter cogliere tutte le situazioni che, purtroppo ancora oggi, rendono il nostro paese “barbaro”; per questo una questione da fronteggiare dai nostri futuri governanti sarà il matrimonio tra persone dello stesso sesso, persone come noi, poiché formano una di quelle <<formazioni social>> tutelate dall’art. 2 della Costituzione.
 Il parlamento italiano ha un ruolo molto importante per la legittimazione di queste formazioni sociali perché la Corte di Strasburgo ha riconosciuto alle persone dello stesso sesso un diritto, in base all’art. 8 della Cedu, alla tutela non solo della vita privata, ma, al pari di quelle eterosessuali, anche della vita familiare. La Corte quindi afferma che tra le coppie eterosessuali  e omosessuali una sostanziale similitudine per quanto riguarda il riconoscimento e la tutela giuridica. Allo stesso tempo i giudici di Strasburgo sostengono che, l’art.8 della Cedu, non può obbligare gli ordinamenti nazionali a prevedere per coppie omosessuali l’accesso al matrimonio previsto per quelle eterosessuali; la scelta o meno di prevedere il riconoscimento del matrimonio omosessuale è rimesso alle scelte di ciascun ordinamento nazionale. A questo punto la via per un suo riconoscimento legale è stata acclarata dalla Corte, ora spetta solo al legislatore italiano introdurlo. La nostra Costituzione recita all’art. 3 comma 1: <<Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti la legge, senza distinzione di SESSO, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali>>; quindi la legge non può discriminare le persone in base agli orientamenti sessuali. Invece, prendendo il secondo comma dell’art. 3 della Costituzione, non possiamo differenziare le coppie omosessuali da quelle etero poiché la legge deve trattare in modo eguali situazioni ragionevolmente eguali e in modo diverso situazioni ragionevolmente diverse ma, nel nostro paese, l’amore che prova un omosessuale viene considerato in modo irragionevole  ineguale rispetto a quello di un eterosessuale, perché quest’ultimo è legittimato al matrimonio rispetto al primo. Mi sembra ovvio che, tutti i politici, sia di destra che di sinistra, hanno il timore di trattare questo argomento per il fatto che potrebbero perdere i voti “cristiani” che non mostrano il loro favor per il famoso matrimonio. Vorrei dire agli scettici che i rapporti omosessuali sono una cosa naturale, non sono come dice qualcuno qualcosa di innaturale o di mostruoso, poiché anche in natura è presente questo fenomeno e ciò ci induce a capire che è qualcosa di istintivo, uguale a quello tra un uomo e una donna. Mi  vien da ridere quando sento qualche esponente politico che afferma: << Il sedere serve solo per far espellere e non per prendere>>, questo è il classico esempio di ignoranza e di condizione bigotta che caratterizza questi politici. Questo articolo è dedicato alla sensibilizzazione di un argomento al quale spero che Spazio Giovani prenda parte attivamente, in modo tale da poter far capire a tutte le persone contrarie o scettiche che l’amore è qualcosa di immenso, forte, prorompente che non può essere fermato o limitato. Un mondo che cerca di catturare o impedire il libero esercizio dell’amore è un mondo malato che troverà la sua cura solo quando permetterà all’amore di volare libero in modo tale che possa dispiegare i suoi effetti benefici al 100%.

Marco Alberico

Miscellanea



Liberate Maria

Marijuana, ganja, erba, hashish, fumo, weed o semplicemente maria, madre di gesù. Un argomento su cui le chiacchere si son sempre sprecate, un tabù vero e proprio del nostro tempo, una piccola libertà che non c’è. Ora penso sia inutile mettere su uno di quei discorsi piazzisti fatto di frasi buttate lì del tipo: “distrugge i neuroni”, “è un piacere frivolo” oppure il peggio “ prenderesti mai un aereo pilotato da un pilota fatto?”. No niente di tutto questo, riporterò solo ed esclusivamente una storia, quella del suo proibizionismo, seguita da alcune considerazioni.                                                                                                   
La cannabis, è una pianta millenaria, si sono ritrovate tracce nell’uomo più antiche delle piramidi. Per gli hindu dell’asia centrale e non solo, essa è una pianta sacra. E come dargli torto? Con la canapa, si possono costruire case, produrre carta, creare tessuti e olii combustibili, si può oasificare il deserto! Ma adesso veniamo al fatto.
Nel 1937 Henry Ford creò la hemp body car, un auto avente la carrozzeria in fibra di canapa e un motore in grado di muoversi bruciando olio ricavato dalla stessa pianta. Sfortunatamente Ford morì sei anni dopo e nel 1955 la cannabis fu proibita negli States, quando in quei anni gli americani non portarono solo i soldi in Europa, ma anche politiche e cultura.
Molti ritengono che la proclamazione di leggi proibizionistiche nei confronti della cannabis negli U.S.A.  prima della seconda guerra mondiale sia stata anche legata alla concorrenza tra la nascente industria chimico petrolifera e la possibilità di usare l'olio di questa pianta come combustibile (jack herer).
Ma questo è solo il pensiero di qualcuno.            
                                                                                                              Il boia del potere e artefice diretto, fu Henry Anslinger, ispettore del bureau of prohibition e già impegnato nella lotta al alcolici che, nel 1931  fu nominato capo del neonato ufficio narcotici (federal bureau of narcotics) proprio dal suocero Andrew Mellon, allora ministro del tesoro e per chi non lo conoscesse, una delle icone e dei massimi esponenti del capitalismo americano, nonché terzo uomo più ricco del paese dopo Rockefeller e lo stesso Ford. 
Nel 1937, durante l'audizione al congresso, Anslinger dichiarò: «ci sono 100.000 fumatori di marijuana negli stati uniti, e la maggior parte sono negri, ispanici, filippini e gente dello spettacolo; la loro musica satanica, jazz e swing, è il risultato dell'uso di marijuana. Il suo uso causa nelle donne bianche un desiderio di ricerca di relazioni sessuali con essi». Questo solo per far notare l’elevatezza culturale della faccenda. Comunque sia, il 14 giugno il presidente Roosevelt  firmò il marijuana tax act, che di fatto impediva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa. Roba da pazzi insomma, coincidenze strane, ambiguità e cosa fare? Ma si fidiamoci di questi simpaticoni capitalisti assassini dell’umanità. Comunque sia, nel tempo la cosa è mutata, gli anni son passati e per fortuna ci si è liberati in parte, ma non abbastanza, dal bigottismo e dall’ignoranza. Clamorosa è stata qualche tempo fa la notizia della legalizzazione a scopo ricreativo negli Stati Uniti, negli stati di Washington e Colorado. Lo stesso Barack Obama ha affermato: “dopo il sì di questi stati, non ha senso perseguire coloro che ne fanno uso, ma il congresso” ha poi aggiunto “non ha ancora cambiato la legge federale secondo cui la marijuana è illegale, e quindi, c’è del lavoro da fare”. 
Proprio questo punto, cioè la persecuzione penale, è il fardello, l’ansia e la persecuzione di milioni di innocui consumatori nel nostro bel paese. Legalizzando si verrebbe a creare un beneficio, non principalmente economico, poiché effettivamente i soldi ricavati sarebbero solo una piccolissima parte di una ipotetica manovra finanziaria (Non che un miliardino di euro ci faccia schifo, ma semplicemente ci vuole altro per risollevare il paese); in questo caso si verrebbe a creare un beneficio sociale che svuoterebbe carceri e ridurrebbe drasticamente i costi della criminalità, inoltre come dimostrato e riferito dal ministero della giustizia olandese nel 1999: “ la depenalizzazione della marijuana nel 1979 non ha prodotto un suo maggiore consumo e l’uso di altre sostanze nei Paesi Bassi è di gran lunga inferiore che nel resto d’Europa e negli Stati Uniti”. Questo per via della separazione dei mercati delle droghe, dove spesso chi vende ha anche un gaio assortimento di altre droghe assai più letali come eroina, cocaina e anfetamine. Il discorso depenalizzazione, crea movimento ovunque in Europa, in Italia un po’ di meno, ma sappiamo tutti il perché. Nella terra della regina Elisabetta, si sentono affermazioni del tipo: “Le droghe leggere? Sono pericolose come l’alcol o come il cibo spazzatura” e a dirlo è La UK Drug policy commission (Ukdpc), un organismo indipendente formato da scienziati, giuristi, politici, medici e operatori sociali. 
La stessa Ukdpc, come nel caso del ministero Olandese, analizzando le situazioni analoghe di portogallo e repubblica ceca, paesi ove c’è stato un addolcimento delle misure proibizioniste, afferma di non aver riscontrato un aumento dell’uso di erba. 
 Inoltre questa facoltosa (a mio avviso) commissione ha anche ammonito che in Gran Bretagna, oltre 160 mila persone, di cui soprattutto ragazzi, si sono trovati nei guai con la legge proprio per questo, stimando oltre 42 mila processi. Inutili direi. Tanti bravi ragazzi, magari qualcuno un po’ cattivello, ma comunque i vostri figli, fatti passare per delinquenti per qualcosa che la vecchia generazione non può a pieno comprendere. Credo che sia stupido punire chi cerca di regolare la propria coscienza attraverso l’uso di sostanze e sta di fatto che il pericolo più grande della marijuana resti il suo uso illegale.

J.C.