name='description'/> Parle Serie Blog: Giovani fuori sede

22 gen 2013

Giovani fuori sede


LA BELLEZZA DI ESSERE UN PRATOLANO

L’altro giorno, tra un gruppo carbonilico e uno carbossilico, decido di fare una pausa caffè e accendo la Tv. La mia attenzione cade subito su una delle tante trasmissioni spazzatura in onda il pomeriggio, si parla di giovani e delle difficoltà che hanno nell'apprezzare le proprie origini, specialmente nel caso di paesini di provincia lontani dalle grandi città. Seguo la puntata per qualche minuto, ma al terzo intervento senza senso (nota caratteristica di queste trasmissioni), spengo, continuo a studiare e successivamente decido di scrivere quest’articolo.

Quando sei costretto a trasferirti in grandi città per motivi di lavoro o studio, spesso e volentieri ti trovi a confrontarti con delle realtà totalmente nuove, culture diverse, persone mai viste.
Il primo “problema” che si pone è rispondere alla famosa domanda: ”Di dove sei?"
Beh, io sono orgoglioso di aver sempre risposto "Pratola Peligna" (anche all’estero!) a costo di dover riepilogare tutta la geografia dell’Italia! Sarebbe stato più semplice rispondere vicino Sulmona, vicino Pescara o in provincia dell’Aquila come fanno in molti, ma non ho mai sentito questa necessità.

Noi PRATOLANI sentiamo molto l’appartenenza alla nostra cittadina, a mio avviso molto più di altri, ed è senza dubbio un sentimento bellissimo. 
Dire “Sono di Pratola” è il miglior biglietto da visita immaginabile! Perchè dico questo? Beh, in questi anni vissuti a l’Aquila ne ho viste di tutti i colori con i miei amici. I primi tempi, quando conosci persone molto più grandi di te, ti presenti timoroso come una matricola di Pratola, ma loro immaginano già chi sei! Iniziano racconti su amici in comune, personaggi di Pratola, vere e proprie leggende e nella loro testa tu sei come loro. Poi con il tempo, gli amici che provengono da tutt’Italia, associano i tuoi modi di fare all’essere Pratolano e iniziano ad amare la tua terra! 

Non scorderò mai la convivenza di 4 anni con un ragazzo di Giulianova, un vero e proprio fratello: voglio raccontarvi un aneddoto in merito. 
E’ iniziato tutto per gioco, usavamo il dialetto per confonderlo e siamo passati a dei veri e propri “esami” di Pratolano. Questo ragazzo dopo qualche mese parlava Pratolano quanto noi.  Un giorno una ragazza di Pratola lo conobbe per caso in nostra assenza e pur non essendo al corrente della nostra amicizia, lo scambiò per Pratolano visto il suo modo di parlare! Tantissimi nostri amici, affascinati dai nostri racconti muoiono dalla voglia di venirci a trovare, ed una volta giunti a Pratola li vedi al settimo cielo, entrano nel bar e sono praticamente a casa, vengono accolti a braccia aperte da tutti, girano il paese, riconoscono tutti i personaggi sentiti mille volte nei nostri racconti e non vorrebbero più andar via.

Una cosa simpatica da menzionare è la necessità che il Pratolano ha di lasciare il segno ovunque vada. Sarà capitato a tutti di leggere la famosa frase: "PRATOLA KUMMANN!". Si trova ovunque, muri, autogrill, treni, autobus e persino sulla Torre Eiffel, saranno anche "atti di vandalismo" ma personalmente la cosa diverte tanto. 
Poco più di un anno fa ho partecipato alla manifestazione degli indignati a Roma e avevo voglia di riassumere la mia rabbia con un pizzico d’ironia. Quale modo migliore di usare il Pratolano? Uscì fuori un cartellone con su scritto:”Ioje m’è rutt i cujeun!!!”. Lo slogan ha fatto il giro del mondo: oltre che sui siti locali, è finito su Sky, Corriere e Repubblica suscitando clamore ed entusiasmo nella nostra cittadina.
Questo è l’essere Pratolano che intendo io. Spontaneità, onestà, simpatia con tutti... 
... E a quelle persone che provano imbarazzo a dire che sono di Pratola dico di non avere timore perchè la gente ci ama!

Fabio Presutti

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