name='description'/> Parle Serie Blog: “Consigli di una viaggiatrice a due ruote”-Suggestioni e profumi sospesi tra storia e futuro, viaggio alla scoperta dei castelli dell’Abruzzo Aquilano.

5 lug 2014

“Consigli di una viaggiatrice a due ruote”-Suggestioni e profumi sospesi tra storia e futuro, viaggio alla scoperta dei castelli dell’Abruzzo Aquilano.

Il castello Piccolomini a Capestrano e Bominaco, sono pezzi di storia ricchi di fascino e meraviglia che regalano ancora oggi panorami mozzafiato. L’Abruzzo è anche terra di castelli.

Un occhio al passato e l’altro al presente, sì, perché è proprio così che osserviamo quando ci troviamo dentro un castello e guardiamo davanti a noi quel panorama così immenso che era oggetto di controllo e difesa per i padroni di quel territorio, e restiamo lì qualche secondo a fantasticare su come poteva essere tutto questo secoli fa.
So di essere non convenzionale proponendovi questo giro, giacché è tempo di mare e/o di picnic in montagna, vedetela come un’ottima occasione per conoscere le origini e la storia del territorio dove viviamo.

Il percorso ha inizio a Pratola Peligna e ha una lunghezza di circa 100 km a/r, vi consiglio di farlo in macchina o con la bici da strada per chi è allenato. Passando per Popoli, andate in direzione Bussi officine. Attraversate Bussi sul Tirino e poi prendete la strada statale 153 e seguite le indicazioni per Capestrano.
Il panorama vede, come registi di bellezza e di fascino, la valle del Tirino e i Monti della Laga. Prima di arrivare al paese, comincerete a vedere sulla destra il Castello Piccolomini, che io ho immortalato nella foto assieme alla mia bici in miniatura accomodata ribelle sulle mura.
Questo castello, nato per ragioni difensive e oggi sede del municipio del paese, è appartenuto ai Piccolomini d’Aragona e fu poi venduto alla celebre famiglia fiorentina Dè Medici. Nel 1500 fu attaccato dalle truppe comandate da Braccio da Montone, il quale assalì anche il Castello di Bominaco, l’altro protagonista del nostro giro e dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO.
Attraversate il paese di Capestrano e prendete la strada provinciale 94. In prossimità di Navelli, girate a destra sulla strada statale 153. Prendete poi l’uscita di Caporciano e seguite le indicazioni per Bominaco. Man a mano che salite su questa terra “oro” profumata in pistilli (lo zafferano dell’Aquila DOP), comincerete a vedere la torre del Castello di Bominaco. Vi sembrerà di respirare aria di pace e tranquillità, e ne avrete la prova entrando in quel magnifico oratorio di San Pellegrino posto alle pendici del castello, un piccolo scrigno di pregevoli dipinti pittorici benedettini del ‘200. Dateci un’occhiata!
Il primo impianto del castello risale, presumibilmente, al XII secolo; l'aspetto attuale, però, gli fu conferito in seguito alla distruzione dello stesso, avvenuta durante la spedizione del condottiero Braccio da Montone, come vi ho accennato prima. Il castello-recinto fu, quindi, ricostruito sulla cresta della montagna (Monte Buscito 1171m), in un punto raggiungibile attraverso un sentiero piuttosto scosceso. Oggi, per arrivare al castello, dovrete salire su scalini di pietra che saranno continue e nuove finestre per osservare il meraviglioso panorama sull’altopiano.
La torre conserva ancora le aperture nella cortina che servivano da avvistamento. Guardando in alto scorgerete le catene montuose del Gran Sasso, della Maiella e del Sirente che vi accerchieranno con la loro bellezza; osservando in basso, l’occhio cade sulla pianura variegata dai mille colori delle colture che in tutte le stagioni offre un superbo spettacolo. Vedrete anche numerosi abitati, e la scelta dell’insediamento fu probabilmente condizionata dalla possibilità di comunicazione visiva con i castelli e conventi vicini.
Avete in mano un bel po’ d’informazioni su questo splendido giro, ora non vi resta che andarci e di raccontarmi, se vi va, le vostre emozioni e sensazioni.

Prima di fare vacanze altrove, finiamo di scoprire la nostra regione e di conoscere noi stessi...è un viaggio che parla di noi! 

 Anouk Fabrizi

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