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6 lug 2014

Con l’acqua nel viaggio dal Monte Genzana

Da Pettorano Sul Gizio sino ai rubinetti della Valle Peligna. Risorsa per produrre energia elettrica, bacino di biodiversità e bene primario da difendere. La sua bontà, garantita dai controlli di Saca e Asl. 
 

Negli ultimi tempi mi è capitato spesso di sentire varie discussioni riguardo l'acqua potabile: chi da una parte è convinto che i nostri rubinetti distribuiscano acqua pura e chi ormai a causa dei tanti problemi sull'inquinamento ha installato dispositivi di depurazione domestica o è diventato consumatore abituale di acqua imbottigliata. Per quanto mi riguarda, a causa di problemi di salute, sono obbligato a consumare, da un anno e mezzo a questa parte, solo acqua di bottiglia ma rimango comunque convinto dell'idea, con dati alla mano, che sia una misura cautelare estrema e che la nostra acqua pubblica, della Valle Peligna, possa andare bene per chiunque.

L'acqua che comunemente consumiamo proviene dal comune di Pettorano Sul Gizio, nel limite nord orientale del monte Genzana dove sono localizzate le omonime sorgenti, un bellissimo posto che ho avuto la fortuna di visitare e che consiglio a chi non lo avesse ancora fatto; i paesaggi magnifici di questo piccolo borgo sono stati, nel mese di Marzo, gli argomenti centrali della rubrica “Consigli di una viaggiatrice a due ruote”, che potete trovare sul blog, nel quale vengono descritti i posti paradisiaci che la zona offre.
Il fiume Gizio è un affluente del Sagittario e attraversa i comuni di Pettorano e Sulmona dove, gran parte delle sue acque vengono prelevate all'interno della sorgente mediante una galleria di adduzione ed immesse nell'omonimo acquedotto che rifornisce di acqua i comuni di Pettorano e Sulmona con rispettive frazioni,il comune di Pratola Peligna i comuni di Raiano e Corfinio, ed i comuni di Prezza e Roccacasale.
Oltre alla distribuzione per uso potabile, le acque sorgive di questo corso vengono utilizzate per alimentare una centrale idroelettrica dell’Enel a Pettorano e per alimentare una serie di canali per l’irrigazione agricola.
Il letto del fiume è ricco di vari invertebrati acquatici, questi piccoli animali oltre ad essere il cibo preferito delle pregiate trote fario che abitano il Gizio, sono un indicatore biologico di acqua pura e vengono per questo utilizzati per il controllo della qualità delle acque. La rete di distribuzione che ci rifornisce è gestita da Saca Spa la quale si occupa della gestione e del controllo degli impianti, e anche del controllo della qualità dell'acqua distribuita in rete effettuando controlli a cadenza periodica prelevando campioni di acqua in diversi punti; questi controlli vengono comunque effettuati anche dalla ASL.
Concludo dicendo che questo è un discorso strettamente territoriale e riguarda soltanto la conca Peligna, quindi un raggio di circa 15 km più o meno e non è assolutamente un discorso generale. Con questo non voglio dire di certo che in altre zone l'acqua del rubinetto non sia potabile, tutt'altro io sono favorevole al berla, ma non ho le giuste informazioni per affermarlo con certezza. Quindi, agli scettici della nostra zona che non sono convinti della purezza della nostra acqua, dico che potete stare tranquilli potete bere tranquillamente l'acqua del rubinetto.


                                                                                                       Giuseppe Natale 

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