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4 apr 2014

Spazio cinema

“Le vittime della censura non sono soltanto i personaggi imbavagliati per evitare che parlino. Sono anche, e soprattutto, milioni di cittadini che non possono più sentire la loro voce per evitare che sappiano.”(M. Travaglio). Salve ragazzi! Il tema di questo mese è la censura e la manipolazione dell’informazione. I media spesso ci pongono in uno stato di “beata ignoranza “ involontaria, ma dobbiamo ricordarci sempre che è un nostro diritto conoscere la verità e far sentire la nostra voce. Buona visione!


<<Dobbiamo bruciarli tutti… fino all'ultimo>> FAHRENHEIT 451 (1966)

Il film del francese François Truffaut, tratto dal romanzo fantascientifico di  Ray Bradbury, è stato (a mio parere) ingiustamente screditato dalla critica dell’epoca. Ambientato in un futuro di fantasia (non troppo lontano dal nostro presente) il film sottolinea lo strapotere mediatico assunto dalla televisione che rende le persone, inebetite, suddite del potere e incapaci di pensare con la propria testa. Il film è incentrato sul personaggio di Montag, un vigile del fuoco, pupillo del capitano, che ha l’obbligo di scovare e bruciare tutti i libri, rei di impedire alla gente di essere felice:  infatti, i libri raccontano storie che possono abbellire la realtà o addirittura spingere alla riflessione o portare le persone ad evadere dalla realtà medesima. Ciò che domina ogni scena è i maxischermo che, bombardando le persone di reality tv e pubblicità, guida costantemente la coscienza delle persone, che perdono il proprio io e vivono nell’ignoranza. Il film è sicuramente l’estremizzazione della società occidentale, consumistica e omologante, ma è anche un elogio alla letteratura e alla bellezza della scoperta della conoscenza attraverso la lettura. Bellissima la scena finale, in cui il protagonista distrugge la tanto invadente televisione come atto di ribellione e il talamo nuziale come segno di disprezzo nei confronti della moglie, che incarna perfettamente l’assuefazione al potere mediatico. Un film che fa riflettere.

Ilaria Presutti    
     
<< È a Madame Giustizia che dedico questo Concerto, in onore della vacanza che sembra aver preso da questi luoghi e per riconoscenza all'impostore che siede al suo posto.>> V PER VENDETTA (2005)


Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Alan Moore, è inscenato sul grande schermo dai fratelli Wachowski. La storia è ambientata nel Regno Unito in un futuro prossimo, in cui, dopo un lungo periodo di guerra, si è instaurata una dittatura capeggiata dall’alto cancelliere Adam Sutler. In questa società tutti i cittadini sono sottomessi al governo che fornisce loro una parvenza di indipendenza ma, in realtà, sono addirittura controllati e registrati i commenti che questi ultimi esprimono verso la società. Questa visione utopistica si avvicina molto a quella dello scrittore George Orwell e si possono riscontrare molte somiglianze tra V per vendetta e 1984, eccetto per la scelta del personaggio. V è un rivoluzionario a tutti gli effetti che da molti anni progetta la totale distruzione della politica vigente sui cittadini inglesi. Per tutto il film il volto di V è celato sotto la famosa maschera, e tranne per qualche flashback, si sa poco e niente della storia relativa al personaggio. Lo spettatore riesce ad entrare nella psiche di V grazie a Natalie Portman che impersona Eavey Hammond, una ragazza che casualmente viene a contatto con il nostro rivoluzionario e apprende poco a poco durante il film tutte le virtù e gli ideali celati sotto quella maschera. La pellicola è chiaramente una sorta di denuncia verso la nostra società attuale, con la geniale idea di inscenarla nel futuro estremizzando alcuni particolari in modo da attirare l'attenzione dello spettatore e magari riscontrarli nella propria comunità. Concludo con una stupenda e riflessiva citazione attinente sia al film che al tema mensile: <<La libertà, se l'hai dimenticato, è il diritto dell'anima di respirare, e se essa non può farlo le leggi sono cinte troppo strette. Senza libertà l'uomo è una sincope.>>

Luca Pizzola

I LOVE RADIO ROCK

<<gli anni passeranno e i politici non faranno mai un cazzo per rendere il mondo migliore ,ma in tutto il mondo ragazzi e ragazze avranno sempre i loro sogni  e tradurranno quei sogni in canzoni>>
Siamo nel pieno della swingin london e nelle radio vengono trasmesse per la quasi totalità canzonette leggere ma le nuove generazioni vogliono altro e per loro un eccentrico gruppo di personaggi ha la soluzione. Ecco allora che assistiamo alla nascita di numerose radio pirata e i nostri eccentrici personaggi sono tutti impegnati a trasmettere il verbo musicale direttamente da una nave ancorata nel mare del Nord. Un giovane ragazzo, Carl, viene “spedito” dalla madre sulla nave entrando in contatto con i deejay che trasmettono dalla stazione-nave pirata vivendo un esperienza indimenticabile, ma e in tutte le belle storie c’è sempre un ma, il governo inglese cerca in tutti modi di censurare e mettere fine alle trasmissioni pirata ingaggiando una lotta burocratica e quasi personale verso i nostri ,che lotteranno fino all’ultimo pur di non lasciare che la censura vinca sulla libertà.  Davvero un gran bel film, per il tema trattato, per la bellissima musica e in più con un grandissimo cast.


Mariafrancesca Carosa

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