name='description'/> Parle Serie Blog: Sport

22 gen 2014

Sport

Intervista ad un tifoso Bianco-azzurro.


Cosa ti ha fatto avvicinare al Pescara?                                                                                                                       
Derby Castel di Sangro-Pescara stagione ‘98/’99 accompagnato da mio padre( all’età di 10 anni) di fronte a me la curva biancazzurra in festa. Amore a prima vista e dalla domenica successiva le 10.000 lire erano nelle casse della Pescara calcio. Dopo tanti anni di militanza iniziai ad avvicinarmi nell’ambiente più caldo della curva , vivendola fisicamente e mentalmente 7 giorni su 7.

Cos’ era per te la trasferta?                                                                                                                
La trasferta è sempre il momento più aspettato della settimana, entrare nel settore ospiti anche dello stadio più brutto d’Italia ti da sempre un’emozione unica, in tutti i 90 minuti e oltre l’obiettivo unico è lasciare il segno , dimostrare all’avversario che la curva che ha di fronte è una curva che merita rispetto. Uno degli episodi che ricordo con maggiore piacere è avvenuto a Terni, perdere quella partita significava abbandonare il treno play off e noi la perdemmo. Sugli spalti però non ci fu storia un’ora dopo la fine eravamo ancora a cantare e a vincere la NOSTRA partita. Tornammo in tarda serata fieri e contenti aldilà del risultato del campo.

Cosa ti ha fatto allontanare dallo stadio?                                                                                    L’allontanamento dallo stadio è arrivato gradualmente, la tessera del tifoso è stata la mazzata decisiva ,ma, tutto il contorno di biglietti nominali , restrizioni per striscioni anche non offensivi , repressione gratuita ecc… ha fatto si che oltre me, stadi interi si svuotassero. Spesso, anzi sempre si da la colpa agli ultras per questo motivo ma bisogna chiedersi perché negli anni 80/90 gli stadi erano gremiti (anni in cui gli scontri tra tifoserie arrivavano puntuali ogni domenica). Ognuno ha il diritto di farsi una propria idea ma cosa giusta sarebbe informarsi prima di renderla pubblica.

Cosa vuol dire essere ultras?                                                                                                        Essere ultras vuol dire ritrovarsi in una precisa corrente di pensiero, non vuol dire solo sostenere la squadra ma vivere lo stadio e la propria città a 360 gradi, chi dice che siamo pazzi a sostenere una squadra di calciatori strapagati deve sapere che il tifo lo si fa per la maglia e per la città in primis. Non per scadere nella retoricità però il bello di sentirsi ultras è quello di appartenere a una giusta causa, di credere in dei valori e in degli ideali e di portarli avanti, diciamo che il rettangolo di gioco è il contesto.

Come vedi le nuove generazioni di tifosi?                                                                                                                           
 Se mi incazzo perché tanta gente si sente solo oggi tifosa del Pescara è perché sono geloso e possessivo. Il pescara è stato l’amore piu’ grande, quello che c’è sempre stato e che ci sarà e non lascio che 20000 improvvisati se lo sentano loro, il delfino è di pochi. Non c’è un’età precisa per amarlo, c’è il quarantenne che ha tutti i tipi di ricordi e chi invece ne ha venti o poco piu’ come me, che del Pescara ricorda tante e tante delusioni ma l’ ha sempre sostenuto a prescindere da questo. Perchè l’ha sentito suo da subito, perché è diventata un’ossessione e perché le storie difficili ci sono sempre piaciute! Ho iniziato a tifare Pescara quando tutto andava male, quando ero piccolino e sentivo tanta gente bestemmiare contro i campionati deludenti della gestione Scibilia, questo non m’importava però,mio padre mi accompagnava prima in tribuna e poi piano piano in curva e mentre lui che odiava il calcio stava seduto a fare la settimana enigmistica al lato della curva io iniziavo a cantare fregandomene del risultato, ma fissando il fumo delle torce e il fascino di uno striscione. Passava qualche campionato e mi ritrovavo a viaggiare in treno prendendo quello delle 9 di mattina e facendomi quei 3 km a piedi per raggiungere lo stadio e vedere quelle abitudinali sconfitte in casa..una domenica intera fuori casa dato che viaggiavo da Popoli e gli orari dei treni erano praticamente lontani dalla data di inizio e fine della partita…tutto questo mentre sugli spalti c’erano i soliti 3000 spettatori…quelli che oggi meriterebbero di scendere in piazza con la testa alta e la coscienza pulita di chi ha amato davvero questi colori. Poi le prime trasferte in giro per l’Italia, l’onore e l’adrenalina di entrare in uno stadio nuovo e di sentirsi presente e a difesa della propria squadra, perchè la presenza e la costanza erano le cose più importanti! I lunedì passati a dormire prima sui banchi di scuola e poi su quelli dell’università dopo essere rientrati la domenica notte da un lungo viaggio. Nessun rammarico però, perché è sempre stato bello, è sempre stato un onore potersi vantare di esserci stato oltre il risultato! Certo , abbiamo vissuto le due promozioni in B che per me e tanti altri sono state come la vittoria di due scudetti, vissute da protagonisti e non sopra una poltrona come tanti sono abituati a fare. Oggi invece è tutto piu’ strano, non poter seguire la propria squadra in trasferta grazie ad una legge assurda e che tutti hanno riconosciuto essere anticostituzionale anche se per abolirla non si fa nulla. Beh io vado avanti col mio pensiero, quello di non cedere ai ricatti di chi ha il potere ma non la passione, un obiettivo l’hanno raggiunto, quello di rovinarmi una gioia che era il sogno di una vita…la serie A…quella che tutti sognavamo ma reputavamo impossibile, dopo le tante prese per il culo e le promesse mai mantenute. Io però sono ancora geloso dei miei colori perché chi oggi è salito sul carro dei vincitori deve moderare i termini , deve riconoscere in NOI che ci siamo sempre stati i veri amanti del Pescara e dovrebbe cercare di collaborare , iniziando a non pensare con il culo e a non fare una tessera del tifoso che toglie libertà a chi ha il diritto di entrare allo stadio dovrebbe essere piu’ solidale verso chi ha lottato per la rinascita della squadra per cui oggi proclamate amore! Quindi da vero innamorato chiedo a voi di non tesserarvi tutti l’anno prossimo ma di lasciare spazio a chi vuole spendere piu’ soldi comprando ogni settimana il biglietto per essere a posto con la coscienza che per me vale piu’ di tutto! E’ con la mente che saliamo sui gradoni degli stadi di tutta Italia , piu’ di quanto un abbonato possa farlo entrando fisicamente con una tessera! Fino alla fine ultras…

Alessandro Margiotta

Nessun commento :