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22 gen 2014

Sport

La dura vita dell’allenatore

Paese che vai, usanza che trovi. In Italia, tra le tante, ce n’è una molto in voga negli ultimi anni: l’esonero dell’allenatore. La prima regola non scritta del gioco del calcio è quella secondo la quale, quando le cose vanno male durante la stagione, a pagare è sempre il mister. 

Non a caso, Gianni Morandi nella sua canzone “L’allenatore” descrive perfettamente la vita di questa figura particolare, che “ha dato tanto e ha avuto molto meno ma quanti ostacoli quanto veleno prima di alzare le sue braccia al cielo”. 
Può capitare a tutti l’annata storta, può capitare soprattutto che la società faccia un mercato inadeguato agli obiettivi prefissati, lasciando in mano al tecnico una squadra nella quale la qualità va ricercata col lanternino. Eppure, in questi come in (quasi) tutti gli altri casi, a pagare è sempre il coach, anche se i suoi giocatori faticherebbero a combinare qualcosa pur prendendoli a pedate nel sedere. Ah, dimenticavo: la seconda regola non scritta del gioco del pallone è che spesso, dopo il cambio tecnico, le sorti delle rispettive squadre subiscono un miglioramento istantaneo. Alcune volte poco duraturo, ma l’effetto benefico c’è quasi sempre e si vede. Che la tendenza sia ormai forte nella Penisola lo certificano i dati delle ultime 5 stagioni in Serie A, durante le quali non si è mai andati sotto la doppia cifra in termini di esoneri (con il campionato formato da 20 squadre). Ecco di seguito il numero di licenziamenti, anno per anno:

Stagione

 2008/09: 11 esoneri
2009/10: 15 esoneri
2010/11: 12 esoneri
2011/12: 16 esoneri
2012/13: 11 esoneri

Nel momento in cui scrivo, siamo arrivati alla metà esatta del campionato, con già 8 esoneri all’attivo, tra i quali spicca quello di Massimiliano Allegri dal Milan. Ripercorrendo queste prime 19 giornate della Serie A 2013/2014, il primo della lista è stato Fabio Liverani, sostituito da Gian Piero Gasperini sulla panchina del Genoa, con miglioramenti evidenti. Poi è toccato a Maran del Catania, a cui è subentrato De Canio con gli etnei comunque ancora ultimi in graduatoria. Andando ancora oltre, hanno cambiato Sampdoria e Chievo, le quali hanno salutato Delio Rossi e Giuseppe Sannino per accogliere Sinisa Mihajlovic ed Eugenio Corini: entrambe sarebbero salve alla fine del girone d’andata.  Reja è tornato alla Lazio al posto di Petkovic, mentre Ballardini ha sostituito Stefano Pioli alla guida del Bologna. Per concludere, come detto, ci sono stati i licenziamenti di Allegri e Davide Nicola, via da Livorno dopo la promozione in A e una squadra rimasta praticamente inviariata. Succede nella piccola realtà di Pratola, succede in A: il primo a pagare è sempre l’allenatore, e c’è da star certi che la lista delle “vittime” dei presidenti si allungherà molto presto.

Luigi Polce



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