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22 gen 2014

Attualità

Dalla verità assoluta alla sua scomparsa.

Quando nel Medioevo l'uomo della strada cercava delle risposte a delle domande, aveva un modo solo per trovarle. Andava da un prete che gli dava le risposte contenute nell'unica fonte possibile, la Bibbia. La verità era lì e in quel libro c'erano tutti i responsi; se qualcosa non convinceva, era meglio tenerselo per sé, altrimenti si rischiava il rogo. Il limite di un tale sistema è di facile comprensione. C'era una sola voce, una sola verità e l'eventuale dissenso, che bene dirlo, era quasi sempre legato e guidato da uomini di chiesa, era represso in modo brutale. Poi, con l'invenzione della stampa prima e dei mass-media poi, le verità moltiplicarono. L'uomo della strada sceglieva il giornale, la stazione radio o il canale televisivo e cercava le sue risposte.
Si passò dunque, lentamente, da una sola verità a più verità; una sorta quindi di democrazia delle fonti d'informazione che comunque restavano finite. Lo stesso dissenso si allargò ad altri soggetti, nacquero i cosiddetti intellettuali o capipopolo che guidarono le masse verso le rivolte. Se qualcosa non ci convinceva bisognava armarsi di buona volontà e cercare fonti alternative di conoscenza, la maggior parte delle volte presso biblioteche pubbliche o private. Ma le fonti restavano finite. Poi un decennio fa arrivo il web e fu come aprire il vaso di Pandora. Le informazioni ora viaggiano alla velocità della luce e sono praticamente infinite. Vuoi cucinare una crostata? Vai su YouTube e guardi il video. Vuoi essere informato su ciò che accade? Milioni di siti ti informano in tempo reale. Se hai un problema legale e non hai mai visto un codice civile, non preoccuparti, un avvocato on line è pronto per te. Insomma, se hai un qualsiasi tipo di dubbio o vuoi capire una cosa a te ignota e vuoi risolverla, Google è lì, a tua disposizione. Le fonti, quindi, sono infinite. Quando uno s'informa cerca la verità, ma il limite del web sta proprio nella sua illimitatezza delle verità che esso propugna e al fatto che molte di queste siano bufale o leggende metropolitane. Basti guardare quanti tipi di informazioni si hanno sul disastro di Fukushima. Una miriade di notizie, il più delle volte contraddittorie, che vanno dall'imminente apocalisse, fino al più tranquillizzante “è tutto sotto controllo”. Quindi paradossalmente, è assolutamente vero che qualcuno menta.
Questo è vero anche per la crisi economica e le sue soluzioni, per le cure di una determinata malattia, per la situazione geopolitica nel medio oriente o per come risolvere il problema della mancanza di fonti energetiche. Una volta qualcuno disse che “la verità è la fine del mondo”, intendendo con questo affermare che non tutti sono pronti alla verità; altri affermano che “non esiste una verità assoluta”, ma il rischio di un criterio come quello proposto dal web è che ognuno si scelga la verità che più gli aggrada, parcellizzandola all'infinito fino a distruggerla caoticamente. Il web è da buttare quindi? Assolutamente no, ma almeno quando si cerca qualcosa su Google non si scelga quello che ci più ci piace ma ci si informi in modo più approfondito, dato che lo strumento lo permette.

Lucio Giunio Bruto



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