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22 mag 2013

Miscellanea


Ovidio senza discepoli

Niente, non ce l’hanno fatta. Sono ancora li. Sit-in, proteste, manifestazioni, striscioni, cartelloni e minacce di occupazione non sono servite a nulla. Gli studenti del liceo classico Ovidio si trovano ancora “scaricati” nell’edificio dell’ex croce rossa dopo aver perso la loro sede storica di piazza XX nel 2009 per inagibilità. Sede che diventa simbolo di un’Italia che spesso non funziona, che dimentica. In 4 anni non è cambiato quasi nulla, anzi, una cosa forse si: il numero di iscritti. Solo due le sezioni formate nel 2012, una miseria.
Che cosa rivendicano gli studenti? Non molto. Rivendicano solo i loro diritti. Citando lo Statuto dello Studente del 1998, la situazione è abbastanza chiara:
«Art 2 comma 8 La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare: a) un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità».
La disequazione è molto semplice: Liceo Classico < resto delle scuole. Si parla di didattica, ma non solo. Il classico, liceo immensamente grande per gli studi umanistici, si ritrova ad affrontare programmi ridotti all’osso anche in filosofia(Ritrovarsi a maggio con Hegel non è di certo un granchè). Cambiamenti di sede (ex croce rossa, istituto d’arte..) e cambiamenti di orario (utilizzo dell’orario da 50 minuti per “adattarsi” all’orario dell’artistico) non hanno di certo dato una gran mano. E in tutto questo: dov’è l’impegno?
«d) la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con handicap».
Salubrità e sicurezza son parole che forse, nell’attuale sede del classico, potremmo trovare solo in qualche Zanichelli del ‘98. Parlare di aule disastrate è un eufemismo: mancanza d’illuminazione efficiente, aule divise a metà dal cartongesso, riscaldamento inadeguato. Un mix perfetto per una situazione degradante sia per i professori che per gli alunni. Per anni, gli studenti del Classico sono stati costretti in situazioni non degne del nome che portano sulle spalle. La perdita dell’edificio in piazza XX ha fatto si che l’ora di educazione fisica venisse svolta nei parcheggi e nelle strade (essendoci una concomitanza con le classi dell’artistico) in una situazione di estremo pericolo. Lo stesso edificio che ancora oggi, completamente abbandonato, continua a contenere materiale utile al fine dell’insegnamento: gessi, libri di testo, quaderni ecc.ecc. che potrebbero essere quantomeno ripresi e portati nella nuova sede: magra consolazione.
«Art 2 comma 9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l'esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto. »
Tin tin tin: altro diritto, altra violazione. Gli ovidiani, dopo il 2009, sono stati costretti a rimboccarsi le maniche anche sotto questo punto di vista. Le assemblee sono state svolte, a spese degli studenti, nell’Auditorium dell’annunziata o nel cinema Pacifico per ovviare alla mancanza della sede principale. Ora non vogliamo colpevolizzare nessuno, non sarebbe giusto, non conoscendo a fondo le vicende. Preoccupiamoci piuttosto di spronare i candidati sindaci dato che, ancora una volta, hanno elegantemente escluso la vicenda “Classico” dai loro programmi. «Fino a quando abuserete della nostra pazienza?»
23 Maggio 2013, la sveglia è suonata. 

Hank

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