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22 gen 2014

Attualtà

Il Tribunale non s’arresta


L’undici di questo mese si è svolta a Sulmona la manifestazione per promuovere il referendum abrogativo in difesa dei tribunali minori, il quale mira appunto ad abrogare la disposizione legislativa prevedente la soppressione dei suddetti ed emanata durante il governo Berlusconi del 2011 e ripresa, poi, dal governo Monti. I quesiti referendari sono voluti da 5 regioni italiane, tra queste copre un ruolo di spicco la regione Abruzzo; ora si attende solo il 15 gennaio prossimo in cui si pronuncerà la Corte costituzionale sull’ammissibilità del referendum.

La manifestazione ha visto partecipare più di mille persone, superando ogni rosea previsione, partendo dagli studenti frequentanti le scuole della cittadina fino alle più alte istituzioni, nelle quali spiccano nomi importanti come quello del presidente dell’ordine degli avvocati Gabriele Tedeschi, le tre parlamentari Paola Pelino, Enza Blundo e Stefania Pezzopane e il Sindaco sulmonese Peppino Ranalli. I cittadini si sono dati appuntamento nella mattina dinanzi il tribunale ed hanno formato il corteo che li ha portati a piazza XX Settembre in cui sono intervenuti i suddetti esponenti spiegando i quesiti referendari e l’utilità, l’essenzialità del bene tribunale per la Valle Peligna. Tutti gli interventi sono degni di nota e hanno riscosso i dovuti applausi però, personalmente, ne ho apprezzato uno in particolare: quello dell’avv. Tedeschi, il quale porta avanti questa battaglia sin dall’inizio, spesso, se non sempre, senza l’appoggio di alcuna istituzione. Alcuni, invece, hanno pronunciato discorsi in difesa del tribunale solo per placare “l’ira” dei cittadini che da troppo tempo aspettano risposte da queste figure istituzionali “inesistenti”. L’on. Paola Pelino è intervenuta dicendo: “Il governo deve ascoltare le nostre rimostranze. Sono già pronti i nostri emendamenti, da inserire nel decreto legge mille proroghe, dove chiediamo una proroga di 10 anni alla ulteriore proroga di 36 mesi che scadrà a dicembre 2014”. Ascoltando le sue parole, una riflessione mi sorge spontanea. 
Dov’era L’onorevole Pelino quando nel 2011 il governo Berlusconi ha deciso la soppressione dei tribunali minori? Ha mai posto una question time in parlamento nella quale esponesse il problema? La risposta a queste domande è che la senatrice abbassa il suo sguardo quando si incrocia con quello dell’interesse di partito, disinteressandosi del tribunale della sua cittadina e non solo. La solita commedia all’italiana, prima lo schiaffo e poi le scuse. Cari lettori tuttavia c’è sempre tempo di rimediare e mi permetto di dare due consigli all’on. Pelino, o meglio: 1) Faccia al più presto in Senato una question time trattante la vicenda del tribunale di Sulmona, poiché non si dimentichi che la presenza del tribunale è necessaria perché vige il 41-bis nel carcere di massima sicurezza della sua cittadina. 2) Lanci una nuova linea di confetti, caratterizzati dalla scritta “Il tribunale è un bene vitale” o simili. Vedremo se ci sorprenderà. Ora è arrivato il turno della senatrice Pezzopane la quale ha affermato: “Il referendum dovrà essere ammesso e dovremo combattere insieme a tutte le regioni che hanno aderito per fare abrogare questa legge sbagliata. Ho già presentato un emendamento che ho fatto firmare da autorevoli personaggi del Senato per far capire che questa non è una battaglia localistica e la prossima settimana discuteremo in commissione sul decreto mille proroghe. Ottenendo la proroga c'è tempo per riorganizzarsi”. Anche in questo caso c’è da chiedersi se fino ad ora la Pezzopane ha aspettato il bacio del principe azzurro per svegliarsi, poiché ricordo la sua presenza come presidente della Provincia dell’Aquila dal 2004 al 2010, dimenticandosi della Valle Peligna. Come si può ben vedere coloro che ci rappresentano o che ci dovrebbero rappresentare non sono tra i migliori e tutto ciò non può essere di buon auspicio. A questo punto rimane solo una speranza: noi. Operai, dottori, infermieri, avvocati, impiegati, imprenditori, studenti, artigiani e tutte le forze lavoro presenti nel territorio si devono unire, accantonando le ideologie politiche, mettendo sul piatto i beni in comune rimasti nella Valle peligna(In primis tribunale e ospedale). Siamo pronti per questa unione di intenti? Credo di no. Leggendo sui social network e ascoltando alcuni individui ( devo dire molto ignoranti) ho preso nota dell’esistenza di ideologie mortuarie del tipo “ Sono contento se chiudono il tribunale perché gli avvocati sono una casta”; ancora “gli sta bene la soppressione del tribunale perché dov’erano gli avvocati quando chiudevano le fabbriche”. Bisognerebbe fare al più presto una campagna educativa per far capire che la sconfitta del tribunale, come quella dell’ospedale o di qualunque fabbrica colpirebbe tutti. Quindi cerchiamo di coinvolgere più persone possibili nella nostra battaglia, emarginiamo coloro che ci remano contro e riprendiamoci la nostra valle e i nostri diritti, utilizzando anche la forza se necessaria.



Marco Alberico

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