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23 dic 2013

Attualità

TARES

Puntualmente negli ultimi anni, in prossimità delle feste natalizie, gli italiani sono stati costretti ad impegnare, per il pagamento delle imposte, la loro tredicesima (almeno quelli che la prendono ancora). Lo scorso anno c’era da pagare la TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) mentre quest’anno tocca alla TARES (tariffa ambientale per i rifiuti e altri servizi), che porta la firma del vecchio governo Monti e che con il decreto legge n°201 del sei dicembre duemilaundici è stata sostituita alla TIA (tariffa d’igiene ambientale) e alla sopracitata TARSU. Tralasciando questi abominevoli giri di parole entriamo nel dettaglio. Cos’è la Tares? 
E’ la nuova tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili che riguarda appunto la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e il finanziamento di servizi quali: l’illuminazione, la manutenzione stradale, la polizia municipale e l’anagrafe. Saranno tenuti a pagarla i proprietari, o occupanti, di beni immobili che generano rifiuti mentre escluse dal conteggio sono le cosiddette “pertinenze” delle abitazioni private, le unità immobiliari sprovviste di allacci alla rete idrica ed elettrica a eccezione di depositi e magazzini. Come si determina il pagamento? Per gli immobili a destinazione ordinaria, la base imponibile rimane la superficie catastale all’80%. Per determinare l’importo si dovrà tener conto ,dunque, di molti fattori come: il numero di residenti, l’uso e la produzione di scarti. Ai comuni, inoltre, sono state date disposizioni statali a riguardo delle possibili riduzioni, delle rate previste per il pagamento e per l’affidamento del servizio di riscossione; oltre alla possibilità di rimanere con la vecchia imposta, la Tarsu.
PRATOLA. Il mese scorso in consiglio comunale è stato approvato dall’amministrazione il nostro bilancio cittadino. Non senza polemiche sia in aula che sul social network, dove ormai si fa più propaganda che informazione. Va tenuto conto, come è stato spiegato nel depliant distribuito circa dieci giorni fa dal gruppo di maggioranza dei tagli da parte dello stato, dell’azzeramento del fondo sisma 2009 e di altre spese imposte dalla legge che a quanto pare hanno lasciato l’amministrazione con un buco di 473.038,00 euro. Tutto questo ha reso difficoltosa la stesura del bilancio annuo, anche in relazione con il “patto di stabilità” . Antonio Di Nino, capogruppo dell’opposizione, la quale durante il consiglio comunale ha abbandonato l’aula, accusa: “Sulla tares, prima del consiglio comunale, a seguito di un incontro con l’assessore Petrella e il capogruppo Antonucci , avevamo proposto di lavorare insieme affinché non venisse applicata la tares e rimanere nel regime tarsu. Infatti, l’applicazione della tares, con una maggiore pressione tributaria nei confronti dei cittadini pratolani ,è una vera e propria beffa. L’impegno di tutti i concittadini nell’espletamento della raccolta differenziata non è ripagato da una diminuzione in bolletta, anzi, in alcuni casi si è trovata aumentata di circa il 40%”. Dall’altro lato, sempre a quanto scritto sul depliant, il gruppo di maggioranza parla di un criterio di equità garantito dalla Tares e rigetta le accuse sulla minoranza che non è stata capace di proporre misure concrete per il miglioramento della manovra, che quindi, ha abbandonato l’aula in segno di resa. Ora; noi di Parle Serie, non di certo economisti o esperti in materia ci tiriamo fuori effettivamente dal discorso su cosa sia meglio, se la TARES o la TARSU e poniamo una critica ad entrambe le fazioni. La prima va all’amministrazione De Crescentis, che dopo il fervore elettorale dell’estate duemilaundici ci aveva fatto quasi sognare in grande, chiudendosi poi a riccio di fronte le difficoltà date dalla crisi nazionale, che al posto di restare in contatto coi cittadini e con i giovani, contatto che le aveva consentito di dominare le elezioni amministrative, ha preferito abbassare la testa e tirare dritto non senza colpe e blandi meriti. La seconda va al gruppo di opposizione, che accecato da una critica quasi compulsiva e dalla propaganda elettorale non si è mai avvicinata all’idea di una collaborazione costruttiva per il paese. In quanto al di là delle parole spese sui social non ha presentato ufficialmente un emendamento al bilancio sulle ultime questioni, che è poi lo strumento ufficiale con il quale si pongono, in fase di discussione di manovra, le modifiche alla spesa destinandole in modo alternativo. Detto questo, noi, speriamo che ce la caviamo, perché, non per essere pessimisti, ma il nodo al collo stringe e competere è la peggiore delle soluzioni. Intanto Tares o Tarsu prepariamoci per l’anno prossimo a dover pagare anche la service tax. 

Antonio Di Bacco Giacomo Liberatore

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