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23 dic 2013

Musica

Le Classifiche di Parle Serie a cura di Silvio “Don” Pizzica

Gli Anni 70, altro che Mina, Battisti e “La Febbre del Sabato Sera”.






Joy Division - Unknown Pleasures (1979) Post-Punk
Ci sono infiniti flashback che alimentano in me il mito dei Joy Division, memorie che parlano di amicizia, di basket e bravate, di poesia, di chiacchierate e di un Natale che mi porto lancinante come una spina nel cuore. Impossibile slegare la magnificenza del loro album d’esordio dalle emozioni che colmano chi li ascolta, talvolta le stesse che hanno portato alla triste fine del loro leader, Ian Curtis, il più strabiliante loser che la storia ricordi. Non si può scegliere di morire a ventiquattro anni. Unknown Pleasures ci ricorda che si può spegnersi anche vivendo e ci rammenta che fare musica è più che suonare, è un dischiudere se stessi, elargire le proprie miserie, le private debolezze, come carne sanguinante sul petto, al pasto vorace di un pubblico mai sazio dell’altrui disperazione.

1.      Pere Ubu - The Modern Dance (1978) Post-Punk, Art Punk
Nata come omaggio alla commedia Ubu Roi di Alfred Jarry, genitrice del movimento surrealista e del teatro dell'assurdo, anche la musica dei Pere Ubu, si presenta urtante, sarcastica e brillante, solo apparentemente pesante e scomposta. Partendo da Blues e Anarco-Punk, i Pere Ubu hanno dato il via alla sfida New Wave. Sono loro che ci indicano con giaccone nero e cappello in testa, la strada dell’assurdo come salvezza dalla disperazione in cui l’homo industrialis si è cacciato all’insperata ricerca della disgraziata felicità, così come gliel’hanno dipinta.

2.      Television - Marquee Moon (1977) Art Punk, Post-Punk
La storia di questa meraviglia nasce nel lontano 1971, quando Verlaine, Hell e Ficca strimpellavano uno sporco Proto-Punk col nome Neon Boys. La band durò poco più di un anno ma la loro fine disegnò l’inizio di una rivoluzione. Nel 1973 Verlaine incontra il chitarrista Lloyd e sbocciano i Television che ben presto s’inseriscono nella scena del CBGB’s. Nel 1975, Hell lascia la band e fonda gli Heartbreakers. L’addio significa il rafforzamento di Verlaine. L’ultimo passo è l’ingresso di Smith e la firma con l’Elektra. Quindi la nascita di Marquee Moon, un simbolo del movimento New Wave di cui ha coniato lo stile musicale e l’atteggiamento decadente, sferzante, disarmonico.

3.      Ash Ra Tempel - Schwingungen (1972) Krautrock, Psychedelic Rock, Experimental Rock
Il doppio album è del 1972 e la band due anni più vecchia. La psichedelia cominciava a muovere i primi passi sviluppandosi soprattutto in U.K. In Germania, la musica sperimentale e lisergica prende una deriva cosmica trasformandosi in quello che la stampa estera definì, in maniera dispregiativa, Krautrock. Dalle indagini elettroniche di Stockhausen, passando per la psichedelia, le diverse formazioni esplosero  in stili differenti, solo parzialmente legati alla base. Tra i tanti, gli Ash Ra Tempel rincorsero la scuola di Leary e del suo attivismo in favore dell'uso delle droghe psichedeliche. Con Schwingungen si potevano raggiungere luoghi cosmici con la mente, scegliendo il punto dove cantare i propri mantra stellari e inspiegabili. Con Schwingungen nasce la New Age.

4.      Tim Buckley - Starsailor (1970) Avant-Folk, Experimental Rock, Folk Rock
Le note volteggiano senza un filo conduttore melodico, distraendosi in sonici non sense e cacofonie apparenti che si rivelano gemme d’innovazione. La musica diventa un unico fluire tra i meandri della mente e l’irrazionalità della natura, ora rallentando ferocemente e ora rivelandosi in tutta la sua furia isterica. Con Starsailor, Buckley giunge al suo apogeo e, inevitabilmente, da tanto in alto non può che cadere. Impossibile appagare il gusto del pubblico attraverso una strada così complessa. Difficile accontentare i suoi estimatori, innamorati delle canzoni e della sua voce. È l’inizio di una discesa che lo porterà a morire per via di alcol e droga. Come quasi tutti i grandi geni visionari Tim Buckley era troppo avanti per i suoi contemporanei ma se la storia ha un grande potere, è quello di darci la possibilità di guardare le alture espressive dell’arte con calma e consapevolezza.






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