name='description'/> Parle Serie Blog: la musa di un folle artista

7 dic 2013

la musa di un folle artista

La musa di un folle artista-puntata 11


Riflettei a lungo sulle sue parole e sul suo sguardo,mi lasciarono una strana sensazione addosso,pensavo si fosse divertita e fosse contenta di me e della mia vita a Londra,eppure perché salutarmi con quelle parole,con quello sguardo così profondamente triste,quasi a voler predire una sciagura,quasi come se fosse l’ultima volta che ci vedessimo. 
Tornai a casa e aprii il pacco,era una scatola rettangolare non molto grande con un fiocco di raso viola,era impacchettata con cura nei minimi dettagli e pensai subito che non fosse opera della zia Carol,solitamente lei non perdeva molto tempo nei particolari. Sciolsi il fiocco e alzai il coperchio,c’era un album dentro. Sulla copertina c’era una mia foto da bambina probabilmente appena nata e all’interno pagina per pagina c’erano tutti i miei articoli accuratamente ritagliati dal giornale,alla fine sull’ultima pagina c’era scritta una frase <<Il fatto che tu non mi veda non significa che io non ci sia. Ti voglio bene la tua mamma>>. Di scatto presi l’album e lo scaraventai a terra,mi chiusi la porta di casa dietro le spalle sbattendola e corsi da lui. Piansi lungo la strada,piansi perché per la prima volta mia madre si era affacciata nella mia vita e l’aveva fatto nascondendosi,piansi perché si era ricordata solo dopo 18 anni che esistessi,piansi perché di me aveva solo quella insulsa foto di quando ero appena nata,piansi perché era riuscita a rovinarmi anche questa esperienza,ma soprattutto piansi perché in fondo quel gesto mi era piaciuto,perché nessun altro,me compresa aveva pensato ad incorniciare i miei articoli con così tanta cura,piansi perché io la ignoravo mentre lei evidentemente mi pensava,piansi perché lei diceva di volermi bene mentre io ero convinta di odiarla. Ero stata vittima di un vero e proprio attentato,quella scatola si era introdotta in casa mia come il cavallo di Troia, e cogliendomi di sorpresa era esploso,e tra i fumi e il boato erano saltati via,come parti del corpo insanguinate, i pezzi della mia sicurezza,della mia stabilità bagnati dalle lacrime. Arrivai al Moonlight, ma lui non c’era. Il suo coinquilino ,vedendomi turbata, mi chiese di restare lì ad aspettarlo con lui. Mi accorsi che stava fumando una canna e senza rifletterci troppo gli chiesi di farmi fare qualche tiro.

Claudia Di Meo

Nessun commento :