name='description'/> Parle Serie Blog: La musa di un folle artista

9 dic 2013

La musa di un folle artista

La musa di un folle artista-puntata 12


Non ne avevo mai fumata una prima ma, per sentito dire, sapevo che faceva stare bene e così,disperata,volli provare. Iniziai a fumare,non era molto diversa da una sigaretta normale ma il sapore era migliore e boccata dopo boccata mi sentivo più rilassata. Le mie labbra rilasciavano lentamente una nuvola di fumo al cui interno c’erano tutti i miei pensieri,le mie angosce,i miei sensi di colpa che pian piano uscivano via e si dissolvevano nell’aria. 

Non ci volle molto prima che iniziassimo entrambi a ridere e lasciarci andare. Stemmo così per circa una mezz’oretta ridendo e scherzando,probabilmente non mi aveva fatto tutto quell’effetto,ma lo amplificai volutamente,perché mi sentivo bene,felice e non mi andava di ritornare indietro. Fin mi assecondava seguendomi in ogni risata senza senso e nei finti giramenti di testa. Ad un certo punto la porta dell’ufficio si aprii,era lui <<Che state facendo? Mi sembrate due scemi!>>,mi prese per un braccio e mi portò fuori. <<Sei arrabbiato?>> <<No figurati,però non prenderci il vizio ok? E la prossima volta se proprio vuoi chiedi a me!>> <<Tu non c’eri,ho incontrato Fin e ho provato,però ok va bene!>>. Rimanemmo entrambi in silenzio per qualche secondo,avevo paura che il suo sguardo cercasse il mio in tono di rimprovero e chinai la testa a terra. Poi l’alzai distrattamente e i suoi occhi erano lì a fissarmi dolci e comprensivi come quelli di una madre che accarezza il proprio figlio dopo averlo rimproverato <<Che scema che sei>> gli sorrisi. <<Dove sei stato?>> <<A fare un giro niente di che>> <<Mia madre mi ha mandato un regalo!>> Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia <<So che non dovrei dirtelo,ma il dolore ti rende più bella.Dai usciamo>>. Facemmo qualche passo ed arrivammo in un luogo desolato <<Parlare spesso non serve a molto,le parole escono dalla bocca e rientrano immediatamente dalle orecchie ancora più velenose,un urlo va via veloce invece e si porta via tutto!>>. Urlai e mi sentii meglio. Tornata a casa raccolsi da terra l’album e lo sistemai su di uno scaffale,rivederlo ora non faceva più molto effetto,avevo archiviato mia madre già molto tempo fa e per quanto il suo gesto mi avesse causato una crisi d’animo,non sentii la necessità di fare qualcosa e lasciai scivolare via anche quella vicenda. Ogni volta che mi accadeva qualcosa, lui riusciva con un semplice gesto, anche il più scontato, a proteggermi e preservare il mio cuore, come se l’avesse imprigionato in una sfera di vetro e niente e nessuno potesse raggiungerlo tranne lui.

Claudia Di Meo

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