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18 nov 2013

Politica

COMUNICAZIONE POLITICA E/È FICTION
La scissione tra paese reale e discorso politico è ai massimi storici. TV, giornali e web sono pieni di cronache sulle ‘divisioni’ nel blocco berlusconiano o su quelle in casa Pd circa il ‘caso-Cancellieri’ ma difficilmente pubblicano notizie o riflessioni sulla marcia dei 100.000 che ha attraversato Napoli per dire basta al biocidio e alle devastazioni ambientali. Si leggono nomi, cognomi, cifre, opinioni, orientamenti sessuali e storie private di coloro chiamati votare per la decadenza dell’evasore fraudolento ma nessuno denuncia che i fenomeni dell’evasione fiscale e dell’economia sommersa hanno raggiunto in Italia cifre record.
Si scrive e si dibatte sull’onestà intellettuale di nuove e vecchie figure che si ergono ora a paladini della ‘governabilità’ ma non sul fatto che ‘grazie’ alla crisi il 10% delle famiglie è arrivato ad impossessarsi quasi del 50% della ricchezza complessiva, o che più dell’85% del debito pubblico è finito nell’arco di pochi anni nelle mani di aziende e soggetti privati interessati unicamente a speculare in vista dell’utile egoistico e immediato, oppure che la ‘crisi del debito’ è stata trasformata ad arte in argomento ideologico per giustificare la cancellazione di diritti e l’esproprio alla società di servizi e welfare (sanità, scuola, assistenza, servizi alla persona, trasporti, etc…) mediante soppressioni o privatizzazioni. Così si parla della rinascita di Forza Italia o della ‘mozione’ Civati ma non del fatto che in Italia le persone in difficoltà economica sono più di 9milioni: 286mila persone in più rispetto all’anno precedente sono entrate nell’area del disagio sociale. Oltre ai 3,07 milioni di disoccupati, quest’area include i lavoratori con condizioni precarie o economicamente deboli: quelli con contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part-time (643mila persone) sia quelli a orario pieno (1,63 milioni); lavoratori autonomi part-time (832mila), collaboratori (430mila), quelli con contratti a tempo indeterminato part-time (2,56 milioni). Si tratta di un’area di working poors (lavoratori poveri con prospettive incerte circa la stabilità dell'impiego o con retribuzioni modeste) che ormai ammonta a 6,1milioni di unità. Tutto ciò è stato espulso dal discorso politico. Bisogna parlare delle provocazioni di Grillo, del ‘parere di Renzi’, dei distinguo di Cuperlo, dell’attegiamento degli ex-berlusconiani convertiti alla responsabilità nazionale, ma non del fatto che l’aggravarsi del mercato del lavoro ha come conseguenza non solo l’espulsione degli occupati ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari ed il crescere dei contratti atipici, con inevitabili effetti negativi anche sui consumi e sulla produzione delle imprese. Ma di questo non si parla. Di tutto ciò che influisce direttamente sulle vite degli italiani non si deve parlare. Basti pensare che c’è perfino chi ha annunciato che prossimamente ci sarà (l’ennesima) «ripresa in fondo al tunnel» quando tutti gli studi a livello internazionale dicono ben altro! Con una disoccupazione record (ed in aumento) e la totale assenza di un piano straordinario per favorire l’occupazione (e dunque l’economia reale) la comunicazione politica parla di ripresa … al punto da teorizzare un modello di «ripresa senza occupazione», cioè di ripresa senza lavoro. Gli italiani sono stati ingabbiati in questa fiction. In questa fiction tutti sono stati proclamati cittadini-virtuali-liberi, tutti hanno il diritto di recitare la parte del cittadino attivo di una vera comunità politica democratica … mentre in realtà sono sempre più poveri e sempre più asserviti. Come nella «camera oscura» di marxiana memoria, il discorso politico presenta un’immagine esattamente capovolta del «mondo stregato e capovolto» in cui gli uomini vivono. La scissione tra discorso politico e paese reale è ai massimi storici. La «alienazione» dell’uomo da se stesso (così si sarebbe detto fino a qualche decennio fa) è oggi totale.

Edoardo Puglielli

1 commento :

Gabriele Matarazzo. ha detto...

Ciao, Professore! Purtroppo oggi ci stiamo a digerire menzogne, circonlocuzioni con le quali si perde il nocciolo della questione di cui si parla. Ha notato come escono le parole velocissime... "a ravar" che ti travolgono e non capisci piu' di che ca...volo si sta parlando. Ti resta un senso di disgusto, di disprezzo impotente verso questa gente. tutto nonostante, ce li troviamo in tutte le salse della TV, costretti a sentire le loro insulsaggini inutili e vacue che nascondono continuo l'intento di turlupinare in ogni modo e circostanza il POPOLO elettore. Un saluto cordiale, Gabriele Matarazzo.