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23 nov 2013

Neo.edizioni

Gobbi come i Pirenei

“ Un romanzo picaresco e beffardo” Gianni Mura su La Repubblica

Piantato come un mal di denti al centro dell’Italia dei superlativi e dell’eccellenza, c’è un nuovo personaggio: Eugenio Bollini.
Ciclista di professione, con risultati modesti alle spalle, ossessionato dal suo Quoziente Intellettivo – “ottimo per rendersi conto di come va il mondo ma non abbastanza per migliorarlo” – dà inizio al proprio riscatto partendo da un divorzio con tanto di prole e da una promessa fatta a suo padre in punto di morte. Da qui vecchi e nuovi personaggi si intrecciano con la sua vita mediocre per accompagnarlo fino all’ultima grande sfida. Avvincente come una gara ciclistica, appassionato come una storia d’amore, Otello Marcacci con una scrittura ironica, vivace, travolgente, scrive un romanzo dove sport, vita e anarchia si combinano per dire che la mediocrità è forse l’ultimo baluardo contro la corruzione che investe ogni cosa. E che forse è proprio da questa “aurea mediocritas” che bisogna ripartire ridendo e sudando, sudando e ridendo.

Otello Marcacci nasce a Grosseto il 13 marzo 1963, attualmente vive a Lucca. Scrive da sempre e dovunque. “Gobbi come i Pirenei” è il suo primo romanzo.


Il dio del massacro di Yasmina Reza

Tutto inizia da una storia banale. Due bambini di undici anni mentre giocano in un parco, se le danno di brutto anzi, per la precisione, uno colpisce l’altro con un bastone rompendogli due denti. Immediata la reazione dei genitori della “vittima”.
Nel loro sobrio salotto gli Houillié ricevono in visita Annette e Alain Reille che, mossi da un civile senso di convivenza, vanno a scusarsi per l’atteggiamento del figlio. Tutto è normale, tutto è calmo. L’atmosfera è tollerante, leggermente imbarazzata ma si affronta l’argomento con la dovuta maturità. Sembrano persone di ampie vedute, davvero due famiglie “per bene”. Ma basta una piccolezza perché questo nauseante e ipocrita perbenismo si disintegri inaspettatamente: Yasmina Reza distrugge questi falsi valori mettendo in scena una carneficina, un isterico psicodramma in cui, questi “borghesi” repressi, tolte le maschere della moralità se ne dicono di tutti i colori lasciandosi governare dal dio del massacro. E allora ben venga Michel che se ne esce così: «Non ne posso più di tutte queste stronzate buoniste e poi io sono un figlio di puttana con un brutto carattere. Ok?». Questa pungente commedia teatrale, firmata Yasmina Reza, ha ispirato Roman Polanski che ne ha tratto un film, Carnage, probabilmente molto più godibile del libro soprattutto grazie agli impeccabili interpreti: Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly. Da leggere. Da vedere.


Francesca Borrelli

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