name='description'/> Parle Serie Blog: la musa di un folle artista

28 nov 2013

la musa di un folle artista

La musa di un folle artista-puntata 9

Non avevo più sonno,fame,sete,perché lui era il mio letto,il mio cibo,la mia acqua. 

Mi ripeteva sempre che noi siamo fatti del nostro spirito ed è l’unica cosa che conta davvero nella vita,per questo abbiamo il dovere di curarlo e nutrirlo,e l’unico nutrimento possibile è l’arte. Lui lo sfamava con la fotografia,e io per riflesso nutrivo il mio spirito di lui perché lui era la mia arte.
Guardando di nuovo indietro alla mia vita posso affermare con esattezza che quello fu il mio periodo più felice,mi sentivo bene,quotidianamente ci scambiavamo il sangue io gli davo il mio malato di tanta solitudine,lui lo guariva e lo rimetteva nella mie vene, dandomi la forza di impegnarmi al massimo e di vivere me stessa e i mie giorni con una nuova,rinnovata energia. Il destino stava compiendo il suo percorso,ed era come se tutta la sofferenza dovuta all’abbandono di mia madre e tutta la tristezza fossero solo i piccolissimi pezzi di un puzzle che visto da lontano formava un bellissimo e coloratissimo fiore. Invitai la zia Carol a Londra,lei di quel puzzle costituiva il pezzo fondamentale e volevo condividerne con lei il risultato. Andammo a prenderla in stazione,probabilmente non era cambiato niente nel mio aspetto in quei soli due mesi eppure stupidamente avevo il timore che non mi riconoscesse o peggio ancora che non fosse felice di rivedermi. Il treno si fermò e strinsi forte la mano di lui,fino a quando la vidi scendere dagli scalini del vagone,le corsi incontro,lei spalancò le braccia e io mi ci tuffai dentro. Affondai il lato destro del viso sul suo petto come facevo da bambina e lei per tutta risposta mi strinse forte quasi le bastasse quell’abbraccio per capire tutto ciò che mi era successo in quei mesi e leggere nella mia mente senza bisogno di parole. Poi mi afferrò delicatamente le braccia e mi tirò leggermente indietro <<Ma come è possibile? Sono passati solo due mesi è mi sembri più grande di 2 anni,c’è qualcosa di diverso nel tuo sguardo,i tuoi occhi brillano come mai prima e ho la sensazione che quel ragazzo lì ne sia la causa>> Le mie gote divennero rosse e prima che potessi rispondere lui si avvicinò e si presentò <<Posso avere il piacere di scortare queste due meravigliose ragazze?>> <<Certo che può anzi deve!>> lo guardò brevemente fisso negli occhi e poi sorridendo infilò il braccio sotto il suo e cominciarono a camminare, io presi la valigia e li seguii. Nel giro di pochi secondi si era già creata una certa sintonia tra loro due,e questo poteva solo farmi piacere.

Claudia Di Meo

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