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23 nov 2013

Attualità

Parcheggi abusivi nella terra dei cachi. O no?

La faccenda dei parcheggi “illegali” è diventata di dominio pubblico tempo fa, quando Matteo Viviani, inviato di Le Iene, propose un servizio interpellando diversi avvocati che rilevavano  come alcune delle strisce blu che affollano l’Italia fossero contrarie al Codice della Strada. Effettivamente l'Articolo 7 Comma 6 recita: “Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata[..]”. Come molti di voi potranno costatare gironzolando per le strade delle vostre cittadine, molte di queste aree di sosta non parrebbero rispettare quanto indicato dal Codice.
Che cosa significa tutto questo? Non dovremmo più sborsare per le fermate in queste aree e non pagare le multe consequenziali? Non esattamente e per due diversi motivi, uno autenticamente etico ma non oggettivamente condivisibile e uno propriamente legale. Lasciamo stare i casi a noi meno vicini e concentriamoci su Pratola. Antony Leone, consigliere comunale dell’opposizione, ci fa notare che “il ricavo netto per i parcheggi a pagamento è pari a 11.000,00 euro”. Una cifra irrisoria, se paragonata ai più corposi bilanci di Comuni come Sulmona ma che, per Pratola, rappresenta un tesoretto. Non è però questo che può giustificare un comportamento illecito di Comune e Polizia Municipale. La parte più interessante riguarda l’etica, il vivere civile e l’ordine delle zone centrali del paese. Certo, questo è un componente da analizzarsi caso per caso perché se in alcune città è in sostanza impossibile trovare un buco che non richieda un pagamento e lo stesso comporta la necessità di richiedere un mutuo per essere onorato, i cittadini di Pratola non potranno certo dirsi impossibilitati a trovare alternative a due minuti dal centro e le cifre richieste sono comunque tollerabili. Partendo dal presupposto che l’uso dei parcheggi a pagamento, nel nostro Comune, non possa dirsi fastidioso, quello che viene da chiederci è: “Ma se il comune ci guadagna soldi, il cittadino cosa ci guadagna?
È lo stesso Antonio De Crescentis, sindaco di Pratola, a stimolare una risposta: “Ricordi prima com’era la viabilità in piazza? Un caos totale. Ora la situazione è ordinata, sostenibile e più degna per un Comune come il nostro”. E come dargli torto. Fino a qualche anno fa era infattibile trovare un posteggio in Piazza o zone limitrofe, con notevoli disagi soprattutto per chi doveva recarsi con urgenza nelle farmacie ma anche, più banalmente, voleva gustarsi un veloce caffè; senza dimenticare che molti residenti gestivano i luoghi di sosta gratuiti come parking personali, cosa che avviene ancora ora, nelle zone senza linee blu. Dello stesso avviso è Leone: “Più che un’idea, credo che sia un’esigenza nata per contrastare i parcheggi selvaggi, che impedivano un regolare utilizzo del suolo pubblico a discapito delle realtà commerciali.”
Questa occorrenza può giustificare una richiesta contraria al Codice? Ovviamente no e quindi arriviamo alla parte giuridica. Sono veramente illegali i parcheggi nei dintorni della piazza, quelli interni alla carreggiata? Una risposta ci è fornita da Rosella Marasco, comandante dei Vigili Urbani: “Per noi sarebbe sufficiente tracciare una linea bianca di fianco a quelle blu perché tutto torni a norma di legge”. Lasciamo da parte il fatto che proprio i Vigili si siano rifiutati di rispondere ad altre domande (forse non saranno piaciuti alcuni articoli e la nostra petizione). Lasciamo perdere che una risposta del genere lascia trasparire il più italiano atteggiamento del (perdonatemi la banalità) “fatta la legge, trovato l’inganno” che dovrebbe essere antitetico ad un Pubblico Ufficiale. Tuttavia, ha del tutto ragione. Anzi, in taluni casi, il giudice potrebbe considerare fuori dalla carreggiata quei parcheggi che l’introduzione al nostro articolo riteneva illegali, senza necessità di strisce bianche. Questo perché la stessa linea blu potrebbe essere considerata come uno dei limiti di demarcazione della carreggiata. Proprio il termine carreggiata è il nodo che genera tanta confusione. Infatti, essa non è intesa come sinonimo di strada ma la parte di essa destinata al traffico. Quando non ci sono linee bianche la carreggiata va dalla fine di un marciapiede, all’inizio dell’altro. La confusione è nata perché, in molte vie, mancano le linee bianche e sono presenti solo quelle blu dei parcheggi a pagamento, strisce che non è chiaro se possano essere considerate come delimitanti la carreggiata o meno. Ancora Antonio De Crescentis afferma: ”Se lo si ritiene necessario, non ci vorrebbe molto a spendere 200 euro per quelle righe bianche”. Personalmente non lo ritengo basilare, una spesa superflua in fondo, e soldi che al Comune farebbero comodo per cose molto più rilevanti. Considerando che non è ancora chiaro se la situazione presente sia da definirsi irregolare e che la presenza dei parcheggi a pagamento ha sensibilmente migliorato la viabilità e la vivibilità, oltre ad aver fatto il paese più ricco, si spera che nessuno possa insistere per la tracciatura di queste linee. Tutti dovremmo essere tolleranti e non inciterei mai a non pagare pedaggi e non liquidare le conseguenti multe.  Come dice Leone: ” i vigili urbani […], devono avere maggiore comprensione verso gli automobilisti in un momento difficile[…]. Oggi si vive un contrasto con il Comando dei Vigili Urbani locale che inasprisce il regolare confronto con la società[…]”. In un paese piccolo come il nostro, i rapporti umani tra cittadini e forze dell’ordine sono quotidiani. Noi siamo disposti a chiudere un occhio, su certe imprecisioni di forma, consapevoli che la cosa andrà a vantaggio di tutti; sempre, però, che le nostre strade siano battute solo da ufficiali che abbiano a cuore l’ordine cittadino e la vivibilità del paese e non da sceriffi, sempre attenti al minuto di troppo del parchimetro e interessati a fare cassa a nostre spese.

Silvio “Don” Pizzica


Giacomo Liberatore

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