name='description'/> Parle Serie Blog: Attualità

23 nov 2013

Attualità

TERREMOTO BUROCRATICO

Il Consiglio di stato accoglie il ricorso di due comuni contro l’esclusione dal cratere sismico. A quattro anni dal terremoto si riapre la conta dei danni e si riaccende la speranza.


A oltre quattro anni da una delle pagine più nere nella storia della provincia dell’Aquila, il 20 ottobre c’è stato un altro terremoto nella Valle Peligna; stavolta, però, un terremoto burocratico che riaccende le speranze per i comuni esclusi dal cratere.
 Infatti, il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi presentati da Sulmona e Raiano sulle valutazioni di ottemperanza per rientrare nel cratere sismico, stabilendo che nella commissione del prefetto Giovanna Maria Iurato(famosa per le sue lacrime ndr) avrebbero dovuto esserci anche i tecnici dei comuni. Si dovrà, quindi, procedere di nuovo alla valutazione dei danni del sisma del 6 aprile che, nella valle peligna, vennero considerati dall’allora commissario straordinario, Guido Bertolaso, inferiori al 6° grado della scala mercalli, non sufficienti per rientrare nelle agevolazioni previste per le popolazioni terremotate. La decisione di Bertolaso non fu accettata da 26 comuni della regione - tra cui Pratola, Sulmona e Raiano - che decisero di interpellare il TAR lazio. Quest’ultimo riconobbe le ragioni dei comuni e ordinò al nuovo commissario per l’emergenza, il governatore Chiodi, di provvedere ad una nuova conta dei danni. L’impegnato Chiodi non rispettò la sentenza e così si decise di chiedere un giudizio di ottemperanza. Data l’ingiustificata assenza di Chiodi, fu nominato commissario ad acta la Iurato che creò una commissione di esperti. La commissione, composta dagli stessi che avevano stabilito l’esclusione della valle dal cratere(Avvocatura dello Stato e Protezione Civile), rigettò le legittime richieste dei comuni, i quali ricorsero al Tar e poi(ma solo Sulmona e Raiano) al Consiglio di stato dove i giudici hanno sancito la violazione delle regole del contraddittorio ed ordinato la costituzione di una nuova commissione di cui dovranno far parte anche i tecnici comunali.
Questo il commento del sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli “è una buona notizia che riapre una partita molto importante per Sulmona. Abbiamo la possibilità di usufruire delle varie agevolazioni per il cratere, ma soprattutto riaprire la partita sulla sanità e sul tribunale”. Mentre Il sindaco di Raiano, Marco Moca, dopo il via libera del consiglio di stato all’accoglimento del ricorso contro l’esclusione dal cratere sismico, ha inviato una missiva al primo cittadino Sulmonese in cui ha lanciato un appello all’unità rivolto a tutti i comuni esclusi “in previsione della nomina dei tecnici che in sede di commissione dovranno analizzare tutta la documentazione sul sisma di Raiano e Sulmona, sarebbe bene avere un solo tecnico in modo da ridurre le spese. Una sola persona in grado di curare gli interessi del territorio in forma unitaria, senza ovviamente rinunciare alle singole necessità dei nostri centri”.

PRATOLA. La ricostruzione post sisma è stato uno dei temi di scontro più acceso tra l’amministrazione comunale e il gruppo consiliare d’opposizione “Pratola innanzitutto, Pratola soprattutto”. Da una parte i consiglieri Antonio Di Nino ed Antony Leone hanno affermato, durante un vero e proprio bombardamento di manifesti e comunicati stampa, che la ricostruzione è stata gestita male. “Siamo il fanalino di coda della Valle Peligna – sostengono i due consiglieri – i dati sono inequivocabili, la gestione post terremoto ha prodotto un grave danno a Pratola, rallentando una ripresa economica che era a portata di mano”. L’amministrazione De Crescentiis, dopo i ripetuti attacchi dell’opposizione, si è dichiarata pronta a recepire ogni stimolo da parte del gruppo di minoranza ma ha lanciato un appello affinché le future proposte non siano semplici “liste della spesa” o dichiarazioni strumentali, insomma un modo pacato per dire “chiacchiere tante ma proposte zero”, distinguendo tra le “parole in libertà” e la reale attività amministrativa. Ma com’è andata la ricostruzione? Subito dopo la scossa del 6 aprile 2009, il comune sceglie di affidarsi alla filiera governativa Fintecna, cui si sono rivolti anche altri comuni tra cui anche Teramo. Una scelta consigliata da molti e considerata la migliore, visti il carattere governativo e la presenza di importanti tecnici e analisti, ma che paralizzerà la ricostruzione fino al post elezioni 2012. Poi, ad aprile 2012, arriva la campagna elettorale e nei comizi si parla di prevenzione sismica ma poco e niente di gestione post sisma, almeno sui programmi elettorali anche di chi, oggi, ne ha fatto il suo cavallo di battaglia. Dopo la riconferma delle urne, a settembre 2012, l’amministrazione decide di abbandonare Fintecna, rivelatasi una vera e propria palude amministrativa, e far tornare le pratiche presso l’Ufficio Sisma Comunale che, tra il 2010 e il 2012 vede alternarsi ben tre tecnici con scarsi frutti. I primi risultati arrivano nell’agosto 2013 quando, dopo l’approvazione di progetti per la ricostruzione post terremoto per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro e l’effettiva assegnazione, da parte del CIPE, della prima tranche di 1,8 milioni di euro, sono avviati i lavori in 13 cantieri(tipologia A,B,C,E e aggregati), lavori che interessano prevalentemente il centro storico ed ai quali seguono altri 10 per un investimento di 500 mila euro. Così alla gru, utilizzata per il restauro del Santuario della Madonna della Libera tra la fine del 2009 e gli inizi del 2011 e salita agli onori della cronaca come la “tour eiffel pratolana” per il suo stazionamento tra la conclusione dei lavori del santuario e lo stanziamento dei primi fondi, se ne aggiungono un’altra decina per altrettanti cantieri. A settembre di quest’anno Pratola si aggiudica un bando inerente il piano “scuole d’Abruzzo – il futuro in sicurezza” per rendere antisismiche le scuole comunali e agli inizi di ottobre viene adottata la convenzione per far parte dell’Ufficio territoriale per la ricostruzione di Goriano Sicoli. “Un atto” sostiene il vice sindaco, Costantino Cianfaglione, “per avere un legame con i paesi del cratere, oltre che per il disbrigo delle pratiche”. Infine, il nostro comune ha deciso, subito dopo la decisione dei giudici amministrativi di secondo grado, di avanzare al Tar del Lazio il giudizio di ottemperanza nel rispetto della sentenza emessa nel 2011 e vinta da 26 comuni fuori cratere. “Era inutile presentare tanti ricorsi insieme – afferma il sindaco Antonio De Crescentiis, incalzato per non aver intrapreso la strada dell’ottemperanza subito – attendevamo l’esito dei ricorsi di Sulmona e Raiano per inserirci nella causa. Così, vista l’apertura del Consiglio di Stato, abbiamo deciso di proporre anche noi l’ottemperanza alla sentenza che ci ha dato ragione due anni e mezzo fa”.
Giudizio di ottemperanza che avrà un senso se il Consiglio di Stato, chiamato ad esprimersi il 13 dicembre,  rigetterà il ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato e dal commissario per la ricostruzione alla prima sentenza del Tar. In quel caso, sia i comuni, come Raiano e Sulmona, che hanno visto già accolto il proprio ricorso, sia chi, come Pratola, ancora ha ottenuto un giudizio, potranno sperare di veder riconosciuti i propri diritti di terremotati tramite l’istituzione di una nuova commissione con anche i tecnici comunali e, in caso di parere favorevole di quest’ultima, l’inserimento nel cratere sismico che garantirebbe il recupero del 40% delle tasse pagate in toto e la possibilità di partecipare a bandi indetti per il solo cratere per ricostruire gli edifici pubblici nonché il tessuto economico e sociale previsto nel cratere.

Mattia Tedeschi

Nessun commento :