name='description'/> Parle Serie Blog: Attualità

23 nov 2013

Attualità

12 ottobre 2013 “ La Giornata contro il dolore”

In Italia circa 13 milioni di persone soffrono di dolore cronico: in pratica un cittadino su quattro. Nel centro Abruzzo, rispettando la proporzione, sono circa 15 mila.
E’ un problema di grandi dimensioni ma, nonostante ciò, è ancora poco conosciuto, trascurato e, purtroppo, trattato in maniera inadeguata con il risultato che tantissimi, troppi, sono condannati ad una sofferenza inutile.
 Eppure sono molte, ed efficaci, le terapie oggi disponibili per curare il dolore cronico (anche nelle forme più gravi) ma non sempre i cittadini ne sono informati. I risultati di un’indagine condotta recentemente su un campione molto ampio della popolazione italiana ha dimostrato che sono ben pochi quanti conoscono la legge 38 del 2010. Una legge dello Stato Italiano che è presa a modello nella legislazione di altri paesi in Europa e nel mondo intero. “Disposizioni per garantire ai cittadini il diritto alle cure palliative ed alla terapia del dolore”: questo è il titolo della legge in questione ed è chiaro che essa intende riconoscere al cittadino il diritto a non soffrire e ad ottenere gratuitamente, nell’ambito del Servizio Sanitario Pubblico, tutte le cure necessarie per combattere il dolore (acuto e/o cronico) nei suoi diversi aspetti e condizioni di gravità. Ma fino ad oggi cosa è successo? Com’è stata attuata la legge 38/2010 dalle Regioni e dalle ASL? I dati raccolti dal Ministero della Salute dimostrano, ancora una volta, che l’Italia presenta una realtà completamente diversa, infatti, nel nord e nel centro-sud. Esistono aree dell’Italia Centrale e del Meridione, dove nulla è stato fatto e chi soffre di dolore cronico non trova nemmeno una struttura sanitaria (ambulatorio, centro specialistico, hospice) in cui possa essere curato. Anche l’Abruzzo presenta una situazione insoddisfacente: pochi ambulatori, pochissimi centri specialistici ed un numero assai limitato di “hospice” (strutture di ricovero per pazienti affetti da malattie terminali degenerative e neoplastiche ndr). Di fronte ad uno scenario cosi poco confortante, la Fondazione Isal- Ricerca sul dolore ha inteso promuovere la “Giornata Internazionale contro il Dolore” per informare i cittadini dei loro diritti, per diffondere materiale divulgativo sul dolore cronico e sui centri dove è possibile curarlo e per raccogliere fondi sulla ricerca scientifica. Lo scorso 12 ottobre in tantissime piazze d’Italia, ed anche in Abruzzo, sono state allestite postazioni nelle quali volontari e medici specialisti in terapia del dolore hanno distribuito opuscoli informativi di grande utilità ed hanno fornito risposte del caso a tutti i quesiti medici. Si è trattato di un appuntamento importante soprattutto per l’Abruzzo, dove la passione e l’impegno del coordinatore regionale della Fondazione Isal, Dott. Gianvincenzo D’Andrea, ha permesso la partecipazione all’iniziativa di associazioni di volontariato in 35 comuni e 6 strutture ospedaliere pubbliche e private. Nel territorio del centro Abruzzo e dell’alta Val Pescara le postazioni sono state allestite a Pratola Peligna, Sulmona, Raiano, Popoli, Torre dei Passeri, Castel di Sangro, Barrea, Pescasseroli.
Questa grande partecipazione consolida ancora di più la volontà della Fondazione Isal di realizzare a breve proprio in Abruzzo, e precisamente nella Valle Peligna, un “centro di riferimento” nel quale, sfruttando la propria esperienza trentennale nel campo, intende promuovere e svolgere l’alta formazione specialistica in terapia del dolore per i professionisti della sanità. Lo stabile identificato per la realizzazione del “Centro” si trova lungo la Strada Provinciale 10 “Peligna” sita in Pratola Peligna e di proprietà della Asl, in stato di abbandono da oltre 10 anni. Il progetto della Fondazione Isal rappresenterebbe una grandissima realtà scientifica ma anche economica e sociale per il centro Abruzzo e per l’intera regione. “In un momento di crisi dell’economia come quello che stiamo vivendo sarebbe moralmente condannabile ed inaccettabile che a pagare le conseguenze dei tagli siano i più deboli e fra questi non v’è dubbio che debbano essere considerati coloro che soffrono di dolore cronico” (G.Favelli).
Perché la ASL de l’Aquila a cui è stata offerta la concessione in comodato d’uso dell’immobile in degrado, a distanza di un anno non da alcuna risposta?

Salvatore Presutti

Nessun commento :