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23 ott 2013

Neo.Edizioni

Il giorno che diventammo umani

Qual è il giorno in cui siamo diventati umani? Quale l’attimo in cui questa spossante e vitale consapevolezza ci ha invaso?
Questa la domanda che Paolo Zardi fa al lettore. Ma prima lo chiede ai personaggi che animano queste pagine.

Un padre che cova l’insopprimibile desiderio che sua figlia non somigli alla madre; una moglie che nell’istante assoluto del pentimento capisce che tradirà ancora; un vecchio che ad ogni compleanno avverte quanto sia difficile morire; una vedova all’ossessiva ricerca di un'alternativa ai ricordi; una dottoressa che, per un momento, vede nel corpo attraente di un paziente la giovinezza che avrebbe avuto suo figlio. Creature sospese tra l'amore e il dolore, tra desiderio e paura, tra la vergogna e la grazia. La delicatezza dei corpi, la labilità delle intenzioni, la precarietà di ogni condizione umana sono i punti focali attorno ai quali i personaggi di questi racconti si muovono, combattono, vivono, fotografati tutti nella loro abbagliante purezza.

Con Il giorno che diventammo umaniPaolo Zardi continua il discorso iniziato con Antropometria (Neo Edizioni, 2010) dimostrando quanto il suo rigore stilistico, la sua semplice e inesorabile lucidità siano perfetti per narrare la complessità dei rapporti. Ancora sceglie la forma racconto che nelle sue mani diventa strumento necessario per poter raccogliere e far deflagrare il più grande di tutti i misteri: l'uomo.
Perché, in fondo, cosa ci rende più umani della nostra fragilità?


Paolo Zardi, Paolo Zardi (1970) ha esordito nel 2010 con la raccolta di racconti Antropometria (NeoEdizioni); nel 2012 è uscito il suo romanzo La felicità esiste (Alet Edizioni). Suoi racconti sono inclusi nelle antologie: Giovani cosmetici, (2008, Sartorio), Storie di martiri, ruffiani e giocatori (2012, CaratteriMobili), ESC - Quando tutto finisce (2013, Hacca).

Francesca Borrelli

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