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22 mag 2013

Miscellanea


TV: MADRE DELLA NARCOSI SOCIALE

Adorno, famoso sociologo e uno dei massimi esponenti della Scuola di Francoforte, descrive il fenomeno “ dell’industria culturale”, cioè della sistematica opera di omologazione e appiattimento delle diversità degli uomini, al fine di creare bisogni sempre più uguali con l’aiuto indispensabile dei mass media. Il massimo strumento massmediologico naturalmente è la TV, la quale è una macchina narcotizzante, soprattutto se usata in modo sbagliato come avviene in Italia. Infatti, gli italiani, rispetto alla media europea, leggono meno giornali, vedono molta più TV(soprattutto quella “spazzatura”) e ciò li ha trasformati in un popolo acritico e apatico, come conseguenza si può affermare che gli stessi sono investiti da una forte narcosi sociale. La forte concorrenza tra le varie frequenze televisive ha portato, paradossalmente, ad un rafforzamento dell’industria culturali perché sotto le differenze, rimane l’identità di fondo: quella del dominio che l’industria culturale persegue sugli individui: “ciò che di continuamente nuovo essa offre non è che il rappresentarsi in forme sempre diverse di qualcosa di eguale” (Adorno). La macchina dell’industria culturale ruota sul posto: determina essa stessa il consumo ed esclude tutto ciò che è nuovo, che si configura come rischio inutile, avendo eletto a primato di efficacia i suoi prodotti. Una “fabbrica” di soldi in questo senso è la nostra TV spazzatura che influenza in un modo incredibile le nuove generazioni rendendoli una massa informe accettante tutto ciò che gli viene proposto, ogni modello sociale, ogni prodotto, ogni pensiero dell’”età dei figuranti”. Analizziamo la situazione più dettagliatamente.
Ad esempio se ad una ragazza/o dovessimo chiedere: perché vedi “Beautiful”? Alla fine della trasmissioni hai imparato qualcosa di nuovo e di positivo? La risposta categorica sarebbe: si, perché quello/a è bello/a. Continuiamo con la nostra analisi. Se dovessimo chiedere sempre ad un lui o ad una lei: perché vedi il “Grande Fratello”? La risposta sarebbe: per vedere cosa fanno dentro una la casa, è divertente. Il cittadino italiano si è ridotto in questa situazione pietosa per una serie di motivi che animano appunto questa macchina industriale, e cioè: 1) il pettegolezzo; 2)i telespettatori incentrano la loro comunicazione interpersonale con i loro interlocutori sui programmi visti, ovvero diventa il nucleo fondamentale della comunicazione; 3)La società vuole creare un sistema di stupidità, poiché senza tale sistema la stessa non sopravvivrebbe neanche un giorno. Infatti nell’era dell’industria culturale l’individuo non decide più autonomamente: il conflitto tra impulsi e coscienza è risolto con l’adesione acritica dei valori imposti. L’uomo è in balia di una società che lo manipola a piacere:” il consumatore non è sovrano, come l’industria culturale vorrebbe far credere ,non è il suo soggetto bensì il suo oggetto” (Adorno). 
Questo sistema ha come fine principale quello di trasmettere i valori dell’élite sociale, generando una falsa coscienza rassicurante che tende ad eliminare i conflitti ideologici ed economici; i media sono “custodi del consenso”. Quindi possiamo capire che il problema di fondo non è il mezzo TV ma è sistema che c’è dietro. Per riesumare le persone narcotizzate si dovrebbe creare un sistema televisivo alternativo a quello vigente, perché la tv usata in modo corretto è la chiave per risolvere il 90% dei problemi che oggi ci affliggono rendendo tutto così statico e grigio. Se solo immaginassimo una tv con dei telegiornali imparziali i cittadini oggi non si lascerebbero prendere per in giro! La prima soluzione momentanea è spegnere la TV o cambiare immediatamente programma ogni volta che ci troviamo di fronte ad un programma spazzatura. La seconda soluzione è informarsi su quello che vediamo, evidenziare gli aspetti negativi e diffonderli ad amici, conoscenti e chi ha il coraggio anche nelle piazze. 
In sintesi rafforzare la comunicazione interpersonale, la quale permette una comunicazione in cui vi è feedback( botta e risposta), caratteristica sconosciuta alla televisione. Terza ed ultima soluzione è emanare una legge contro il conflitto di interessi. Chi ha televisioni, case editrici, radio ecc. deve essere dichiarato ineleggibile, non per discriminare il soggetto interessato, ma per evitare che ci siano delle “dittature” subdole che possono derivare da coloro che posseggono tali mezzi di telecomunicazione. Non se ne deve fare un discorso politico e guardando la situazione da un punto di vista oggettivo non è un discorso politico, perché sia la destra che la sinistra quando hanno avuto in mano le redini del potere non hanno emanato una legge che vada a regolare il conflitto di interessi, questo succede da 20 anni e sono pochi quelli che percepiscono la strumentalizzazione che ne fanno i partiti. Da troppo tempo una siringa narcotica paralizza l’art. 21 della Costituzione e  l’antidoto giusto per il risveglio è quello di spegnere la TV davanti i talk-show in modo da ricordare ai diretti interessati che la politica deve essere costruita all’interno del parlamento.

Marco Alberico

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