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22 mag 2013

Attualità



“Perché la Madonna della Libera, è la Madonna della Libera!”

Non me ne voglia Sanremo con il suo clima canzoniero e di festosità nel plagiare l’ormai celebre “motto” della sua manifestazione ma anche noi, nel nostro piccolo, sappiamo darci da fare. Si è conclusa anche quest’anno la festa della Madonna della Libera ed è tempo di bilanci. Tutti estremamente positivi. Una festa lontana dai soliti schemi ai quali la popolazione pratolana era abituata. Una festa basata sulla sobrietà e volta alla riscoperta della tradizione vera ed autentica, come aveva già anticipato il presidente del Comitato 2013, Luca Colaiacovo nell’intervista rilasciata sul precedente numero di “Parle Serie”. Dicevamo una festa volta all’insegna della tradizione, quella vera, quella che ci porta a cessare le “ostilità” quotidiane, per riscoprirsi legati dall’essere pratolani e dal festeggiare ognuno a suo modo la nostra Santa Patrona. Come tutte le festività che si rispettino, non sono mancate le polemiche che vedevano il Parroco, Padre Renato Frappi e il gruppo dei Mazzieri, costituito da pratolani che mettono a disposizione il loro tempo e la loro presenza all’interno della vita civile-religiosa del paese tutto l’anno, e soprattutto durante le settimane di festa. Il parroco, a suo dire, ha evidenziato la loro scarsa presenza nella vita socio-religiosa della comunità per poi riproporla  solo esclusivamente con l’avvicinarsi della festa. A tal riguardo uno dei responsabili del gruppo dei Mazzieri, Flavio Mariani a nome del gruppo, ha replicato a tono alle esternazioni del Parroco sostenendo come il loro apporto e contributo è stato costante durante tutto l’anno attraverso l’organizzazione e la gestione di eventi relativi alla vita socio-religiosa della comunità, sottolineando come ogni singolo componente ha dato il suo appoggio secondo le proprie disponibilità.
 Chi ha ragione o torto, non è dato al sottoscritto stabilirlo, data la sua neutralità nella stesura del pezzo, ma posso asserire come, se esistono questi “contrasti” è sintomo di come la comunità di Pratola tenga molto all’ottima riuscita della stessa festa. I festeggiamenti sono “ufficialmente” iniziati venerdi 03 maggio con l’arrivo dei pellegrini di Gioia dei Marsi, uno degli eventi più toccanti dei festeggiamenti: 300 pellegrini, partiti all’alba, si sono recati a piedi dal paesino marsicano verso il santuario della Madonna della Libera dove, una volta giunti dinanzi, percorrono la navata centrale in ginocchio, in segno di venerazione alla Madonna della Libera. Quest’anno il tutto è stato accompagnato dalla firma in Santuario da parte del Sindaco di Pratola Peligna, il dott. Antonio de Crescentiis e dal suo pari grado di Gioia dei Marsi, l’avv. Gianclemente Berardini di un atto di gemellaggio che lega questi due paesi dalla fede e dalla devozione verso la Madonna della Libera. Inerente al discorso dei pellegrini, il Comitato 2013 ha inaugurato, presso i locali delle ex-carceri, “la Casa del Pellegrino”, un luogo dove chiunque volesse recarsi a rendere omaggio alla Madonna della Libera, può sostare anche per una sola notte.
 Dicevamo della festa e di come nella sua sobrietà ha portato con sé delle situazioni che di certo non sono passate inosservate: innanzitutto gli spari di accompagnamento alla processione sono stati realizzati solo nel quartiere di “Piè la Forma” e non nella consueta “gara” che ogni rione conduceva per vedere chi sparasse più forte al passaggio della processione. Degna di nota è stata la presenza, tra il gruppo dei mazzieri, di un giovane ragazzo di colore; un evento straordinario poiché, per la prima volta, la Madonna della Libera è stata portata in processione da un ragazzo nero, il che testimonia l’interculturalità della Chiesa e di come essa si rifletta anche nelle piccole realtà come la nostra. La festa è proseguita all’insegna della riscoperta della pratolanità durante tutta la seconda settimana di maggio, culminata venerdi 10 maggio con la rappresentazione teatrale e storica della nostra fede pratolana nella Madonna della Libera, organizzata da Rosina Carducci, dalla sua compagnia teatrale, dal gruppo Mazzieri e accompagnata dalle chiarine del sestriere di Porta Bonomini di Sulmona. Un tassello molto importante sul quale il Comitato ed in primis il presidente Luca Colaiacovo ha incentrato tutto il suo mandato. Bilancio positivo insomma, anche contro la pioggia che, fortunatamente, non ha mandato all’aria la festa.  E’stata la festa di un paese, ma anche la festa della gente, al di là dei problemi e delle difficoltà quotidiane. Come nelle Olimpiadi, ci si è fermati in questi giorni per ritrovarsi, per scambiarsi sorrisi e abbracci, semplicemente per stare insieme. Sfido chiunque a dire di essersi annoiato, perché quando è festa tutto è bello, quando lo si fa con lo spirito del sorriso, tutto è ancora meglio. Insomma La Madonna della Libera non resta solo patrona di Pratola Peligna, ma è sicuramente pronta la candidatura come patrimonio dell’umanità.

Evviva la Madonna della Libera!     
       
Salvatore Presutti       

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