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23 apr 2013

Miscellanea


Dimesso un papa … se ne fa un altro 

Non siamo abituati all’idea che il Papa si possa dimettere, e questa cosa mi ha fatto pensare ad un mio vecchio professore del liceo, che si poneva inquietanti interrogativi del tipo “anche il Sommo Pontefice va in bagno come vado io, giusto?”: al di là dello scherzo, non tutti possono dire di esser stati testimoni di un evento davvero più unico che raro. Benedetto XVI ha interrotto circa seicento anni di “morto un papa, se ne fa un altro”: la sua inaspettata rivelazione, durante l’ultimo concistoro, ha fatto il giro del mondo in pochi minuti, sconcertando e sorprendendo milioni di persone. Un punto di riferimento come quello del “Vicario di Cristo in Terra” sembra dover estinguersi proprio con il suo ultimo respiro; oltretutto, ci si chiede se quest’uomo, scelto da Dio in persona, che tramite lo spirito santo ispira il collegio cardinalizio nel Conclave, abbia o meno il diritto di rinunciare a questo potere conferitogli dall’alto dei cieli.
 C’è stato chi ha messo in mezzo dei problemi di salute del Santo Padre; e immancabilmente sono volate le speculazioni sulle intime motivazioni che lo hanno portato ad un gesto del genere; e non potevano non esserci i paragoni con il suo predecessore, il compianto Giovanni Paolo II, che ha commosso il mondo mentre abbracciava la sua croce, sofferente e tremante per il morbo di Parkinson. Quale potrebbe essere il misterioso male del Pontefice? Forse una neoplasia, che lo starebbe lentamente consumando? Non si sa, anche perché forse non c’è alcuna malattia. Non dobbiamo, infatti, dimenticarci che dietro il nome altisonante di Benedetto XVI si cela un uomo come tutti noi, il teologo Joseph Ratzinger, con tutte le sue paure e debolezze tipicamente mortali; le dimissioni, dunque, potrebbero allora essere sia un atto di umiltà da parte di una persona saggia e accorta, quale Ratzinger si è dimostrato (tranne per qualche gaffe ogni tanto, specialmente sulla pace, le altre religioni e gli omosessuali), che un’abile operazione di marketing di un uomo politico. 
Non è allora un caso che il suo successore, Francesco, sia proprio quello che è. Se le dimissioni del suo predecessore sono entrate nella storia, anche i modi semplici del nuovo pontefice massimo della Chiesa Cattolica Romana non sono da meno; su internet già volano aneddoti sulla sua semplicità ed umiltà – come quello della guardia svizzera e chissà quanti altri, tra veri e falsi. 
Siamo passati da un papa che ho sempre definito “stiloso” (come i ragazzini su internet che si fanno le foto nei bagni, tanto per intenderci), avvolto nella sua aura di ieraticità, ad un uomo che sembra tanto il vecchietto simpatico della porta accanto, che ha voluto persino conservare la sua croce da vescovo in luogo della spessa catena d’oro che in genere si vede al collo dei papi. Al di là di tutto, coincidenza o no, speriamo che il nuovo papa possa essere all’altezza della sua missione: riportare la chiesa al passo coi tempi e recuperare consensi. Non so dire se ci riuscirà davvero, però la sua immagine piace. E, si sa: la pubblicità è l’anima del commercio!
                                                                                                                                               
Claudio Candia                                                                                                                                                   

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