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22 mar 2013

Politica


Dopo le ultime elezioni, abbiamo deciso di intervistare gli eletti della nostra zona: Paola Pelino, classe ’54, sulmonese eletta al senato con il PDL, e Toni Castricone, classe ’74, popolese eletto alla camera con il PD.


Ci racconti qualcosa di sé: quando è iniziato il suo impegno politico e qual è la sua storia?

«Il mio impegno politico è iniziato esattamente nel 2004, quando fui candidata alle elezioni Europee per il collegio del Sud con il Partito Forza Italia. Sino ad allora non avevo mai preso parte alle attività politiche del movimento di Silvio Berlusconi poichè, come è noto, rappresento la settima generazione dell'azienda di famiglia che dal 1783 produce confetti a Sulmona e quindi fino a quella data, il 2004, mi ero dedicata esclusivamente all’attività imprenditoriale…Sono entrata in azienda all'età di 17anni. Un giorno, nel maggio del 2004 fui chiamata al telefono dal Presidente Berlusconi che mi chiese se volevo candidarmi alle Europee per rappresentare l'Abruzzo, aveva bisogno di una "quota rosa", di un nome noto nella mia regione. Rimasi sorpresa e gli chiesi di lasciarmi qualche ora per riflettere.        Mi rispose "solo qualche ora" perché l'indomani sarebbero scaduti i termini per la presentazione delle liste. Consultai prima me stessa e poi la mia famiglia, alla fine decisi di aderire alla richiesta del Presidente un po’ per gioco, un po’ per scommessa, un po’ per sfidare me stessa in una nuova impresa. Ottenni un buon risultato, tant'è che da quel momento fui presa in ottima considerazione da Berlusconi. Infatti dopo pochi mesi, nel 2005, fui nominata Coordinatore Regionale di Forza Italia mentre nell'Aprile 2006 fui candidata per le Politiche alla Camera dei Deputati e venni eletta. Dopo solo due anni di Governo Prodi, riandammo ad elezioni e venni di nuovo candidata e di nuovo eletta per le Politiche sempre alla Camera. Questa volta sono stata candidata al Senato, ottenendo un grande consenso elettorale. Una bella sfida! »

Queste elezioni hanno consegnato un senato ingovernabile, come pensa che si evolverà la situazione? 

«Beh, mi lasci dire che il Popolo della Libertà ha ottenuto un largo consenso di voti, abbiamo vinto al Senato in alcune importanti Regioni e il Presidente Berlusconi è stato, come sempre, il grande protagonista della Politica italiana. Indubbiamente lo scenario confuso di questi giorni, dovuto essenzialmente al braccio di ferro tra Grillo e il PD, non è edificante né tantomeno costruttivo per il nostro Paese. Noi ci auguriamo che prevalga in tutti i soggetti politici un grande senso di responsabilità, tenendo conto che l'Italia ha bisogno urgentemente di riforme che facciano ripartire l'economia, che riattivino i consumi, che aiutino le imprese a risolvere quelle problematiche che hanno arrestato il sistema produttivo e di conseguenza l'occupazione. Il nostro programma elettorale contiene proprio questi importanti punti insieme all’eliminazione dell'IMU e alla restituzione delle rate pagate entro maggio, sgravi fiscali per 5 anni per le imprese che assumono giovani a tempo indeterminato, il quoziente familiare, oltre alla eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti, il dimezzamento del numero dei parlamentari, la riforma elettorale, ecc.»                           

Cosa ne pensa del risultato elettorale del suo partito? E dell’exploit del m5s?

«Il nostro Partito, ancora una volta grazie all'impegno del Presidente Berlusconi e di tutta la sua squadra, ha ottenuto un grande risultato rispetto anche ai sondaggi che davano il PD vincente, soltanto per lo 0,3 % non ci siamo aggiudicati alla Camera la vittoria!
Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle dobbiamo riconoscere che ha ottenuto un risultato più ampio del previsto. Grillo ha intercettato quel sentimento di rabbia e di anti politica che credo sia comune a tutti gli italiani, ma lo ha fatto con furbizia, da bravo comico e da urlatore! Troppo facile ottenere consensi in questo modo! Non ha mai sfidato i suoi avversari politici in trasmissioni televisive, non si è mai sottoposto ad interviste, non ha mai dato  la possibilità di avere un contraddittorio! Ora lo vedremo in un contesto diverso dalle piazze, dovrà sottoporsi al rigore delle Camere, dovrà insomma assumere un atteggiamento completamente diverso, anche se lui non sarà presente dovrà imporre ai suoi eletti la sua linea politica per il Paese. Sarà capace? Staremo a vedere, ho i miei dubbi!»

Quali sono le sue proposte in merito alla situazione critica della struttura ospedaliera di Sulmona?

«Seguo da molto tempo le vicende legate alla struttura ospedaliera di Sulmona per un duplice motivo. Il primo è che dopo il terremoto del 6 Aprile 2009 l'ala vecchia è risultata inagibile quindi, dopo varie difficoltà sia burocratiche che logistiche, sembra ormai accantonato il problema. Il secondo è che nel piano di riordino sanitario non fossero sacrificati alcuni reparti che secondo me hanno dato prestigio al nostro nosocomio.
Si sta cercando ancora di definire bene la cosa ma spero che le soluzioni che si andranno a trovare non penalizzeranno il nostro territorio! Attendiamo di vedere la nuova struttura provvisoria per garantire salute e sicurezza ai cittadini!»

Una proposta concreta per scongiurare la chiusura dei tribunali minori(in particolare quello di Sulmona)?

«Il problema dei tribunali minori sarà per me uno degli argomenti che il nuovo Governo dovrà affrontare al più presto e conseguentemente quello di Sulmona. Ricordo che un emendamento presentato nella legge delega ha consentito di prorogare la chiusura di 36 mesi del nostro tribunale. Si tratterà di far presente attraverso una relazione precisa e dettagliata delle criticità del nostro territorio che, a mio avviso, dovrebbero scongiurare la chiusura del nostro Tribunale. Siamo già al lavoro, anzi non abbiamo mai interrotto la nostra battaglia perché riteniamo che non si possano adottare criteri unici per la soppressione dei tribunali! Sulmona ha tutte le prerogative per conservarlo.»

Cosa ne pensa il suo partito dell’ambiente, in particolare di fonte Sant’Angelo e inquinamento ex Montedison?

«Il nostro partito ha sempre sostenuto l'incolumità dell'ambiente dalle industrializzazioni selvagge! Ricordo che già nella mia prima legislatura feci parte della commissione parlamentare ispettiva chiamata a verificare l'inquinamento della Val Pescara, da Bussi sino alle porte del capoluogo abruzzese, inquinamento non solo ambientale ma, cosa ancora più grave, nocivo per la salute degli abitanti dell'intera zona. L'opera di bonifica messa a punto dopo un iter burocratico lunghissimo non sarà sufficiente, ahimè, a ridare la salute a chi l'ha persa! Sono veri e propri delitti!»

Un’idea per rilanciare l’occupazione: turismo, industria, agricoltura?

«Sicuramente questi tre elementi sono quelli che potrebbero far ripartire l'economia del nostro territorio, dare occupazione, creare indotto, assicurare benessere. Innanzitutto per favorire il turismo dovremmo migliorare le nostre infrastrutture, potenziamento della linea ferroviaria Pescara-Roma, far conoscere meglio i nostri magnifici parchi naturali promuovendo iniziative che ne diano il massimo della visibilità, sostenere l'agricoltura come vera e propria ricchezza, una vera e propria alternativa ai siti industriali. Attrarre investitori che fanno impresa cercando di offrire loro i massimi sussidi per incoraggiarli a scegliere la nostra regione al posto di un'altra. Migliorare la formazione per avere giovani capaci e competenti. Dotare le aree interne di collegamenti e servizi più efficienti per non avere l'Abruzzo a due velocità! Tutto questo si può fare!»




Ci racconti qualcosa di sé: quando è iniziato il suo impegno politico e qual è la sua storia?

«Mi sono laureato a Bologna in scienze politiche nel 1999. Invece, per quanto riguarda la politica mi sono tesserato nel 1994 al pds. Nel 1996 sono diventato segretario della sezione di popoli e ho svolto questo incarico per circa 10 anni. A 25 anni sono stato eletto come consigliere nella provincia di Pescara. Sono stato poi rieletto come consigliere nel 2004 e sono entrato in giunta come assessore al lavoro e alla formazione per 5 anni. Nel 2007 sono stato eletto segretario provinciale dei ds e poi del pd, ruolo che ricopro ancora oggi.»
Queste elezioni hanno consegnato un senato ingovernabile, come pensa che si evolverà la situazione? 
«Il problema fondamentale è quello della legge elettorale che va cambiata perché non garantisce la governabilità. Se al senato fosse stata utilizzata la stessa legge elettorale della camera avremmo avuto anche lì una maggioranza stabile. Non so se in questa legislatura sarà possibile farlo, ma la legge elettorale va sicuramente cambiata. Ora sarà difficile trovare delle solide intese per formare un governo stabile. Penso che la proposta di Bersani di formare un governo con il m5s non sia stata una proposta molto indovinata. Sono d’accordo con la proposta degli 8 punti ma vanno esternati in maniera chiara e diretta. Dobbiamo cambiare il linguaggio! Noi diciamo di volere le riforme costituzionali ma non siamo chiari, non diciamo quali. Cercherò di essere chiaro, noi vogliamo: il dimezzamento dei parlamentari, l’abolizione delle provincie e l’abolizione dei privilegi. Sono questi i nomi che gli dobbiamo dare per essere più diretti possibili con la cittadinanza.»
Cosa ne pensa del risultato elettorale del suo partito? E dell’exploit del m5s?
«Sicuramente il risultato è deludente per il PD e per tutto il centrosinistra. Probabilmente il nostro candidato non è riuscito a fare una campagna elettorale all’altezza delle aspettative. Non è riuscito a suscitare interesse e a dare speranza a tanta gente che ha votato o per Grillo o che sono tornati a votare, inaspettatamente, per Berlusconi che comunque ha avuto un tracollo di consensi. Il voto per il M5S è un dato che va preso assolutamente in considerazione. Bisogna capire perché un italiano su quattro abbia votato per grillo, voto probabilmente dovuto a una forte protesta, una forte disaffezione e distanza verso la classe politica. Pertanto non possiamo assolutamente sottovalutare questo nuovo fenomeno.»

Quali sono le sue proposte in merito alla situazione critica della struttura ospedaliera di Sulmona?
«Penso di essere come voi un ragazzo della valle peligna, a prescindere dal fatto che chi fa il deputato non debba confinarsi in una provincia o in un territorio. Dobbiamo fare un ragionamento di questo tipo in relazione agli ospedali minori: in Abruzzo abbiamo il problema che tante persone, per come questa giunta regionale ha impostato la sanità, vanno a curarsi fuori dalla nostra regione e questo ci costa 130 milioni di euro di perdite! Dobbiamo dare a queste persone la possibilità di curarsi e farlo nella maniera migliore possibile in questa regione con facilità e meno costi. Le strutture piccole non penso debbano essere dismesse come qualcuno ha pensato ma vanno mantenuti alcuni pilastri in termini di offerta sanitaria. Penso al pronto soccorso aperto 24 ore e non 12 e al potenziamento di reparti come chirurgia e medicina. Gli ospedali minori sul territorio vanno specializzati, cioè devono diventare il punto di riferimento quantomeno all’interno della propria ASL e se possibile anche a livello regionale.»
Una proposta concreta per scongiurare la chiusura dei tribunali minori(in particolare quello di Sulmona)?
«Quella del tribunale è una tematica che conosco meno.  Qualcuno pensa che il problema del tribunale sia stato superato con la proroga della chiusura ma questa è solo una scappatoia momentanea. Dobbiamo capire quale sia l’utilità di avere un tribunale aperto a Sulmona, quali utenze si rifanno ad essa e quali sono i costi da sostenere. Non credo agli interessi di una categoria bensì a quelli di un territorio. Va fatto un piano di tagli generale e non condizionato da campanilismi. Tutto ciò ci porta a un problema serio che è quello dei tempi della giustizia italiana. Dobbiamo capire quindi se il taglio dei tribunali è funzionale alla riduzione di questi tempi.»

Cosa ne pensa il suo partito dell’ambiente, in particolare di fonte Sant’Angelo e dell’inquinamento ex Montedison?
«Sulla Montedison c’è un grosso equivoco voluto da alcuni. Il governo ha individuato 50 milioni da destinare all’area di Bussi e se qualcuno pensa di continuare a scherzare, questi soldi andranno persi. Infatti questa cifra è vincolata all’area industriale e serve per la bonifica  e non per la discarica fuori dal polo industriale. Utilizzando questi soldi ci sarà un beneficio ambientale perché riusciremmo a dare posti di lavoro alle persone impiegate per la bonifica e a reindustrializzare una zona strategica.»

Un’idea per rilanciare l’occupazione: turismo, industria, agricoltura?

«Abbiamo sottovalutato il ruolo dell’industria sia in Italia che nel nostro territorio. Nella valle peligna c’è stata una spoliazione di molti nuclei industriali. Ce ne siamo preoccupati solo il giorno in cui abbiamo saputo che queste imprese chiudevano. Non abbiamo mai pensato come evitare che questo avvenisse o come qualcuno potesse ritenere questo territorio attrattivo. Parlo della Coca-Cola, della Cosmo e della Crodo. Bisogna quindi elaborare un piano industriale nazionale per far ripartire i territori. Abbassiamo  il costo del lavoro e potenziamo le infrastrutture .
L’Abruzzo ha una grande possibilità di sviluppo turistico ma siamo indietro rispetto alle altre regioni a livello di offerta e di marketing turistico. Abbiamo un turismo particolare che può dirsi pieno. Da un lato c’è quello costiero, dall’altro c’è quello interno comprendente delle località sciistiche più conosciute a livello nazionale. Infine c’è quello paesaggistico - culturale caratterizzato dai borghi. La materia prima c’è ma va intensificata la promozione. L’agricoltura invece va collegata ai prodotti tipici locali e alla loro promozione, in particolare il vino.»                                                                   


Antonio Di Bacco e Mattia Tedeschi

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