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18 dic 2012

Miscellanea



Facciamoci una foto.

Se avete cliccato e condiviso almeno una foto oggi, quest’articolo è per voi (anche perché lo scatto, scommetto, ritraeva voi). La mole di fotografie presenti sul social network è davvero colossale, c’è una smania per la fotografia, un’ispirazione nascente nell’autodefinirsi fotografi eccezionali. Una così innaturale vastità di pose da far invidia all’agenzia Magnum, uno sterminio di pudori infranti.
Come molti avranno notato, facebook è diventato il più celebre e considerato luogo comune. Sempre più spesso si sente citato nei momenti quotidiani, prendendo il posto di moltissime altre faccende. Occupando tal volta spazi fondamentali della vita di ognuno di noi. D'altronde si potrebbe dire che mai si era vista una così immensa banca dati, uno strumento dal potere così illimitato e, si sa, l’uomo è ghiotto di certe cose. 
Faccia blu ha avuto il suo boom in Italia nel 2008, sono passati già (o solo!?) quattro anni. La prima generazione a contatto con il social infatti, fu travolta letteralmente dallo splendore della macchina. Dalla sua maneggevolezza e dalla facilità con la quale si potesse sapere tutto degli altri, proprio da loro, senza il bisogno di formali conoscenze. Si potevano mandare mail ma anche chattare, si poteva condividere e anche commentare elementi, immagini, musica e quant’altro. Cose comunque che già erano presenti sul web ma che solo quel genio, stranamente non incompreso, di Zuckerberg poteva pensare di racchiudere su un solo spazio. Nel nuovo mondo, si passava il tempo perdendosi tra le pagine divertenti ed interessanti e si aggiungeva chiunque fra gli amici, anche i nemici. Parlo al passato come se oggi fosse diverso, ma mi sbaglio. C’era parecchia inconsapevolezza in principio e ancora persiste, ancora oggi è tutto come allora, non è passato molto tempo, bisogna dirlo, ma credevo abbastanza da farci capire a quale punto ci trovavamo e tutt’ora troviamo. Perché questo è uno strumento delicato, una trappola oserei dire, dal momento che tutto quello che ci mettiamo sù, diventa di dominio pubblico, effettivamente e legalmente. Ma tutto questo sembra piacerci e non solo a noi sbarbati. Oramai L’onda blu di facebook sta travolgendo anche i più adulti, i nostri genitori, i nostri zii e scommetto persino in qualche caso i nostri nonni. Chiunque sta entrando e pochi o nessuno ne stanno uscendo. Si arriverà presto al miliardo di iscritti. 
Il nostro uso è metodico, abituale ed incosciente  piuttosto che informato e funzionale. Le potenzialità ci sono, c’è chi ci ha fatto scoppiare una rivoluzione carica di significati, prendete la primavera araba, mentre c’è chi ci mostra ogni giorno la sua gioiosa vita e il nuovo look, le sue scarpe nuove, il locale giusto. Noi ovviamente siamo quelli che mostrano le scarpe e su questa nostra tendenza non vorrei dibattere… 
Ci immortaliamo al mondo nudi e crudi (perche almeno lì non abbiamo bisogno di maschere), riempiendo uno spazio inesistente, ma visibile, di nostre immagini, facendo foto con il solo scopo di renderle pubbliche e cercando l’apparenza, ancora lei. La dominatrice del nostro tempo, la musa della nostra generazione, una generazione che non c’è o, meglio, non ci sarà se avanti così. Perché il futuro, si sa, ce lo stanno rubando ( o siamo noi che condividiamo anch’esso?), e la svolta non arriva, la crisi non sembra finire, ne quella economica ne quella dell’anima.
Suonerà molto alla fight club lo so ma noi non siamo un taglio di capelli o un bel culo, eppure ci comportiamo come tali. Internet è una vetrina ed è meglio essere gli acquirenti che non i manichini. Proporre pensieri, non copiarli e incollarli. Aprire gli occhi non si può? Questo fardello telematico ce lo porteremo dietro per sempre e bisogna prendere provvedimenti. Non riesco proprio ad immaginare la mia vita fra vent’anni su face book e voi? Ho difficoltà a farlo e non vorrei mai doverlo fare. E’ un pensiero orribile e non so come facciate voi a conviverci. Dovrei cancellarmi, come tutti, ma la sua utilità è innegabile oltre al sentimento di esclusione che provoca il non esserci. L’unica possibile e salutare soluzione è l’uso consapevole e spassionato. E’ prima di tutto diventare persone migliori nella vita vera, cominciare a considerare veramente i valori e non usarli per scrivere stati incoerenti o cattivoni. Partecipare attivamente alla società e anche formarsi una personalità che valga per lo meno la pena di essere esposta. Questa è la vita, non la pubblicità. Il capitalismo e la cultura di massa vanno combattuti, non siete stufi anche voi di vedere nelle strade manichini D&G e bambole Luis Vitton ubriachi e sorridenti, incoscienti di quello che è e che sarà il mondo? Non siete stanchi di rincorrere le aspettative di qualcun altro che vi dice come è giusto che si vesta e quali siano le abitudini più cool? Il web è libero o almeno dovrebbe esserlo, ma è un coltello che non siamo noi a tenere dalla parte del manico, piuttosto siamo suoi ostaggi, malinconici spiriti senza un realtà, senza una dignità. Il mio è un messaggio di impotenza perche so che queste parole saranno per lo più ignorate, perche ognuno si sente d’esser l’unico che capisce ma io non voglio insegnare nulla a nessuno.. Da soli però non si può far altro che rassegnarsi alle cose e lasciarsi naufragare in un mare che non è poi così tanto dolce.


Guardate le vostre foto ora, siete sicuri di esser voi? Potreste dire di non essere come qualcuno vuole che siate?

J. C.

5 commenti :

Anonimo ha detto...

Ma chi cazzo sei tu per darci questi consigli!!!!

Anonimo ha detto...

Sono un fallito qualunque e comunque visto che li hai definiti consigli e lo sono, puoi decidere se ascoltarli o no quindi fanculo ahahahaha

Anonimo ha detto...

Per fortuna che sai di essere un fallito...ihihihihihi!!!

Anonimo ha detto...

Solo perche ho perso una scommessa

Anonimo ha detto...

Vogliamo sapere la tua vera identità!!!