name='description'/> Parle Serie Blog: La fierezza di un Popolo

10 set 2014

La fierezza di un Popolo


Pratola non è un paese razzista. Il riprovevole caso delle classi separate alle elementari, balzato agli onori della cronaca nazionale, ha fatto emergere un qualcosa di molto diffuso - e da molto tempo - non solo a Pratola: la discriminazione sociale. Una ghettizzazione sociale più che razziale.

Si, perché ben venga la scelta del compagno di banco ma mai la classe che “conta”. I figli dei ricchi e influenti da un lato, e i figli di “nessuno” dall’altro. Come se la diversità e la multiculturalità non fossero ricchezze da preservare. Una stratificazione sociale che coinvolge l’intera valle, un odio tra categorie dimostrato in più occasioni (vedi la battaglia in difesa del Tribunale). Una rivalità tra i paesi stessi della vallata. Uno scontro tra le aree interne dell’Abruzzo, come la marsica.

Tutto ciò si è accentuato con l’inasprirsi della crisi che attanaglia il Paese. Di solito, però, le crisi, che siano di tipo culturale, sociale, economico o peggio tutt’e tre insieme, possono portare a due strade diametralmente opposte: la disgregazione di un territorio e di un popolo, quello peligno, che non si è mai sentito tale oppure la lotta unitaria per la sopravvivenza e la rinascita.
Nel primo caso la triste fine sarebbe la scomparsa della valle peligna, piena ad agosto e con una media di 70 anni per abitante durante il resto dell’anno, ideale come residenza per anziani.
La seconda strada sarà incerta e travagliata ma necessaria e percorribile solo unitariamente.

Per rinascere bisogna che Sulmona, destandosi dal suo torpore ed isolamento politico, ritrovi il ruolo di città guida e che ai paesi del circondario venga attribuita la giusta importanza. Puntiamo su quello che abbiamo e potenziamolo sino a farlo diventare vanto e attrattiva: il turismo, la storia e l’agricoltura. Nome e marketing attorno a prodotti tipici: aglio rosso, vino e olio per citarne alcuni. Sviluppiamo il turismo, potenziando le strutture e le offerte. Perché, di certo, la valle peligna non può non sfruttare la religione, la storia e le bellezze paesaggistiche che la caratterizzano in modo unico; come un ponte tra il turismo balneare del pescarese e quello montano dell’alto sangro. Sediamoci a tavolino e diamo una cornice di eventi e ricorrenze che siano la spinta in più. Basta riconoscere e tutelare le varie associazioni e realtà meritevoli già operanti in zona e stabilire un cartellone della valle.

Il “consigliere della valle” riunisca tutti i sindaci e gli amministratori locali con l’impegno di stendere, entro qualche mese, un documento programmatico di sviluppo con relative strategie d’azione unitarie e tappe ben precise; il tutto con l’ausilio dell’Ente regione. Decenni di mal governo possono ritardare, ma non impedire la rinascita.

Oppure, semplicemente, accontentiamoci della sporadica fama nazionale (negativa) e del record mondiale dell’Hully Gully.                      
                                                                                                                            

Mattia Tedeschi

1 commento :

Gabriele Matarazzo ha detto...

Da qualche tempo in Italia l'uso (abuso) della libertà dilaga a favore di un singolo, a scapito dei mille altri che per quell'abuso, si vedono limitata o annullata la libertà loro riservata in egual misura. E' il principio della libera e pacifica convivenza dei cittadini in una nazione civile.
L'arbitraria separazione dei bambini di diversa nazionalità o provenienza è repellente. Non riesco a credere che una decisione del genere possa essere stata adottata da un Preside o da un Consiglio didattico, da un organo, insomma, legalmente delegato di una pubblica istituzione, com'è la Scuola.
Complimenti, Mattia, verrò ancora a leggere qui delle cose pratolane, da pratolano, con un saluto, Gabriele.
G