name='description'/> Parle Serie Blog: Il Concertino del Primo Maggio

27 mag 2014

Il Concertino del Primo Maggio

La CISL, uno dei sindacati promotori del Concerto del 1° Maggio a Roma, in occasione dello stesso, con un tweet lanciato dalla propria pagina ufficiale, ha deciso di denigrare il “concorrente” concerto di Taranto. ”Folla immensa di giovani a San Giovanni. Con tutto il rispetto, il concerto di Taranto appare come una saga paesana”. 
Prima di metabolizzare il vergognoso messaggio ho dovuto praticare diversi esercizi di mantenimento del controllo, poi è subentrata l’ironia ma alla fine, scongiurato un brutto scherzo da parte di qualche simpatico del web, il mio stato d’animo è diventato tetro. Non per il fatto che sia stata attaccata la concorrenza nel modo più spietato e vigliacco possibile visto che siamo a conoscenza del background culturale misero dei vertici di queste “stimate” organizzazioni.
La cosa sconcertante è il fatto di aver aggredito un concerto creato e voluto a Taranto per non dimenticare la questione Ilva, una melanconica pagina della storia del lavoro in Italia. È inutile stare qui a ricordare quale orrore abbia rappresentato, talmente grande da racchiudere crisi economica, salute compromessa e scempio ecologico. La CISL si permette di giudicare una situazione dove quantomeno doveva essere presente con l’animo, dove non contano i numeri ma le persone. Sui social network, oltre che dell’orrendo messaggio, si è parlato anche del contenuto e in particolare si è discusso riguardo la parola “saga”. Forse un refuso dove si voleva invece indicare la parola “sagra” eppure la CISL risponde determinata dicendo che di nessun refuso si tratta, la parola giusta è “saga”. Allora che cosa significa “saga paesana”? Non riesco a capirlo; intendevano una sorta di concerto fantasioso? Come dire che quello che si stava facendo era soltanto una cosa frutto di fantasia? Una cosa irrealizzabile? Mi sforzo ma non trovo la giusta collocazione per “saga” quando si parla di concerti a scopo benefico. E se poi vogliamo essere sinceri, dovremmo parlare della scarsa qualità del Concertone di Roma! Artisti internazionali inesistenti, grandi artisti italiani inesistenti e pauroso abbassamento del livello. Il pubblico composto per lo più da giovanissimi in cerca di svago ai quali non fregava niente delle tematiche affrontate, rimanevano inebetiti per poi saltellare al ritmo di un Combat Folk troppo vecchio per esprimere voglia di rinascere. Rimane la brutta figura, l’arroganza di chi alla fine dei conti pensa sempre a mantenere verde il proprio giardino. Come dire, il mio concerto è più bello del tuo, anche se in mezzo c’è una situazione chiamata Ilva.

Riccardo Merolli


Nessun commento :