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29 mar 2014

Uscire dal social


La politica è l’attività di specifiche persone volta a sviluppare ed amministrare un determinato territorio, che può andare da uno stato nazionale fino ad un piccolo comune di poche centinaia di abitanti; compito, quindi, che può cambiare notevolmente in misure di grandezza, ma non certo nella sua sostanza: migliorare le condizioni di vita della propria società. Le responsabilità di determinati soggetti su altrettante determinate questioni è netta e specifica, ancor di più lo diventa nei periodi di difficoltà; è storia ed è soprattutto cosa buona e giusta che il popolo nei periodi difficili incalzi la classe dirigente, per pretendere modifiche strutturali nei campi considerati amministrati in malo modo o semplicemente per pretendere misure mirate a migliorare il tenore di vita base.
Con l’esplosione dell’innovamento tecnologico e la predominanza acquisita dai media nella cultura popolare, si è riusciti spesso a portare l’occhio dell’opinione pubblica e quello politico su problematiche fondamentali che anni fa non avrebbero avuto attenzione, né soluzione; tuttavia, lo stesso ampliamento sproporzionato dei media ha portato ad una degenerazione dell’informazione, la quale si è trasmessa come tessera del domino sul suo principale oggetto di critica: la politica stessa. Già, quest’ultima è diventata parte integrante dei media, andando ad occupare una posizione di rilievo e divenendone schiava. Vediamo ogni giorno politici nazionali parlare per mezzo di slogan riguardo cambiamenti e annunciare rivoluzioni istituzionali senza affrontarne mai i contenuti con i cittadini; politici o fantomatici tali che scrivono tutto su un blog o urlano in piazza migliaia di nozioni e fatti parzialmente veri, forse mai verificati, sicuramente ragionamenti politici mai giustificati o collegati in maniera logica fra loro. Si è passati dalla notizia del fare politica alla politica del far notizia. La situazione peggiore è la politica di livello locale, dove, grazie al suddetto boom mediatico, l’autopromozione va alla grande ed è più facile eliminare ed accanirsi contro le critiche. Tipico è, infatti, vedere consiglieri comunali o provinciali  promuovere le azioni del proprio leader o sponsorizzare proprie azioni politiche come per dire  “io sto facendo qualcosa”, quando quel qualcosa, alla verifica oggettiva dei fatti, rappresenta solo il principio di un progetto lungi dall’essere completato. Grande cura, poi, è riposta nell’eliminazione delle opposizioni non prettamente politiche o legate ad essa: giornalisti ostacolati nell’esposizione delle domande dai tipici “bravi” del candidato di turno o associazioni e giornali locali fermati nelle loro iniziative da minacce di denuncia o querela. Questi esempi, riscontrabili in quasi tutto il territorio nazionale, mettono a nudo una degenerazione preoccupante della politica, mostrano il suo spostarsi perpetuo da una problematica all’altra non in base all’importanza che essa ha per la comunità, quanto allo “share” che ne deriverebbe nell’occuparsi di quest’ultima; non si guarda più alla sostanza del problema, ma alla legittimazione della personalità politica e dal suo mantenimento ne consegue il mettere a tacere tutti coloro che dicono “No” a questo tipo di politica o fanno satira su di essa. Anche la nostra adorata e compianta valle di lacrime pullula di esempi. Pensando solo al recente ed eclatante caso del gruppo Facebook “Somiglianze peligne”, pagina satirica che paragonava indistintamente cittadini sulmonesi a vip,  non capiamo se si sia in presenza di uno dei tanti casi o si sia riuscito a sfiorare l’assurdo. Dunque, anche da noi la politica sa mostrare i suoi flaccidi muscoli su argomenti che di politica poi non trattano e chi vuol far cronaca, critica o satira politica (quindi anche io e i miei colleghi che scriviamo per questo mensile) deve prestare attenzione a non sfidare od offendere il baronetto o reginetta locali. Tuttavia, spero che i politici accettino almeno un piccolo parere dal popolo che non critica per offendere, ma per consigliare: uscite da questi maledetti social network e tornate alla politica reale.
                                                                                                                              
Gregory Marinucci   

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