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22 gen 2014

Attualità

<<…GELIDIS UBERRIMUS UNDIS…>>[i]. RENDIAMOLE ANCHE TRASPARENTI

Quando si parla di aziende che gestiscono i servizi pubblici, spesso ci si riferisce ad argomenti, che per tanta gente, rimangono del tutto misteriosi. Proviamo a far conoscere un po’ di più una di queste aziende, quella che gestisce il bene forse più prezioso, l’acqua, nella Valle Peligna. SACA (Servizi Ambientali Centro Abruzzo) è una società per azioni a capitale interamente pubblico. Ciò significa che i soci sono rappresentati solo da Comuni e fra di loro non c’è nessun privato. L’azienda è nata il 1 Gennaio 2003, in seguito all’osservanza di varie leggi regionali e alla finanziaria del 2001, tese a ‘’ottimizzare’’ la gestione delle risorse pubbliche. Il capitale sociale della società è di € 696.996, interamente versato dai 19 Comuni soci e diviso in quote di azioni paritarie fra gli stessi.
Compito della SACA è gestire il servizio idrico integrato, cioè occuparsi sia della distribuzione idrica, che del buon funzionamento delle fogne e della depurazione delle acque reflue. Queste prestazioni sono offerte a 26 Comuni (non solo ai 19 soci), che coprono un ampio territorio che va dalla Valle Peligna all’Alto Sangro, dalla Valle Subequana alla Valle del Sagittario e dall’area del Parco Nazionale D’Abruzzo fino a Pescasseroli, per un totale di oltre 60.000 persone residenti. SACA dà lavoro a 66 dipendenti e il consiglio di amministrazione è eletto dai Sindaci dei comuni soci. Lo scorso Novembre, quest’ultimo doveva essere rinnovato e dopo varie frizioni tra i vari sindaci alla fine si è optato per la conferma di Domenico Petrella, con un mandato a termine di un anno, come presidente. Petrella è anche stato nominato amministratore unico, riducendo così le spese dovute come compensi dei membri del CdA, di una somma pari a € 17.000 lordi al mese. Sarà facile per il lettore, intuire che le nomine del CdA, essendo fatte da sindaci, siano frutto di precisi accordi politici. Ma questo non sarebbe un problema; infatti se le nomine fatte, fossero comunque di professionisti seri e competenti, andrebbe bene. Il problema vero è che, queste aziende sono state intese troppo spesso nel modo sbagliato: invece che strumenti portatori di servizi ai cittadini, sono diventate centri di potere. Ed è quello che è successo nei primi anni di esistenza della SACA. Tutto ciò era evidente negli anni addietro, quando i bilanci della suddetta erano regolarmente in rosso. Bilanci che però, senza entrare troppo nello specifico (sono consultabili sul sito www.acqua.it), sono migliorati prima durante gli anni della gestione Petrella, Di Natale, Rossi (gli ultimi due in qualità di consiglieri) e poi, dal Novembre scorso, con la conduzione unica di Petrella. Ciò è evidenziato dal fatto che nei tre anni precedenti, SACA è passata da un bilancio in forte passività, oltre 850.000 € del Bilancio 2009, ad un attivo che per l’anno 2013 si prevede di oltre 200.000 €, con un margine operativo lordo (quindi senza tener conto di eventuali tassazioni, interessi finanziari dovuti, ammortamenti e deprezzamento dei beni) di oltre un milione di euro. Tutto su un fatturato che sfiora gli 8.000.000 di euro.  Certo, rimane un indebitamento importante, ma che, nelle speranze del presidente, si prevede di eliminare nel triennio in corso. Secondo quest’ultimo, i problemi principali che la società dovrà cercare di risolvere negli anni futuri, sono dovuti soprattutto alle obsolescenze delle reti di distribuzione, di quelle fognarie e degli impianti di depurazione. Troppi sono gli sprechi imputabili ad esse. Inoltre, la particolare morfologia, la frammentazione e l’articolazione dei territori interessati non garantiscono un uniforme rapporto fra costi di distribuzione e fornitura dell’acqua. In poche parole, portare l’acqua (che per inciso e per fortuna è un bene ancora abbondante da noi), in un paesino di montagna costa di più che portarlo in uno in pianura. Le spese si concretizzano soprattutto nell’impiego di impianti di pompaggio e sollevamento, purtroppo progettati male e senza far troppo attenzione ai costi energetici, che attualmente si traduce in circa 1.700.000 €. Per fortuna questi impianti, con i dovuti investimenti, possono essere resi più efficienti. Di lavori di ammodernamento, hanno invece bisogno sia la rete idrica, che quella fognaria, progettate negli anni sessanta con esigenze palesemente diverse da quelle attuali. Ma qui casca l’asino, come si suol dire; infatti il sistema finanziario locale ha diminuito notevolmente gli interventi per lavori infrastrutturali e l’opera di adeguamento richiesta è stata, inevitabilmente, rallentata.

Ultima questione, che va ad incidere significativamente sul bilancio della società, è che i fanghi, prodotti dalla depurazione delle acque, attraverso i 34 depuratori gestiti, hanno un certo costo di smaltimento. Costo che non sarebbe, addirittura, accresciuto da spese di trasporto, se non fosse che in provincia dell’Aquila non è possibile smaltire questi rifiuti, con conseguente necessità di rivolgersi fuori provincia o regione. Nonostante tutto questo, come dice lo stesso presidente, SACA riesce ad investire annualmente circa 500.000 €, per i lavori precedentemente elencati. Evidentemente, anche contribuendo positivamente alla disastrata economia locale. Oltre a ciò, potrete trovare tutte le informazioni sulle attività dell’azienda sul sito già segnalato precedentemente. La creazione ed il potenziamento di tale sito sono stati fatti nell’ottica di uno sforzo di trasparenza, che tutte le attività riconducibili alla cosa pubblica dovrebbero avere. Tale sforzo, sfortunatamente, è spesso vanificato dalla scarsa attitudine della gente ad informarsi quanto più possibile. Perciò, noi continueremo a fare del nostro meglio per garantirvi una sana informazione, ma anche voi fate il ‘’sacrificio’’ di porvi domande, cercare le risposte e imparate a distinguere le informazioni vere dalle bufale.

Piergiuseppe Liberatore



 [i <<…ricchissima di gelide acque…>> (Ovidio, Tristia IV, 10)

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