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23 dic 2013

Chiacchierando con

“DUO FAGGIONI, FRATELLI MUSICISTI”

Con l’intervista di questo mese ci spostiamo oltre confine, in Svizzera! I due fratelli Faggioni, nostri compaesani, sono emigrati per inseguire le loro due grandi passioni…l’Organo ed il Sax!







"Cosa vi ha spinto a suonare l'organo ed il sax? E' stato qualcosa che è nato esclusivamente dal vostro cuore oppure c'è stata un po’ d'influenza da parte di qualcuno?"

 Stefano: "La musica è un linguaggio che usiamo quando non troviamo le parole per comunicare. Oltre a rappresentare un divertimento, la musica ha rappresentato per noi anche un nuovo mezzo di espressione. Poi, ci consentiva di andare in Conservatorio a Pescara, una grande città, un contesto educativo e formativo diverso, al di fuori da quello paesano. La pratica musicale come mezzo per crescere e per elevarsi.”

Fabio: "Per me è stato molto più semplice imparare a suonare perché l’ambiente familiare era già stato impostato dal punto di vista musicale, bisognava però evitare un “doppione” che creasse competizione e che aprisse lo sguardo ad una visione diversa della pratica musicale: la voce, le tastiere e le corde erano già state occupate, rimanevano liberi, purtroppo, solo i fiati…e la cosa non mi è affatto dispiaciuta."

 "Quali sono le difficoltà che s'incontrano durante il cammino nell'ambito musicale? E se ci sono come si fa a superarle?"

Fabio/Stefano: La maggiore difficoltà è combattere contro il luogo comune che fa della musica non una professione ma una pratica di svago. Se pensi, poi, che per diventare musicista diplomato al conservatorio ci vogliono tra i dieci e i dodici anni di studio tradizionali più qualche master di due anni l’uno, si arriva tranquillamente ad accumulare più di quindici anni di formazione musicale. Le difficoltà e le incomprensioni si superano con la passione e la convinzione che alla nostra esistenza serva anche la musica…di qualità.

"Come avete vissuto quest'esperienza e cosa vi ha portato a trovare lavoro al di fuori dall'Italia?"
Fabio/Stefano: Noi, come tutti i giovani che vanno via dall’Italia, non ci consideriamo affatto dei “cervelli in fuga”, ma dei buoni professionisti con delle buone competenze.
In Italia, dovremmo essere considerati per ciò che valiamo, ma questo non avviene. Invece, all’estero è un’altra cosa, talento e competenza vengono apprezzati e valorizzati. Nel nostro Paese, non riusciamo nemmeno a raccogliere ciò che abbiamo seminato! Andare a cercar fortuna all’estero a volte è obbligatorio, soprattutto nel campo musicale.

"C'è differenza tra gli italiani e gli svizzeri a riguardo?"
Fabio/Stefano: In tutti i campi, la differenza tra svizzeri e italiani sta nel riconoscimento e nella valorizzazione delle competenze. Quando noi giovani italiani ci presentiamo agli svizzeri con il nostro bagaglio di conoscenze e competenze (peraltro acquisite nelle nostre ottime università e accademie), loro sono nella condizione di riconoscere le nostre capacità ed il nostro talento e lo valorizzano immediatamente. Dov’è la differenza?
La risposta è nella domanda: loro sono svizzeri, un cocktail virtuoso di cultura, competenze e business che da secoli rende grande questo paese. Da noi, invece, da anni si discute…di altre cose, mandando allo sbando un’intera generazione di giovani, che rischiamo di perdere per sempre.

"Nel vostro primo concerto, nella prima esibizione insieme cosa avete provato?"
Fabio/Stefano: La soddisfazione di realizzare un sogno. Sin da piccoli facevamo delle prove, piccole esibizioni live familiari in occasione del Natale, sognando un giorno il grande pubblico. Ovviamente, al nostro primo concerto è stata un’altra cosa. Il lavoro vero e intenso è stato prima, durante i mesi di prove dove ogni particolare, ogni sonorità è stata studiata e valutata attentamente: un lavoro estenuante, un confronto durissimo.
Al momento dell’esibizione, dopo il primo attacco, tutto è filato liscio come avevamo attentamente programmato, fino allo scroscio finale di applausi. Bella e indimenticabile soddisfazione!

"Nel nostro paese vi siete mai esibiti?"
Fabio/Stefano: No, a Pratola non ci siamo mai esibiti in Duo (organo e sassofono), però abbiamo alcuni contatti, non ti anticipo nulla perché è ancora tutto da definire, impegni e tournée permettendo. Ci farebbe molto piacere condividere della musica di qualità, anche per far apprezzare il sax in una nuova veste. Pochi sanno che può assumere sonorità molto vicine a quelle delle canne dell’organo: due strumenti lontani nelle origini ma vicinissime nelle sonorità, un connubio intrigante.

 "Immagino la soddisfazione dei vostri genitori ad avere due figli così uniti non solo in quanto fratelli, ma da una passione in comune e cioè quella della musica, cosa dite a riguardo?"
Fabio/Stefano: Come sai, se la famiglia ti sostiene, tutto diventa più semplice, anzi è un trampolino di lancio assolutamente efficace per il tuo futuro. I primi sostenitori, ma anche i critici più implacabili sono i nostri genitori. Lo fanno con lo spirito giusto, con equo realismo, ci riportano sempre con i piedi a terra, perché noi “artisti” abbiamo spesso la tendenza a rimanere con la testa tra le nuvole e vediamo le situazioni secondo una nostra personalissima prospettiva, che spesso si scontra con la dura realtà delle cose.

"Le vostre più grandi esibizioni?"
Fabio/Stefano: Beh, tra le più belle come non ricordare quella fatta in tournée quest’estate a Varsavia nella Cattedrale di Sant’Anna, dove siamo stati invitati ad esibirci nella tradizionale manifestazione internazionale dedicata all’organo barocco, così come in Francia nella costa azzurra: una location fantastica, un programma perfetto, un pubblico attento e competente…insomma una bella ed intensa esibizione e una grande soddisfazione finale.

"Progetti per il futuro?"
Fabio: Troppi! Lo so che potrebbe non essere una risposta, ma è così, troppe cose ci girano intorno, contatti con case discografiche e agenzie di comunicazione nella produzione video, tournée, orchestre, progetti pedagogici, scuole musicali…insomma tante cose e tutte belle e intriganti. Posso dirti che a brevissima scadenza abbiamo l’esibizione di apertura della 5^ edizione del Festival Internazionale di Organo a Morges, del quale Stefano è il direttore artistico e…ovviamente siete tutti invitati!
Consentimi di fare qualche ringraziamento a te, alla tua redazione e alla vostra rivista per avermi dato l’opportunità di esprimere qualche piccola opinione e di farmi conoscere ai vostri lettori.

Lorenza Petrella

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