name='description'/> Parle Serie Blog: "Dietro l'angolo"

23 ott 2013

"Dietro l'angolo"

Il lavoro con la cuffia

Qui in provincia di lavoro ce n’è poco. Davvero poco. Uno dei lavori che c’è in questo poco lavoro è quello con la cuffia. Il lavoro con la cuffia consiste nel: accendere il computer, sedersi alla seggiola, mettersi la cuffia e parlare con i clienti.
Ora sembrerà un lavoro piuttosto facile, e per certi versi lo è, pensa a chi stende l’asfalto l’estate sulle autostrade, quello è un lavoro duro mi viene da dire, eppure anche il lavoro con la cuffia ha il suo lato duro. Il lavoratore con la cuffia vende o offre un servizio.
Prendiamo ad esempio la vendita. Un’azienda, che ne so, l’azienda della luce, vuole offrire nuovi contratti a suo dire più vantaggiosi per i clienti. Allora l’azienda della luce appalta alla fabbrica dei lavoratori con la cuffia il compito di contattare telefonicamente i clienti e offrirgli questo contratto. Come molti di voi sapranno, spesso in questo modo i clienti accettano contratti apparentemente vantaggiosi ma che si rivelano delle vere e proprie fregature. In televisione è pieno di questi casi. Mi ricordo qualche anno fa c’era un programma che parlava solo di queste cose qua, ora non so se c’è ancora.
Comunque i clienti dopo che sentono in televisione di tutte queste fregature rifilate con i contratti offerti tramite telefono diventano diffidenti e quando i lavoratori con la cuffia li contattano i clienti spesso e volentieri li riempiono di parole che qui non si possono proprio ripetere. Il lavoratore con la cuffia la prima volta non ci fa caso, la seconda nemmeno, la terza nemmeno, alla quarta gli girano le scatole.
Ogni giorno di ogni mese, alla quarta telefonata di insulti gli girano le scatole. E il lavoratore con la cuffia è praticamente sempre nervoso, che la sera a casa magari il partner gli dice come è andata oggi e lui tutto nervoso riponde «Una merda! Come sempre. Una merda!». E così vengono messe in crisi anche le coppie più affiatate.
Ora che ho descritto un aspetto del lavoro con la cuffia è di un’altra cosa che vorrei parlare. Io stesso sono stato per qualche mese un lavoratore con la cuffia.
Il primo giorno è stato bello, abbiamo fatto la formazione.
Il secondo giorno è stato bello perché abbiamo continuato la formazione.
Il terzo giorno mi sono un attimo stranito.
Il quarto giorno avevo le scatole girate.
Così ho capito che quello non poteva proprio essere il lavoro adatto per me, però avevo bisogno di soldi e ho tenuto duro. Ora i soldi sempre quelli sono il problema.
È successo che nella fabbrica dei lavoratori  con la cuffia tutti si conoscono e partono delle sfide per chi sfoggia l’abito più costoso. È successo anche a me che ero nuovo e nessuno mi si avvicinava. Allora una volta mi sono avvicinato ad alcuni miei colleghi e gli ho detto «Ma perché nessuno si avvicina a me? »
E loro mi hanno risposto «Ma lo vedi come vai vestito? Avrai si e no trenta euro di vestiti addosso. Se vuoi integrarti con noi devi vestirti come si deve».
Allora io tutto il primo mese non ho fatto altro che avere giramenti di scatole che poi mi facevo passare perché pensavo che appena mi arrivava lo stipendio mi andavo a comprare tanti vestiti che poi volevo vedere se gli altri mi escludevano ancora.
Il 30 del mese è arrivato lo stipendio e mi sono fiondato dentro a tutti i negozi di vestiti più costosi della mia città ed ho speso tutti i soldi. Però il giorno dopo ero finalmente diventato uno che era accettato dai lavoratori con la cuffia.
Ora però si poneva un problema, che avevo iniziato a lavorare perché avevo bisogno di soldi ma dopo che avevo comprato i vestiti ero di nuovo a secco.
Allora sono tornato a lavorare e a farmi girare le scatole ma poi me lo facevo passare che pensavo che a fine mese mi avrebbero dato lo stipendio e finalmente avrei avuto i soldi.
Il problema è stato che il 29 del mese i miei colleghi di lavoro con la cuffia mi hanno detto «Che fai domani vieni con noi a fare compere di vestiti costosissimi? »
Al che io ho risposto «Eh non posso perché i soldi del prossimo stipendio mi servono».
Loro si sono molto dispiaciuti di questo e mi hanno detto che allora io non potevo più essere accettato dai lavoratori con la cuffia perché non spendevo i soldi per i vestiti costosi. Così anche io mi sono molto dispiaciuto e il giorno dopo, il 30, per farmi di nuovo accettare dal gruppo sono andato a comprarmi di nuovo i vestiti costosi nei negozi di vestiti costosi della mia città.
Il giorno dopo era domenica e sono rimasto a casa.
Il giorno dopo ancora è iniziato un nuovo mese in cui ho lavorato e mi giravano le scatole. Solo che questa volta non avevo più un pensiero per farmi passare il giramento di scatole perché pensavo che se a fine mese non spendevo i soldi in vestiti costosi i miei cari colleghi lavoratori con la cuffia mi escludevano, ma se li spendevo, non potevo avere i soldi che erano il motivo per cui ero diventato un lavoratore con la cuffia.
Così il primo giorno ho lavorato e mi giravano le scatole, ma ho sopportato.
Il secondo giorno ho lavorato e mi giravano le scatole, ma ho sopportato.
Il terzo giorno ho lavorato e mi giravano le scatole.
Il quarto giorno mi sono tolto la cuffia, ho spento il computer sono andato dal capo e gli ho detto «Capo da oggi non sono più un lavoratore con la cuffia!».  



Savino Monterisi

1 commento :

Gabriele Matarazzo. ha detto...

Bella fantasia, sembra una favola nella quale protagonista principale e' il giramento di scatole. I secondo ordine l'acquisto di abiti costosi piu' importante dello stipendio necessario per vivere.