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22 ott 2013

Arte


“Obiettivo” Natura

Questa volta cercherò di sorprendervi con un artista insolito, fuori dal normale ma immerso nella natura a 360°. Fabrizio Caputi riesce veramente a cogliere l’attimo fuggente e lo fa in un modo eccezionale!



Come hai iniziato a fotografare? E perché proprio gli animali?
Da bambino seguivo mio padre che aveva la stessa passione, ma preferiva la fotografia paesaggistica, particolarmente in bianco e nero. Io invece amavo osservare i piccoli volatili, il modo in cui riuscivano dolcemente ad abbandonare il nido per spiccare il volo. Iniziai allora con una comune macchinetta a pellicola e mi dilettavo in piccoli, semplici scatti che, per me, già significavano molto perché il mio amore per la fotografia era alimentato dalla crescente voglia di scoprire nuove realtà.

Come prepari le tue uscite?
Mi muovo da solo oppure con due amici che come me nutrono la passione per la foto naturalistica. Durante gli appostamenti indosso il “gillit mimetico” o più semplicemente chiamato telo scenografico. Questo indumento non è altro che un sacco a pelo rivestito da filamenti di lana che simulano il muschio e per diversi giorni viene lasciato tra la paglia per far sì che assorba l’odore della stessa e permetta una migliore permanenza nella natura selvaggia. E’ importante conoscere la specie che si vuol immortalare e il suo ambiente anche se c’è da dire che spesso prevale “l’effetto sorpresa”. Gli animali sono imprevedibili e quindi capita spesso che i punti di appostamento vadano anche a fortuna, non per forza devono essere organizzati. Alcune delle mie migliori fotografie, le ho scattate quando alla guida dell’auto, un animale selvatico mi è sbucato all’improvviso dal ciglio della strada. E’ anche vero però che con gli anni e con l’esperienza si riesce a conoscere meglio i punti strategici.

I tuoi appostamenti, le tue avventure, i tuoi scatti emozionanti, le tue attese spesso vane, dove hanno luogo?
Tanta gente, osservando affascinata le mie fotografie, mi chiede in quale lontana terra siano mai stati immortalati quei meravigliosi paesaggi e animali, senza pensare che a volte basta guardarsi intorno per poter godere delle meraviglie che ci circondano in questo fantastico territorio che è L’Abruzzo: il cuore verde d’Italia. Questa terra è casa mia, lo scenario perfetto per degli occhi che vogliono a tutti i costi ammirare, catturare così tanta bellezza.



Quale pensi sia l’animale più difficile da immortalare?
Innanzitutto la difficoltà più grande è quella di riuscire a trovare gli animali, seguirli e nel miglior modo osservarli, cercando sempre di recare loro il minor disturbo possibile. Dopotutto siamo noi gli intrusi nel loro ambiente. Trovo che il lupo e l’orso siano complicati da fotografare, bisogna tener conto della distanza di sicurezza che si deve rispettare, sono animali selvatici, imprevedibili ma nello stesso tempo affascinanti. Forse è più opportuno dire che sono gli animali che si lasciano fotografare da me.

Vivendo la natura intensamente, ti saranno capitate particolari avventure …
Ricordo quando io ed un mio amico, in una delle nostre passeggiate nei boschi, all’improvviso ci siamo ritrovati a circa dieci metri di distanza con un orso bruno marsicano nel parco nazionale d’Abruzzo. In quei magici istanti sono stato travolto da un mix di emozioni che oscillavano tra la paura di essere aggredito e la voglia matta di potermi pian piano avvicinare di più ad esso per poterlo osservare e magari anche immortalare a minima distanza. Alla fine, al nostro amico orso è bastato giusto annusare l’ambiente che lo circondava per tornarsene tranquillamente a passeggiare nel suo bosco come se niente fosse. Chissà, forse avrà intuito che le nostre non erano per niente cattive intenzioni.

Immagino tu sia una persona che gode di una dose smisurata di pazienza, ma qual è la principale qualità di un fotografo come te?
Pazienza e perseveranza vengono messe a dura prova però non bisogna confondere la foto naturalistica con l’ingordigia. Ho avuto modo di notare come molti fotografi siano travolti da una frenesia incontrollabile di fotografare a tutti i costi. Penso invece che la natura, come tutti gli animali che in parte la rappresentano, è bella proprio perché è piena di tante sorprese. A volte mi basta fotografare anche un semplicissimo insetto per tornarmene a casa soddisfatto e non ho mai rimpianto alcuna delle tante uscite a vuoto. Per riuscire a superare tutte le difficoltà che comporta questo mestiere, io credo si debba avere innanzitutto una passione incontrollabile.

Mi sembra tanto di capire che il tuo sia più uno stile di vita che una professione …
A mio parere è impossibile riuscire a vivere solo di fotografia naturalistica pensandola come un lavoro. Il mio è un hobby e deve rimanere tale.

Hai mai fatto mostre fotografiche?
Si, certo. Due nel mio paese, a Prezza; nel Maggio scorso a Pratola Peligna presso il Teatro “Rodolfo D’Andrea” e attualmente sto esponendo assieme al fotografo Luca Del Monaco presso la “Taverna Ducale” al ministero dei beni culturali a Popoli.

Dove ti porterà il tuo cammino naturalistico?
Mi piacerebbe riuscire a girare il mondo, conoscere nuove specie animali, fare incontri emozionanti che possano rimanere indelebilmente impressi nella mente e chissà magari un giorno ritrovarmi ad ammirare le mie immagini pubblicate su una rivista di natura. L’augurio c’è …

Sara Vallera

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