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22 set 2013

Musica

Streetambula. Perché hanno vinto i De Rapage!


1° De Rapage
 Competenti tecnicamente (ma non solo, vedi cura nell’artwork dei loro lavori e nell’esposizione) e magnifici in fase esecutiva. Dove non giungeva la competenza lo faceva la personalità. Saliti sul palco, sembrava entrata in
scena una band affermata e per cinque ragazzi che suonano a cinquanta chilometri dalle loro case, non è male. I migliori nei venti minuti.
 Pecche in fase compositiva, con limitata eccentricità nella parte musicale. Voce con più di un difetto.

2° À L’Aube Fluorescente
 ↑ Squisita voce, eccezionali canzoni divinamente eseguite e scelte con cura tanto da non lasciar trapelare eccessive similitudini con le band più “grandi” del genere; un’equilibrata presenza sul palco, specie di Jacopo Santilli che ha incantato senza scadere in inutili forzature d’interazione col pubblico evidentemente dalla sua parte. Sono riusciti a propagare tutto il lavoro fatto proprio per il contest e la cosa è stata più che ammirata.
↓ Alberto Spicciolato alla batteria e Paride Sticca alla chitarra sono sembrati un po’ troppo inibiti e serrati sullo strumento nonostante egregi tecnicamente. La musica non è il massimo in termini d’innovazione. La scelta di porre le chitarre quasi in secondo piano rispetto al basso va affinata. O ne diventa una palesata prerogativa o rischia fraintendimenti, specie ai primi ascolti. Due chitarre possono in caso contrario suonare inutili quando invece potrebbero aiutare a dare corpo a un sound che, a tratti, sembrava un po’ emaciato.

3° Doriana Legge
↑ Una delle idee più temerarie e singolari. Profonda l’esecuzione da multi strumentista di Doriana e di Elisa Marrama che l’ha accompagnata con raffinatezza.
↓ Qualche limite mostrato in fase vocale e, giacché proprio la voce è messa in primo piano, la cosa ha influenzato tutta la sua proposta. Doriana è inoltre sembrata un po’ confusa, quasi intimorita e la musica disadorna, in alcuni punti, specie per la ridotta sezione ritmica.

4° The Suricates
↑ Come ho detto più volte, gli unici che mi abbiamo regalato fisicamente un brivido durante l’esibizione. La loro musica, per quanto non originale in senso assoluto, è comunque una novità per la nostra vallata ed è una scelta molto coraggiosa e scarsamente vendibile, specie in ambienti “piazzaroli”. Magnifica tecnica e interessante esecuzione, almeno di alcuni. Idee chiare, sia sul contest sia in fase di lungimirante progettualità futura. Egregia presenza scenica e capacità di coinvolgere il pubblico a livello quasi intimo.
↓ Troppi errori in fase esecutiva, specie del cantante Alessandro Cicchitti. Poca originalità ma questo è un limite di tanti e, proprio la voce, è sembrata a molti fuori luogo, dissonante e disarmonica rispetto alla parte strumentale, soprattutto nelle poche sezioni cantate, sia nella situazione live sia come parte del brano in sé. Ad alcuni non è piaciuta la “marchetta” del banchetto dei cd in vendita, che in un contest è sempre da evitare.

5° The Old School
 Perfetti tecnicamente (non a caso Giovanni D’Ambrosio ha vinto il premio Hard Grooves come miglior batterista) e in fase esecutiva una vera macchina da live.
 Pagano il fatto di non aver rischiato davvero niente suonando allo stesso modo che se lo avessero fatto in un loro live il giorno precedente. Quando si è in un concorso di buon livello, serve qualcosa in più per emergere. Inoltre sono indubbiamente tra le band che si sono esibite con la proposta meno innovativa.

6° Ghiaccio1
 Interessanti sotto l’aspetto tecnico anche se giovanissimi e pezzi tra i migliori in chiave melodica. Si mostrano i più attenti alle motivazioni di Streetambula, chiedendo consigli a tutti e dimostrandosi pronti a fare un più che possibile salto di qualità.
↓ Poco coinvolgenti e molto timidi sul palco. Pagano l’assenza del secondo chitarrista che da pochissimo li ha lasciati. Il batterista Alfonso Bentivoglio mostra una competenza notevole ma viaggia con il freno a mano e lo stesso cantante, Alberto Di Festa, quasi non si capisce cosa dica tanto è il timore. I brani inoltre spaziano, per loro stessa ammissione, da un genere all’altro ma cosi impediscono al gruppo di formarsi una propria identità e, a volte, li inchiodano a trappole compositive come la deriva Reggae di uno dei brani proposti.

7° Too Late To Wake
↑ Hanno una carica e un’energia che nessuno ha mostrato poter pareggiare sul palco di Streetambula. Buoni nella parte tecnica e quasi perfetti in quella esecutiva.
 Il cantante Patrizio De Luca insiste troppo col pubblico, finendo per far innervosire molti. La poca creatività diventa qui esasperante e i brani non mostrano avere neanche troppo appeal.

8° DEM
 Efficiente tecnica specie di Davide Zanini alle percussioni. Voce interessantissima.
↓ Scarsissima presenza scenica, musica che arranca nei cliché del Blues e della World Music e chitarra che poteva certamente dare più struttura e sostanza al trio.



Silvio Don Pizzica

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