name='description'/> Parle Serie Blog: "Dietro l'angolo"

22 set 2013

"Dietro l'angolo"

La Valle, il Tubo e la Centrale


La vicenda del  Gasdotto Snam Brindisi-Minerbio, chiamato anche Gasdotto “Rete Adriatica”, ci riguarda da vicino in quanto parte di questo progetto dovrebbe attraversare l’intera Valle Peligna. L’infrastruttura servirebbe ad Eni per rafforzare la rete di gasdotti nazionali e prepararsi ad essere nei prossimi anni uno dei maggiori distributori del gas in Europa. Il gasdotto, infatti, inizia non a caso da Brindisi, dove è prevista la costruzione di altre due infrastrutture che dovrebbero aumentare la portata di gas di Eni.
Le due opere in questione sono: il Rigassificatore di Brindisi di gas naturale liquefatto e un impianto per la ricezione del gas proveniente dal Gasdotto Euro-Russo South Stream. Per quanto riguarda il primo progetto ci sono seri dubbi sulla portata a termine dei lavori perché il 6 marzo 2012 la British Gas ha abbandonato il progetto a causa della “troppa burocrazia” che avrebbe ostacolato i lavori negli ultimi undici anni. Per quanto riguarda il Suoth Stream, ci sono attualmente problemi nella localizzazione del luogo in cui dovrebbe emergere dal mare e collegarsi alla rete nazionale. Fino ad ora sono state proposte cinque diverse località tutte situate fra Brindisi e Lecce ma non è ancora arrivata la decisione definitiva. Eni prevede, quindi, un enorme afflusso di gas nell’Italia sud-orientale, regione che nei prossimi anni diventerà uno dei maggiori canali d’ingresso del gas nel nostro Paese, che pertanto necessita di nuovi collegamenti fra sud e nord e qui veniamo a noi.
Il tracciato, preventivamente individuato lungo la dorsale adriatica, è stato successivamente modificato e ad oggi si prevede il suo passaggio lungo l’intera fascia appenninica. Il progetto definitivo ha destato molte perplessità per via dell'attraversamento di zone colpite recentemente da terremoti, come la provincia dell’Aquila, vittima del sisma del 6 aprile 2009, e l’Umbria, già epicentro nel 1997. Il gasdotto ha anche un forte impatto ambientale che crea non poche incompatibilità con il progetto A.P.E. –Appennino Parco d’Europa – attraverso il quale le regioni appenniniche hanno intenzione di creare un’area diffusa di sviluppo sostenibile dedita alla conservazione della natura, alla difesa della biodiversità, al turismo sostenibile e alla promozione della produzione agroalimentare e artigianale tipica delle zone interessate. Inoltre è prevista anche la costruzione di una centrale di compressione e spinta del gas proprio a Sulmona. Lungo il percorso del gasdotto sono nati in questi anni numerosi comitati “No tubo” per la difesa e la tutela del territorio. Nella nostra Valle gli attivisti del Comitato Cittadini per l’Ambiente si battono anche contro un’altro aspetto del progetto che riguarda il nostro comprensorio ovvero la costrizione di una centrale di compressione e spinta del gas proprio che dovrebbe sorgere a Sulmona in Località Case Pente. La centrale andrebbe ad occupare una superfice di 12 ettari di terreno oggi destinati ad uso agricolo su cui però esiste il vincolo cimiteriale e idrogeologico, manca inoltre la compatibilità con il piano regolatore di Sulmona e il piano regionale per la tutela dell’aria che prevede la costruzione di tali impianti esclusivamente nelle zone industriali infrastrutturate. La centrale verrebbe costruita quindi in una zona sismica di primo livello a pochi chilometri di distanza lineare dalla faglia del Morrone, tutt’ora attiva e della quale parecchi sismologi parlano con notevole preoccupazione.
L’impianto potrebbe poi peggiorare seriamente la qualità dell’aria, in una Valle dove è scarsa sia la ventilazione che la piovosità, per via della massiccia emissione di sostanze come monossido di carbonio e ossido di azoto. Infine, la zona individuata per la costruzione è, da un punto di vista paesaggistico, la “porta d’ingresso” del Parco nazionale della Majella e potrebbe non essere compatibile con una seria volontà del territorio di investire nel turismo sostenibile. Attualmente i lavori per la costruzione dell'opera non sono ancora iniziati a causa dalla mancanza dell'Autorizzazione a costruire che dovrebbe essere fornita dal Ministero dello Sviluppo Economico, mentre l'opera ha già ricevuto la V.I.A. - valutazione d'impatto ambientale –  e la Pubblica utilità. A tal proposito – Snam - impresa che dovrà costruire l'opera, ha chiesto lo sdoppiamento della procedura autorizzativa in modo tale da poter iniziare a costruire almeno la centrale di compressione e spinta. Resta quindi in piedi una controversia fra chi reclama il diritto alla salute, alla tutela dell’ambiente e alla propria incolumità e una multinazionale interessata a perseguire il suo unico scopo, il profitto.

Savino Monterisi

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