name='description'/> Parle Serie Blog: Attualità

12 ago 2013

Attualità

VALLE PELIGNA: UNA RADIOGRAFIA IN PILLOLE
TESSUTO PRODUTTIVO
Le multinazionali arrivate in Valle Peligna grazie a cospicui finanziamenti dell’ex-Cassa del Mezzogiorno e poi andate via sono molte. In ordine cronologico: Ace del gruppo tedesco Siemens (mille operai nel 1984)
; Fatme, della svedese Ericsson, diventata Finmek fino al 2003; Sitindustrie Tubes&Pipes (2009); Coca-Cola Hbc Italia, che a marzo 2011 ha chiuso lo stabilimento di Corfinio (70 dipendenti); poi Foceit, Cpm/Solo donna, Lastra, Cosmo, Saba Ceramiche, Cf Gomma. A fatica restano aperte solo la Magneti Marelli e la Campari (passata alla multinazionale olandese Medibev).
(Fonte: F. Pantano, ‘Multinazionali addio? Il rischio del made in Abruzzo’, «Il Centro», 5/10/2012)

DISOCCUPAZIONE/INOCCUPAZIONE
Al dicembre 2012, nei 24 Comuni della Valle Peligna, Valle Subequana e Valle del Saggittario gli iscritti alle liste di disoccupazione e inoccupazione (quindi non tutti tra coloro che non lavorano) sono 9.706, cui bisogna aggiungere più di 800 cassintegrati (di cui quasi l’87% è destinato a rimanere senza ammortizzatori sociali e senza pensione). Complessivamente sono più di 10mila le persone senza lavoro in un territorio di 53mila abitanti. Nello specifico, 2.858 sono i disoccupati compresi nella fascia d’età 15-30 anni; 2.238 tra i 31-39 anni; 2.274 tra i 40-50 anni; 1.632 tra i 51-60 anni; 710 oltre i 61 anni. Nella sola Valle Peligna, i giovani disoccupati in possesso di titolo universitario sono quasi il 60% (pari al triplo della media regionale, che è del 19%).
(Fonti: E. Puglielli, ‘Flessibile, precario o disoccupato? In Abruzzo è allarme sociale’, «Il Martello Peligno», 07/2012; E. Puglielli, ‘Disoccupazione, lavoro, diritti al tempo della crisi’, «Il Martello Peligno», 10/2012; ‘Disoccupati’, «Zac sette», Il settimanale del Centro Abruzzo, 15/12/2012; E. Puglielli, ‘I numeri della crisi’, «Il Martello Peligno», 03/2013; E. Puglielli, ‘Disoccupazione: dramma sociale nei comuni della Valle Peligna’, «Parle Serie», 04/2013).

SCUOLA
Basti solo ricordare che nell’arco degli ultimi tre anni sono state soppresse ben 7 (sette) istituzioni scolastiche: I.C. Valle del Sagittario, I.T.I.S. ‘Leonardo da Vinci’, I.T.C e I.T.G. ‘De Nino’, I.S.I.S. ‘Ovidio’, Scuola Media ‘Ovidio’, Scuola Media ‘Serafini’, Scuola Media ‘Capograssi’.
(Fonti: C. Galante, ‘Scuola: per chi suona la campanella?’, «Il Martello Peligno», 10/2012; M. Tedeschi, ‘Omnicomprensivo: schiaffo a Pratola’, «Parle Serie», 01/2013; C. Galante, ‘Scuola: quanto mi costi!’, «Il Martello Peligno», 03/2013; E. Puglielli, ‘I docenti e la distruzione della scuola pubblica, «Il Martello Peligno», 04/2013; C. Galante, ‘Scuola povera: povera scuola!’, «Il Martello Peligno», 04/2013; M. Tedeschi, ‘Accorpamenti, «Il Martello Peligno», 04/2013; C. Galante, ‘Scuola: ancora tagli’, «Il Martello Peligno», 08/2013).

SANITÀ
«1) Procede spedito il piano che prevede la disattivazione del centro nascite; 2) sono inesistenti le strutture sanitarie territoriali per la nostra zona; 3) non sembra siano stati stanziati finanziamenti nemmeno per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria; 4) le nostre strutture sanitarie e le apparecchiature diagnostiche aspettano da tempo di essere rinnovate; 5) le liste di attesa per esami urgenti specialistici o per la prevenzione di malattie degenerative prevedono mesi di attesa per cui resta alto il ricorso a strutture private con evidenti sacrifici da parte di una popolazione già pesantemente colpita dalla crisi» (cfr. S. Gatta, ‘Stato di salute del diritto alla salute’, «Il Martello Peligno», 03/2013).
(Altre fonti: S. Gatta, ‘Un ospedale diffuso?’, «Il Martello Peligno», 08/2012; S. Gatta, ‘L’ospedale che non c’è’, «Il Martello Peligno», 09/2012; S. Gatta, ‘Ospedale: una storia infinita’, «Il Martello Peligno», 10/2012; S. Gatta, ‘Non solo l’ospedale: difendere e innovare tutto il servizio sanitario’, «Il Martello Peligno», 12/2012).

GIUSTIZIA
Il taglio dei cosiddetti “tribunali minori” è stato deciso dal governo Berlusconi e portato avanti dal governo Monti e poi da quello Letta. Nonostante le proteste, le assemblee, le occupazioni, gli incontri, le raccolte firme e le varie iniziative, il Tribunale di Sulmona, a meno di un miracolo, sarà soppresso dal 13 settembre 2015.


CHE FARE?
Massicci investimenti (pubblici e privati) per:
1) piano di reindustrializzazione
2) messa in sicurezza del territorio e dei centri abitati
3) riqualificazione edilizia dell’esistente
4) potenziamento del sistema di welfare e del servizio pubblico
5) ammodernamento del sistema viario/ferroviario e del trasporto pubblico

Edoardo Puglielli



Mattia Tedeschi

Nessun commento :