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23 giu 2013

Neo.Edizioni


Neo. Edizioni si presenta.
Neo. Edizioni nasce nel 2008 a Castel di Sangro dall’incontro di Francesco Coscioni e Angelo Biasella. Pubblichiamo principalmente esordienti italiani ma anche autori stranieri. Amiamo gli autori capaci di osare incondizionatamente, di trascendere la pacatezza del panorama editoriale italiano, di scardinare ogni regola imposta dominando, però, sempre e comunque lo strumento narrativo. Auspichiamo una letteratura priva di dettami e condizionamenti, di ipocrisie e riverenze, di tradizionalismi e prudenza. In sintesi, ci piace tutto ciò che si discosti di una spanna almeno dalla cautela del panorama editoriale italiano.
www.neoedizioni.it

Scopare bene è come un buon racconto

Diciamo come stanno davvero le cose: oggi, in Italia, i racconti non si leggono. Forse perché il racconto è considerato un genere letterario marginale rispetto al romanzo? O forse perché al lettore esigente non bastano poche pagine per potersi immergere a fondo nella narrazione?  Personalmente, non ho ben capito il perché ma, provando a immedesimarmi nel lettore diffidente, ho intuito che probabilmente sente il bisogno di confrontarsi con una struttura regolare, ben articolata e ricca di tutti quegli elementi che gli permettono, passo dopo passo, di conoscere intimamente i personaggi e le loro vite. Nel racconto, conciso per definizione, qualcosa invece sembra essere “omesso”, velato e le riflessioni sono spesso affidate alla fantasia e allo sforzo del lettore. La chiave è proprio questa. Il lettore medio preferisce orientarsi verso proposte rassicuranti, preconfezionate allo scopo di non deludere le caute aspettative. Se solo si uscisse da quel pigro meccanismo da classifica, da quel torpore da best seller, si potrebbe scoprire che il racconto, a dispetto della sua brevità, è in grado di elargire un’esperienza totale, un’esplosione di sensi, una “botta di vita” rapida, detonante. Il buon racconto non concede spazio all’errore, procede con ritmo serrato e si nutre solo delle parole necessarie, mai una di troppo. Tutto è al posto giusto.

“Scopare bene è come un buon racconto: le cose accadono nel momento esatto in cui devono succedere”.

Così scrive Paolo Zardi, probabilmente uno dei migliori “architetti” di questo mai troppo apprezzato genere letterario. “Antropometria” (NEO. Edizioni, 2010) rappresenta la prova tangibile del suo indiscutibile talento. Leggetelo e ci troverete dentro un autentico condensato di umanità.


Antropometria

Antropometria: misurazione dell’essere umano, del corpo e delle sue componenti; ma anche, come suggerisce Paolo Zardi, misurazione di esistenze, di relazioni, di micro mondi dentro cui ogni suo racconto si muove per coglierne le fratture, i cambiamenti, le trasformazioni inattese. È l’evento inaspettato il fulcro attorno al quale ciascun personaggio tenta di riscrivere i contorni della propria vita e dei propri rapporti: una donna accecata dall’odio quando improvvisamente si scopre affetta da una malattia rarissima, un’improvvisa richiesta d’aiuto che pone due cugini di fronte ad una scelta impensabile, una donna avanti negli anni che scopre un amore imprevisto, un padre che, suo malgrado, capisce cosa significa essere madre. Vite, accenni, spaccati, desideri accomunati tutti da piccoli o definitivi cedimenti. Con uno stile e uno sguardo che qualificano un personalissimo verismo massimalista, Paolo Zardi costruisce storie in cui qualcosa “improvvisamente” salta, si altera, deflagra.16 racconti dove l’autore mette in scena scorci di umanità a cui, con l’intensità della propria penna, ridà spessore e distanze che altrimenti non potremmo vedere, né percorrere, o tantomeno misurare.


francescaborrelli@live.it

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