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22 mag 2013

Arte


"Artisti senza Gloria"


Quando il nostro caro Mattia Tedeschi mi ha chiesto di scrivere un pezzo per "Parle Serie", le prime cose che mi sono saltate alla mente sono state le parole delle mie cugine di otto e quattro anni, Maria e Bruna.
Il tema, ovviamente, è "Artisti senza Gloria", la mostra che ho organizzato insieme al mio compare, Antonio Pizzoferrato, e alla quale hanno preso parte, con le loro opere, Giulia Le Donne, Edoardo Testi, Raissa Ciccotelli e Ilaria Catani.
Cosa c'entrano le mie cugine? Ve lo spiego subito! Quando le ho informate della mia imminente esposizione a "Palazzo Colella", mi hanno subito chiesto "Dò-dò, ma che vuol dire mostra?". "Mostra, ovvero "mostrare", è stata la mia spiegazione. Mostrare i miei lavori, insieme a quelli dei miei colleghi. La più piccola, a quel punto, ha aggiunto: "Dimostrare!". Wow, la piccolina aveva indovinato!
Mostriamo, si... ma lo facciamo anche per "dimostrare". Mostriamo i nostri sentimenti, idee... i nostri punti di vista, i nostri "ma-va-a-quel-paese" alternativi, tramite illustrazioni, fotografie, vignette satiriche, parole, ecc...
Mostriamo anche per riuscire a dimostrare qualcosa, a noi stessi e agli altri. Nelle mie illustrazioni è proprio quello che cerco di fare: mostrare emozioni, anche ciò che mi capita direttamente. Mostrare i "tabù", ciò che si ha timore di far vedere o dire. Questo è quello che amo disegnare. Scoprire gli altarini, togliere la polvere da sotto il tappeto. Questo è quello che voglio disegnare. Perché? Perché è un desiderio irrefrenabile, lo ammetto. Adoro le reazioni che un disegno riesce a scatenare in chi osserva, in quelli che ci si perdono. Quelli che poi riesco a mettere a disagio, sono i miei preferiti. Creare reazioni, un imperativo. Ripeto, senza presunzione, ma con la massima umiltà… per poi "dimostrare!".
Dimostrare che nelle tante cose che possono accaderci, non c'è nulla di spaventoso e che non siamo gli unici ad affrontarle. Dimostrare che con l'autoironia si possono sconfiggere paure e demoni interiori; poiché, come diceva Totò: "Se riesci a ridere delle disgrazie che ti capitano, la sofferenza passa un pochino prima". Dimostrare che parlando con gli altri, condividendo, si può ottenere il meglio. Questo è quello che cerco di dimostrare. Ed è quello che credo facciano anche i miei colleghi; per non togliere, come motivazione primaria, quella di usare la propria arte come mezzo di comunicazione per sfogarsi.

"Fotografare, a mio parere, vuol dire riuscire a guardare nell'animo di ogni soggetto; rivelare ciò che l'occhio nudo non riesce a percepire, fermare quel preciso momento con uno scatto, in modo che resti un ricordo nel tempo. Amo i ritratti perché lo sguardo, l'espressione e le pose di ogni soggetto riescono a trasmettere ciò che ha nel profondo di se stesso, più di ogni altra parola."
(Giulia Le Donne, fotografa di Sulmona. )

"Scrivere vuol dire poter vivere vite che non mi appartengono, visitare luoghi sconosciuti rimanendo incollati dietro una scrivania… ma la verità è che ho stipate così tante idee nel cuore e nella mente che scrivere è quasi un bisogno. Mettere nero su bianco una storia è più stancante di quel che si possa immaginare perché su quella pagina candida rimarrà impressa per sempre una parte di te. Scrivere è come donare il sangue, se lo fai per davvero. Il mio scopo? Donare a tutti una parte di me."

(Ilaria Catani, scrittrice di Corfinio, esordisce quest'anno con il romanzo fantasy "Ghevril e i popoli magici"; finalista al Premio Campiello Giovani 2013 con il racconto "Un ricordo")

"Credo di sapermi esprimere meglio attraverso delle immagini, foto di momenti della mia vita che immortalo, piuttosto che con le parole."
                                 (Raissa Ciccotelli, fotografa)

"Mi piace disegnare perché è bello!"
(Edoardo Testi, vignettista-fumettista di poche parole, di Pescara)

Tutto ciò mi porta alla mente le parole del grande Keith Haring, uno dei miei riferimenti: "L'Arte celebra l'uomo… non lo manipola!".
Lo celebriamo, lo mostriamo con tutti i pregi e difetti. Questo è il senso della nostra esposizione e delle altre che verranno, perché di certo non ci fermeremo qui.
Siamo degli "Artisti" senza gloria che cercano di dare il proprio contributo, mostrando senza giudizi-pregiudizi ciò che viviamo in pieno mezzogiorno.
Mostriamo, ci mostriamo e vi mostriamo.

Dora Polce

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