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22 feb 2013

Politica


Omelia preelettorale

Giunti al giorno prima delle elezioni, sapete che vi dico? Che le liste e i programmi (o le barzellette) potete guardarveli da soli.
Per questo mese voglio farvi una paternale, obbligandovi ad accettare per assurdo, che io ne abbia il diritto.
Presumibilmente, a dar retta alle sensazioni, penso che alcuni di voi non andranno a votare, mentre altri decideranno all’ultimo. Ma voglio rivolgermi a tutti.
Siamo subito giunti alla prima chiave del discorso: VOTARE! Il famoso diritto/dovere che tutti hanno, in qualità di cittadini. Eccola! Anche l'altra parola chiave, grondante di significati è arrivata senza attesa : CITTADINI.
Su di essa sono talmente tante le cose che si potrebbero dire, che molte gocciolano a terra, grondano appunto e ce ne dimentichiamo, lasciandole lì ad asciugarsi della loro importanza. Eppure, una goccia non la farò cadere e cercherò di farvene dono.
Certo, non vi tartasserò con la solita storia di quelli morti (tanto di rispetto) per questo diritto. Anche perché, la maggior parte di voi non li ha conosciuti e non sa chi siano. Sfido io che ve ne fregherebbe qualcosa...
Come prima cosa, vi ricorderò semplicemente che SIETE VOI, qualunque cosa accada, I PADRONI DELLO STATO. VOI siete lo Stato.
Non votare sarebbe come ''regalare'' una proprietà per uso capione. Per questo andate alle urne e appena usciti, ricordatevi bene chi avete scelto. 
Se vi fanno incazzare, sentitevi liberi di esserlo. Però non in piazza o peggio ancora sui social network. 
Invece andate da loro a rammentargli qual è il loro mandato. Nessuno vi potrà dire che non potete farlo. E soprattutto non delegate!
Essere eletti non investe nessuno di un titolo nobiliare. Non hanno diritto a riverenze e omaggi oltre ogni ragionevole modo. Il politico non differisce di molto, da quello che vi schizza l'acqua, passando con l'auto sulla pozzanghera. Tanto più se non è ligio ai propri doveri.
Mettendo la croce, nonostante la sacralità del termine, non state chiedendo e non chiederete la grazia a qualche santo. Avreste solo fatto USO di una vostra inviolabile prerogativa. 
A questo punto però, è opportuno fermarsi un attimo e riflettere bene su cosa sia l'uso e cosa sia l'abuso. Credo che siate d'accordo con me, sul fatto che quest'ultimo non porti mai a qualcosa di buono. Sarete altrettanto d'accordo che, da un punto di vista opportunistico, un piacere spesso se si fa è perché si spera di riceverlo poi in cambio. Il classico ''do ut des''. 
Se siete pronti ad andare avanti, è giunto il momento che vi facciate due domande!
Per prima cosa chiedetevi se un voto sia considerabile come un favore. Dopo domandatevi se considerarlo tale sia commettere un abuso.
Senza che vi si arrovelli il cervello, vi darò subito le risposte giuste: alla prima domanda è NO e alla seconda è Sì. NO perché un voto non è una transazione, un affare, uno scambio di merci. Un voto è dare fiducia a qualcuno e non ridargliela se la disillude. Non prenderlo per ciò che è e cercarne tornaconti personali, Sì, è commettere un abuso. Un abuso di ciò che un diritto ci concede.
Lasciare da parte questi semplici principi, alla base di ogni paese civile, ha avuto come effetto che dalle istituzioni, i centri del potere si spostassero nei partiti e quel male sfiancante che ha nome PARTITOCRAZIA ha consumato il Bel Paese. Come conseguenza, CORRUZIONE e CLIENTELISMO hanno segnato l'armonioso volto dell'Italia. E sempre più, la finanza la ha asservita.
Avrei potuto dare la colpa, come fanno tutti, ai politici. Io voglio farvi fare un ulteriore passo invece: voglio che tutti si assumano le proprie responsabilità!
Si è giunti alla situazione attuale, perché MOLTI hanno delegato totalmente le proprie responsabilità civiche agli eletti. MOLTI ALTRI hanno voluto anche un tornaconto per questa delega. QUASI NESSUNO ha vigilato su quello che i politici facevano. Ora TUTTI si lamentano, come se il sistema funzionasse male solo da due anni. 
Eh no, cari amici, così è troppo facile!
Sarà anche una visione incantata la mia, ma alla base di una società rinnovata, non può che esserci il sogno che essa sia giusta e a misura di tutti. Ma affinché il sogno diventi realtà, è indispensabile che la maggior parte di noi non chieda soltanto ma si impegni per il cambiamento. Quindi, non è importante chi votiate, ma che lo facciate e che lo facciate con coscienza civica.
Dunque, sedetevi. Fate un bel respiro e riflettete su tutto ciò. 
Rassegnatevi al fatto che un buon padrone (ricordate? i padroni dello stato...) ha anche dei doveri, oltre ai diritti. Dopodiché domani e ogni volta che si deve, andate a votare. Poi però non aspettatevi che qualcuno vi cali la soluzione dall'alto e fate sentire sempre la vostra voce. Se avete delle idee, non abbiate timore a dirle; male che va ve le ruberanno, ma se sono giuste e ci conviene, che ci frega. Tuttavia, e questo ficcatevelo bene in testa, la cosa più importante, il fondamento cardine su cui deve costruirsi una nuova Italia è che non vendiate mai la vostra dignità a nessuno.


Piergiuseppe Liberatore

1 commento :

Anonimo ha detto...

Si scrive usucapione.