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22 feb 2013

Attualità





Lavoro e diritti al tempo della crisi

di Edoardo Puglielli

Crisi e disoccupazione sono parte integrante del normale funzionamento della società di mercato: «non sono un problema per il capitalismo ma il modo attraverso cui, periodicamente, il capitalismo risolve i suoi problemi; non nascono da imperfezioni del mercato, ma sono i più potenti e perfetti prodotti del mercato stesso» [V. Giacché, DeriveApprodi 2010]. Oltre che fisiologico, in assenza di un deciso cambio di rotta il fenomeno della disoccupazione rischia di diventare anche irreversibile. Se cala la produzione scende l’occupazione; ma anche quando la produzione riprende la disoccupazione non viene affatto riassorbita. Anzi, la produzione può riprendere solo a patto di: 1) non riassorbire complessivamente la disoccupazione prodotta; 2) erodere e cancellare diritti; 3) delocalizzare gli investimenti produttivi dove conviene, cioè dove il lavoro costa meno ed il conflitto sociale è facilmente sedabile. A ben vedere, una relativa ripresa occupazionale avviene solo attraverso ‘politiche di risanamento’ mirate a: aumentare ritmi e carichi di lavoro a parità di salario, flessibilizzare e precarizzare i rapporti di lavoro, ridurre garanzie e facilitare i licenziamenti (vedi l’attacco all’articolo 18, al CCNL, etc.); investire sul capitale costante e restringere il numero della base occupata (al fine di indebolire il potere contrattuale del lavoro vivo); ridurre le spese per sicurezza e salute (vedi il caso Ilva); esportare le produzioni a ridotta composizione organica dove il lavoro costa meno (vedi le politiche Fiat); sfruttare servilmente il lavoro migrante. Ne discende che pur in presenza di momentanei aumenti degli indici percentuali della produzione ad essi non si accompagna una crescita del numero degli occupati; a crescere, al contrario, è solo l’uso di contratti precari: basti pensare che dal 2004 al 2012 il numero dei lavoratori precari appartenenti alla fascia di età 34-64 anni è aumentato in Italia del 43,8%. Le cifre parlano chiaro. Se nell’area euro il numero dei disoccupati corrisponde a 18milioni di unità (2milioni in più nel corso di un anno), in Italia, nel secondo trimestre 2012 il tasso di disoccupazione rilevato dall’Istat è pari a 10,5% (il più alto dal secondo trimestre 1999). In 12 mesi, in particolar modo, il numero delle persone senza lavoro è aumentato del 33,6% (attestandosi così a 2,76milioni di unità). Il tasso di disoccupazione giovanile è invece passato dal 2007 al 2011 dal 24 al 32%: i giovani che lavorano, inoltre, sono «confinati in lavori temporanei, di bassa produttività o altri tipi di lavori che non promettono opportunità migliori» (Rapporto ILO, maggio 2012). Nel 2007, su un totale di 900.000 giovani disoccupati, il 56,7% era concentrato al mezzogiorno (510.000), il 26,6% al nord (240.000) e il 16,8% al centro (151.000). Nel 2011, il totale di giovani disoccupati è pari a 1.128.000, con un incremento del 51,2% al nord (per un totale di 363mila unità), del 39,1% al centro (per un totale di 210mila unità) e dell’8,8% al sud (per un totale di 555mila unità, il 49,2% del totale). Nel mezzogiorno, in particolar modo, la disoccupazione giovanile ha raggiunto numeri drammatici per le donne: nel secondo trimestre 2012 il tasso di occupazione per la fascia d’età 15-29 anni è pari al 16,9%. Per la fascia 18-29 anni è del 20,7%, vale a dire che 8 giovani donne su 10 non hanno un lavoro (al nord la quota delle occupate tra i 18-29 anni è del 45,7%; la media nazionale è pari al 34%). In Abruzzo, il tasso di disoccupazione registrato dall’Istat è del 10.9% (la media nazionale è del 10,5%; nelle regioni del centro dell’8,9%), tre punti percentuali in più nell’arco di un anno. Vale a dire che si è passati da 48mila disoccupati nel 2011 a 73mila persone senza lavoro nel secondo trimestre del 2012. Contestualmente, in 12 mesi nella regione il numero degli occupati è sceso da 509mila a 507mila unità (367mila dipendenti, 140mila autonomi), facendo così crescere l’indebitamento delle famiglie. Guardando alla Valle Peligna, recenti inchieste( zac7.it) forniscono i seguenti dati: gli iscritti alle liste di disoccupazione e inoccupazione nei 24 Comuni della Valle Peligna, Valle Subequana e Valle del Sagittario sono ad oggi 9.706, cui vanno aggiunti 821 cassa integrati di cui solo 105 hanno la possibilità di essere accompagnati alla pensione, mentre il restante 87% è destinato a rimanere senza ammortizzatori sociali e senza pensione. Di questi, 2.858 sono compresi tra i 15 e i 30 anni; 2.238 tra i 31 e i 39 anni; 2.274 tra i 40 e i 50 anni; 1.632 tra i 51 e i 60 anni e 710 oltre i 61 anni. Complessivamente, su una popolazione di 53mila abitanti, i disoccupati nel territorio sono più di 10.000 mentre i giovani laureati che non trovano lavoro sono quasi il 60%.
In un paesaggio del genere, con i privati che a causa della recessione investono sempre meno, la costituzionalizzazione del principio del pareggio di bilancio – mettendo ‘fuorilegge’ il deficit spending – di certo non aiuta. Anzi. Impedisce un deciso intervento pubblico proprio in quei settori che, invece, richiedono un forte investimento, quali: messa in sicurezza del territorio e dei centri storici, opere di riqualificazione e di manutenzione dell’esistente, infrastrutture utili, scuola, ricerca, sanità, cultura, etc. Con le modifiche all’articolo 81 della Costituzione investire in questi settori è diventato praticamente impossibile. Allo stesso modo, sarà sempre meno facile garantire alcuni dei diritti previsti nella Costituzione (assistenza sanitaria, servizi alla persona, scuola, welfare locale), essendo la loro attuazione subordinata ai dettami dell’articolo 81. Il rischio del dogma dell’immutabilità della cosiddetta linea-Monti e dell’infallibilità dell’ideologia neoliberista (che tiene insieme destra e ‘centro-sinistra’) è, a ben vedere, oltre a quello di non porre un freno alla disoccupazione crescente, anche la progressiva trasformazione dei diritti sociali e del sistema pubblico di welfare in merce: chi ‘vorrà’ quei diritti e servizi, per capirci, se li dovrà pagare.

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