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18 dic 2012

"Esteri"


CHE SUCCEDE DIETRO L’ANGOLO?

Undici chilometri, forse qualcosa in più, forse qualcosa in meno.
Tanto separa Piazza Garibaldi di Sulmona da Piazza Garibaldi di Pratola Peligna, eppure, quando l’estate passeggi per Pratola, sembra sempre che l’atmosfera sia diversa.
Certo la crisi, il lavoro che non c’è, i problemi ci sono pure lì, però Pratola Peligna ha sempre quell’atmosfera allegra, una cittadina che è rimasta un paese, in cui regnano sovrane precise leggi sociali, solidarietà, devozione totale al patrono, dialetto sempre e comunque, tutti sono parenti con tutti e tutti sanno le vicissitudini di tutti.
Eppure non mi spiego come, a distanza di undici chilometri, c’è un’altra Piazza Garibaldi che vive tutto un altro clima.
In realtà un’idea me la sono fatta anche se, rivelandovela, temo di sembrare una persona di parte.
Vivo a Sulmona da diciotto anni. Per quello che mi ricordo, è sempre stata una cittadina vispa, piena di voglia di vivere, l’estate era una festa continua. Poi hanno incominciato a chiudere le fabbriche ed il clima di festa è finito.
Abbiamo iniziato a deprimerci, questo processo è stato talmente latente e lento che non ce ne siamo nemmeno accorti, ed è ancora in corso.
Sulmona negli ultimi dieci anni ha avuto due commissari prefettizi; significa che ad un certo punto della legislatura il sindaco è stato costretto a dimettersi perché non aveva più la maggioranza in consiglio comunale.
L’ultima amministrazione è da poco riuscita a formare una nuova giunta, dopo che per un mese il consiglio comunale è stato con gli assessori dimissionari, per di più non è ancora chiaro se il sindaco abbia attualmente una maggioranza politica in consiglio comunale.
I problemi passati e presenti della politica fatta dai partiti, sono stati tutti scaricati sulla città che puntualmente ne ha pagato il conto.
Faccio un esempio: quest’estate, la nostra cittadina, che ha una chiara vocazione turistica data dal grande patrimonio storico-artistico e dalle rievocazioni storico-religiose, non ha avuto un cartellone estivo.
Questo significa che il nostro assessore alla cultura non è stato in grado di fare una delle cose più importanti per le quali è stato nominato, organizzare gli eventi cittadini per attrarre turisti.
Vi faccio un altro esempio?
Nella nostra valle, l’Eni, ha intenzione di far passare un metanodotto che attraversa la dorsale appenninica, l’opera è ritenuta molto pericolosa se si pensa all’alta sismicità della Valle Peligna e, a tal proposito, il nostro consiglio comunale ha votato più di una delibera per impedirne la costruzione.
Bene, durante un importantissimo tavolo tecnico a Roma, un assessore che avrebbe dovuto rappresentare Sulmona, invece di riportare il parere del consiglio comunale, ha espresso quello suo personale dicendo che,  secondo lui, l’opera era “cosa buona e giusta” e, dopo il fatto, né il sindaco né la maggioranza hanno chiesto le sue dimissioni.
Infine una delle cose più sconcertanti di tutte, una volta nella mia città c’era un cinema, da maggio del 2011 è chiuso per volontà del comune.
Ho detto questo solo per dire alcune delle cose che hanno portato un gruppo di cittadini, portati all’esasperazione, a creare un movimento politico con l’intento di costituire una lista civica.
È nata così Sulmona Bene in Comune (SBiC), fondata su precisi principi che ne costituiscono il manifesto di valori: democrazia partecipata, sviluppo sostenibile, alternativa ai partiti, valorizzazione dei giovani.
Naturalmente queste erano le parole, alle quali SBiC ha fatto seguire i fatti.
Gli aderenti si sono divisi in gruppi di lavoro che si occupano di determinate materie e svolgono due funzioni: una di breve periodo, la stesura di proposte politiche che passeranno al vaglio dell’assemblea e poi verranno inserite nel programma elettorale, e una di lungo periodo ovvero monitorare i campi che sono stati loro assegnati, ad esempio l’ambiente, la cultura, il turismo ecc.
I gruppi naturalmente sono aperti a chiunque è interessato a partecipare e presentano una relazione periodica all’assemblea che è l’unico organo di SBiC che ha poteri decisionali, gli altri organi del movimento hanno semplici funzioni di coordinamento ed organizzazione e sono i portavoce, i tesorieri ed i garanti.
Per comunicare con la città, sentire i suoi problemi e capire i suoi bisogni invece, è stata organizzata una SBiCiclettata, un giro in bicicletta (tanto per ribadire la vocazione sostenibile del progetto) davanti i luoghi abbandonati della città, per lasciare un fiore nella speranza di farli tornare a vivere e fatto questo la carovana di biciclette si è fermata lungo Corso Ovidio e sono stati raccolti decine di post-it che descrivevano “la città che vorrei”.
È stata anche organizzata un’assemblea pubblica interamente rivolta ai giovani nella quale sono stati affrontati i problemi legati alle questioni giovanili.
Queste sono alcune delle iniziative che SBiC ha realizzato in città e per ora stanno riscuotendo parecchio consenso, ma come andrà a finire lo sapremo solo fra qualche mese.

Savino Monterisi

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