name='description'/> Parle Serie Blog: TERREMOTO GEROSOLIMO

3 lug 2014

TERREMOTO GEROSOLIMO

Il candidato di Abruzzo Civico stravince le elezioni e innesca una resa dei conti nei circoli Pd locali. Sulmona, Pratola, Raiano e Scanno si interrogano anche per lo scarso risultato di Di Paolo. Disfatta del Centro Destra. Cresce il voto di protesta pentastellato.
Luciano D’Alfonso del Partito Democratico è il nuovo governatore della regione Abruzzo. Si è imposto con il 46,3% dei voti, su  Gianni Chiodi che con  Forza Italia e altri centrodestra si sono fermati al 29,34%. Doppiata Sara Marcozzi del Movimento 5 Stelle che ha raggiunto il 21,34%, Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista si ferma al 3,12%.

Dopo ben 17 giorni dalle elezioni, finalmente i dati sono diventati ufficiali (complimenti ai burocrati responsabili) e fra i tanti candidati della Valle Peligna, l’unico che ce l’ha fatta è Andrea Gerosolimo, della lista Abruzzo Civico in appoggio a D’Alfonso, con 5575 preferenze. Siccome è tempo di toto nomine poi, fra i tanti possibili assessori, figura anche il suo nome; quindi, dopo tanto tempo, potremmo ritrovarci ad avere non solo un consigliere in regione, ma addirittura un assessore.

Fin qui le note liete. Ma non è oro tutto ciò che luccica.
La candidatura e l’oggettivo successo di Gerosolimo, ottenuti tramite una campagna elettorale che ha saputo creare una squadra eterogenea di vari esponenti politici, hanno di fatto avuto l’effetto che gli ‘’epurati’’ del Partito Democratico ovidiano auspicavano: mettere in stato di accusa il vecchio rais Bruno Di Masci.
Schierati compatti con il neo consigliere, hanno ottenuto un gran risultato, al contrario dell’intellighenzia democratica sulmonese, che ha tenuto in ostaggio tutti i circoli locali, nella scelta del candidato, individuato all’ultimo nella figura di Massimo Di Paolo.
Nonostante il Pd sia risultato il primo partito nei maggiori comuni del nostro comprensorio, il professor Di Paolo ha ottenuto uno scarso risultato.
Il fatto è imputabile in gran parte alla non lineare, faticosa e tardiva scelta del cavallo su cui puntare. E la responsabilità è additata in gran parte all’establishment del Pd di Sulmona.
I problemi non sono finiti qui: non solo l’elezione, ma la candidatura stessa di Gerosolimo ha dato origine a frizioni in altri circoli e all’interno della segreteria provinciale stessa. Infatti autorevoli esponenti democratici, come Michela Fina, membro della direzione provinciale del partito e collaboratore del Ministro della Giustizia Orlando, Costantino Cianfaglione, vicesindaco di Pratola Peligna in quota Pd ed Amedeo Fusco, consigliere provinciale e comunale di Scanno, anch’egli membro della direzione provinciale, hanno pubblicamente sostenuto il segretario provinciale di Scelta Civica.
Già, perché è proprio questo il problema: Gerosolimo è il segretario di un’altra formazione politica. È quantomeno discutibile che dei dirigenti di un partito appoggino il segretario di un altro.
Questa è la principale accusa che viene mossa ai ‘’dissidenti’’ citati e se per gli altri è ipotizzabile una scelta dovuta all’interesse per il territorio, le ragioni che hanno spinto Fina rimangono ancora più oscure.
Se nel circolo di Pratola, la cui unità è proverbiale, il colpo è stato assorbito abbastanza agevolmente, a Scanno la vecchia guardia, non più al potere, chiede l’epurazione della nuova dirigenza, con Fusco in primis, ovviamente. Inoltre, sicuramente qualcuno chiederà spiegazioni a Fina, durante il prossimo Congresso Regionale.
Mazzetti, il segretario della Federazione provinciale, che all’inizio aveva promesso l’espulsione per chiunque non avesse sostenuto il Pd, ora dichiara che si atterrà al regolamento. Bene, il regolamento prevede che di questi casi, se ne occupi la commissione di garanzia che è presieduta, pensate un po’, proprio da lui: Bruno Di Masci.
Ne vedremo certamente delle belle, ma per il momento andiamo a guardare cosa è successo all’interno degli altri raggruppamenti.
Un buon risultato fra i nostri candidati, l’ha conseguito Luisa Taglieri, che compariva nella lista del Partito Socialista Italiano, sempre in appoggio a D’Alfonso. Però, la cervellotica legge elettorale, che prevede il raggiungimento del quorum da parte dei partiti a livello regionale, per poi ridistribuire gli eletti su base provinciale, ha reso vane le 2180 preferenze ottenute. Il PSI infatti, non ha raggiunto la quota di sbarramento del 2%.
Questi i fatti più significativi fra i vincitori. Passiamo ora alle opposizioni.
Se il 3,12% delle lista Acerbo, ha lasciato fuori la sinistra-sinistra dal Palazzo dell’Emiciclo, per la prima volta vi entrano i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, con a capo la loro candidata a governatore, Sara Marcozzi, ma senza i locali Giovarruscio e Di Girolamo.
Per i penta stellati, si può notare un ampio divario tra il risultato delle Europee (29,7%) e quello delle regionali (21,34%). La questione è facilmente spiegabile con il fatto che, i circa 250 candidati nelle liste di supporto a D’Alfonso hanno ‘’tirato’’ molti più voti, rispetto ai 29 totali del M5S, facendo registrare questa incongruenza in due elezioni diverse, ma tenutesi nelle stesso giorno.
La stessa motivazione sta dietro l’analogo calo nelle Regionali (25,41%), rispetto alle Europee (32,4%) del PD: su questo partito sono confluiti i voti di altre liste di centrosinistra, presenti solo alle elezioni regionali.
Le classifiche comunque rimangono le stesse, in entrambe le consultazioni: il PD è il primo partito, il M5S il secondo e FI il terzo. E sì, Forza Italia, ci eravamo dimenticati di quella compagine politica, che in ogni forma che ha assunto negli anni, superava agevolmente il 30% quasi sempre e adesso lo supererebbe a stento, solo se in coalizione con le altre forze del centrodestra. La spiegazione può essere solo che, gli insufficienti risultati raggiunti quando hanno amministrato, qualche scandalo giudiziario e la voglia di cambiamento hanno portato gli elettori a bocciarli nettamente.
Come minimo, i loro rappresentanti dovranno fare una seria riflessione sul loro futuro.
Più tranquilli possono restare i 5 stelle; certo, alle passate Politiche, erano il primo partito in Abruzzo, ma per una formazione giovanissima, consolidare la base elettorale, con risultato di oltre il 20% è eccellente.
Il problema è piuttosto di noi cittadini: il voto al Movimento, rimane in gran parte, un voto di protesta. E la gente protesta, quando non sta bene.
La nostra regione ha tantissimi problemi, che vanno dalla sanità ancora allo stremo, alla disoccupazione, passando per gli scandali ambientali. Perciò, al di là delle analisi, dell’assegnazione dei ruoli e delle classifiche, nel nostro piccolo ci appelliamo a chiunque, di mettersi d’impegno per cominciare a risollevare questa situazione disastrata.
Infine, ci scusiamo con Marco Saccoccia, per l’errore involontario apparso sulla copertina dello scorso numero; ma finché se ne parla…


Piergiuseppe Liberatore

Nessun commento :