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11 lug 2014

SPAZIO…CINEMA

Salve ragazzi! La tanto desiderata estate è arrivata e tutti cercano sollievo al mare o in montagna, ma per chi è costretto a restare in Paese per cause di forza maggiore, vi proponiamo tre film ambientati nella nostra bellissima terra da gustare con una bibita ghiacciata!

Parenti Serpenti (1992)
<<Proprio per questo, me l'avete sempre messo nel didietro, con rispetto parlando…>>
Ambientato quasi interamente a Sulmona, il film del grande Mario Monicelli è divenuto negli anni un vero e proprio cult. Nella prima parte del  film la voce narrante del piccolo Mauro ci presenta la sua grande famiglia che torna nella casa natia per le festività natalizie. In perfetta linea con la commedia di costume vengono descritti i nuclei familiari e rappresentate
le vecchie tradizioni del Natale sulmonese: il bacio della mano ai genitori, le immancabili abbuffate, la tombola e la messa di Natale. In questo clima festoso però serpeggiano sentimenti velenosi che sfoceranno, nella seconda parte, dopo che l’anziana madre comunica il desiderio di trasferirsi da uno qualsiasi dei suoi figli, in veri e propri scontri verbali e in un disincantato cinismo, che troverà il suo culmine nel tragico epilogo. Commedia un po’ particolare a tratti grottesca e a tratti noir che mette il luce le invidie, l’ipocrisia, l’egoismo e il cinismo del piccolo borghese di paese, ma che riesce a strappare qualche sorriso. È un ritratto amaro della vita e della famiglia, sicuramente estremizzato, ma purtroppo vero.
      Ilaria

La Guerra Degli Antò (1999)          
                        
<<Ci vuole coraggio per andare ad Amsterdam, ma ce ne vuole pure per restare a Montesilvano>>
Antò Lu Purk, Antò Lu Zorru, Antò Lu Malatu e Antò lo Zombi sono quattro giovani punk di Montesilvano, la cui vita ruota intorno alla monotonia di un Paese che non offre nulla, dove gli ideali della società vanno allo sfacelo e dove i quattro lottano per restare puri e veri e lo fanno con la rabbia giovane e punk. Il regista, Riccardo Milani sceglie attori esclusivamente abruzzesi per i quattro protagonisti; le ambientazioni sono ovviamente abruzzesi, ma uno dei nostri protagonisti intraprenderà un viaggio, per fuggire da qualcosa (se stesso), che lo porterà fino ad Amsterdam, ma senza risultati e sarà quindi di nuovo la terra natale a richiamarlo a sé. Epica la scena in cui due degli Antò si recano alla trasmissione “Chi l’ha visto?” creando scompiglio e dando voce alla gioventù incazzata. Un film che offre spunti di riflessione, divertente e soprattutto abruzzese.       
                                                                                                                              MaryF

Una pura formalità (1994)

<<Due rette parallele non si incontrano mai. Tuttavia, è possibile immaginare l'esistenza di un punto così lontano nello spazio, ma così lontano nell'infinito, da poter credere e ammettere che le due rette vi si incontrino. Ecco! Chiameremo quel punto, PUNTO IMPROPRIO >>.
Uno sparo nel buio fa immediatamente sussultare lo spettatore. Un uomo fradicio e spossato si fa strada con una corsa frenetica tra i boschi e una pioggia battente, finché viene fermato dalla polizia: in quel luogo si è tenuto infatti un omicidio. Questo è l’inizio del film di Tornatore, minimalista nella trama, ma ben costruito, soprattutto grazie alla presenza di due mostri come Depardieu e Polansky e alla stupenda colonna sonora di Morricone. Il resto del film si concentra su un lungo interrogatorio, condotto in un ambiente surreale e angosciante, all’uomo, vittima di un’amnesia: piano piano veniamo a conoscenza  della sua storia dall’infanzia fino alla vita adulta e al successo come scrittore, agli amori e progetti futuri, ma soprattutto alla presa di coscienza di quello che è accaduto in quella notte. Un film che tiene lo spettatore incollato allo schermo, che inizia come thriller per poi assumere i connotati di un dramma psicologico, in cui gli indizi lasciano presagire la dura verità. Durante tutto il film si ha la sensazione di essere in bilico tra sogno e realtà, ma l’ultima scena è davvero quella reale: un’alba abruzzese (Santo Stefano di Sessanio) che schiarisce ogni dubbio e accompagna il “viaggio” del protagonista.

Ilaria

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