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27 mar 2014

Un territorio da riqualificare


La valle peligna, si sa, è un territorio assai strano, con molte potenzialità lasciate perire, con una vasta superficie ma tanti paesi a sé stanti, con prodotti tipici messi in risalto solo nelle sagre paesane.
Quello che finora è mancato, nella valle come in italia, è la visione d’insieme e il fare squadra. È mancata la capacità di avanzare una proposta unica, accontentando tutti proporzionalmente.
Basti pensare, per esempio, ai FAS: i comuni avrebbero dovuto semplicemente presentare un progetto su come spendere svariati milioni di euro stanziati dalla regione per portare un po’ di ossigeno in questa valle che non ne ha più. A poco dalla scadenza dei termini, ancora un nulla di fatto. Basti pensare al tribunale: la battaglia in sua difesa avrebbe dovuto unire tutti i comuni e tutte le varie categorie ma ha messo in mostra profonde spaccature sociali. Un fondamentale presidio di legalità che fa solo bene al territorio trasformato in uno scontro tra categorie. Basti pensare al movimento “ripensiamo il territorio” che da anni porta avanti l’idea di riorganizzare i peligni rendendoli più forti; tante le adesioni di partiti, forze sociali e varie sigle, soprattutto durante le votazioni, ma pochi i passi avanti. Basti pensare a Sulmona che dovrebbe essere il paese guida della nostra valle, dilaniata dal quinquennio federico e, ora, dal blocco dell’amministrazione, complice un peddì medioevale. Basti pensare alle regionali e alla valle che si presenta senza una candidatura forte.  Qualcuno spesso dice che la colpa sia della politica ma ogni popolo ha i rappresentanti che merita, anche a livello locale.
Tanti under 40 sono costretti ad emigrare, e molti lo faranno, non riuscendo a intravedere un futuro all’orizzonte; sia chi avrebbe solo voluto una vita tranquilla a pratola, sulmona, raiano, sia chi, in questo territorio, avrebbe voluto investire la propria vita e i propri interessi.  La valle peligna lentamente si sta svuotando di persone e di speranza, cerchiamo di non essere complici di tutto ciò.


Mattia Tedeschi

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