name='description'/> Parle Serie Blog: Cinema

22 gen 2014

Cinema

SPAZIO… CINEMA

Salve ragazzi! In questo primo numero del 2014 trattiamo il tema dell’acqua, elemento di enorme ricchezza simbolica nel Cinema che non è solo un mera cornice naturale alle scene, ma può rappresentare con tutte le sue trasformazioni e il suo moto, a volte  lento, a volte incessante, il respiro vitale,  il trascorrere del tempo, può essere la metafora di un viaggio o può dividere o isolare persone o cose, può essere scenario di creature misteriose, catastrofi e vittorie. Vi proponiamo due film che in modo o nell’altro sono connessi a questo tema: buona visione!


IL COLTELLO NELL’ACQUA (1962)
Opera prima di Roman Polanski, “Il coltello nell’acqua” affronta tematiche che saranno il leitmotiv dell’antologia cinematografica del regista polacco. Polanski è riuscito a creare un film di elevata tensione emotiva e psico-sociologica ricorrendo a pochi elementi: tre personaggi, una barca, un lago e un coltello.  La trama è semplice: una coppia borghese invita un giovane autostoppista ad unirsi alla loro vacanza in barca, ma ben presto i giorni di navigazione diventano lo sfondo dei contrasti tra i due personaggi maschili. Tutto è sapientemente costruito dal regista: dallo scontro generazionale e valoriale tra i protagonisti maschili, animati dalle tensioni sociali e sessuali, alle invidie reciproche, agli oggetti del desiderio incarnati dalla donna e dal coltello, il tutto in uno spazio (il lago) isolato, in cui il tempo sembra essere sospeso. E’ una lotta tra i galli nel pollaio, in cui sarà la donna, prima semplice spettatrice, a sentenziare il vincitore. Perfetto l’uso del  bianco e nero che  rende la pellicola particolarmente raffinata e le conferisce un senso di indeterminatezza: gioiello semisconosciuto!
                                                                                                                                

Il SILENZIO SUL MARE (1991)
<<….>>

Shigeru, sordomuto, passa le sue monotone giornate alternando il lavoro da netturbino alle silenziosissime passeggiate lungomare con la sua ragazza Takako, sordomuta anche lei. Un giorno arriva la svolta, Shigeru trova una malridotta tavola da surf iniziando così un percorso verso il raggiungimento di un grande obiettivo: vincere la competizione locale di surfisti. Può sembrare banale e fin troppo normale, ma è proprio in questa normalità e anche quotidiana sofferenza che i personaggi di Kitano vincono; l’ostinata voglia di migliorare e vincere di Shigeru e l’affetto e amore carico di profondo rispetto della sua Takako rendono il film, seppur quasi privo di dialoghi, incredibilmente scorrevole e ovviamente il punto cruciale: il mare, un atto d’amore del regista verso quest’ultimo. Non c’è bisogno di inutili parole, è il mare a parlare per tutto il film. Ciliegina sulla torta la soundtrack del maestro Joe Hisaishi.



Ilaria Presutti

Nessun commento :