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12 ago 2013

Sport

La mia esperienza nel ritiro del Bologna ad Andalo

Con il campionato ancora a bocce ferme e il calciomercato in pieno svolgimento, gli argomenti da trattare scarseggiano. Così ho deciso di raccontarvi la mia esperienza
come inviato di Tuttobolognaweb.it presso il ritiro del Bologna nella località trentina di Andalo, insieme ad altri 4 miei colleghi. Un'esperienza che definire fantastica sarebbe riduttivo, visto e considerato quanto mi ha arricchito sia a livello professionale sia a livello umano. Ma andiamo con ordine. Sono stato in Trentino nel periodo compreso dal 19 al 27 luglio, per via di impegni universitari che non mi hanno permesso di seguire i ragazzi rossoblù già da lunedì 15, data di inizio del ritiro. In questi 10 giorni scarsi, ho avuto modo di toccare con mano la professione che sogno. La giornata tipo più o meno si sviluppa così: sveglia alle 8 circa, e già si va alla caccia di notizie sul web. Alle 10, svolte tutte le pratiche, siamo sul campo a seguire la seduta mattutina. C'è chi prende appunti e aggiorna in tempo reale i tifosi sul nostro sito, mentre io e altri 2 ragazzi andiamo in giro a fare le riprese per i contenuti video che ogni giorno (salvo problemi tecnici) abbiamo fornito ai nostri utenti. Attorno a mezzogiorno si torna a casa, nel nostro appartamento a Cavedago (pochi km da Andalo), con una vista della Val di Non da brividi. Giusto il tempo di pranzare e di riposare un pochino, ed è tempo di tornare sul posto per la conferenza stampa delle 16. Senza troppi dubbi, quella della  "press conference" è stata una delle cose più interessanti e costruttive dell'intero periodo andalino, forse anche per il fatto che non ne avevo mai vissuta una. Si sono succeduti nei giorni Pioli, Pazienza, Christodoulopoulos e l'idolo Moscardelli, cui ho avuto il piacere di rivolgere alcune domande, trovando la conferma della sua disponibilità e simpatia. A fine conferenza, chi di noi 5 aveva il compito di fare il pezzo a riguardo, restava in area stampa insieme agli altri giornalisti, mentre gli altri 4 si dividevano come durante la mattina: un paio a seguire le gesta dei calciatori, un altro paio invece, microfono alla mano, si mischiava tra i tifosi per sentire le loro opinioni sui vari temi di giornata (mercato, conferenza, nuovi acquisti, e una domanda su Diamanti che non mancava mai). Terminati gli allenamenti, si poteva rientrare alla base. Ma il lavoro per noi non era mica finito: bisognava preparare i pezzi per la mezzanotte, tra cui il "Diario da Andalo" all'interno del quale abbiamo raccontato a turno le nostre giornate sull'altopiano della Paganella. Nel mentre, si trovava spesso il tempo per un paio di calci al pallone, giusto per soddisfare la nostra sete di calcio derivata da 5 ore di allenamenti/amichevoli vissute da vicino. Espletate tutte le pratiche, non si arrivava mai prima delle 23, quando finalmente potevamo uscire per un giretto nei soliti 2-3 locali di Andalo. Eh sì, non che ci fosse chissà quale movida, ma ciò ci ha permesso di conoscere ugualmente molte persone che poi siamo tornati a salutare prima della partenza. Questa dunque la nostra giornata tipo, che variava solo in caso di amichevoli/giorni di riposo, che sfruttavamo per le faccende domestiche. Vi dicevo all'inizio che è stata una bella avventura. Perché?
Innanzitutto, avere i calciatori e lo staff tecnico a distanza super ravvicinata è stato utile per seguire passo dopo passo, esercizio dopo esercizio, tutto l'evolversi del ritiro e le conseguenti sensazioni che provenivano dal rettangolo verde. In particolare, ho notato quanto mister Pioli sia un maniaco del lavoro, uno che non trascura il minimo particolare e pretende sempre il 105% dai suoi. Altra cosa positiva è stato il potermi confrontare con giornalisti esperti e navigati, dai quali ho cercato di trarre ogni minimo insegnamento per crescere e migliorarmi. Infine, ho compreso quanto sia importante in una squadra l'intesa e l'organizzazione del lavoro per ottenere buoni risultati. Tutto ciò vale per il Bologna, e vale anche per noi di TBW, che solo grazie alla disponibilità di tutti e alla capacità di "fare gruppo" siamo riusciti a fare quanto ci eravamo prefissati, nonostante i mille contrattempi cui siamo andati incontro. Così sabato 27, dopo l'amichevole tra Bologna e Kalloni (serie A greca), ho lasciato Andalo con grande dispiacere e con due certezze: di aver vissuto un'esperienza incredibile che spero di ripetere quanto prima; di dover lavorare sodo e con costanza se voglio arrivare lontano in una casta come quella del giornalismo, dove nessuno ti regala niente. Ma le sfide non mi hanno mai spaventato troppo... Alla prossima amici, e buon proseguimento d'estate!

Luigi Polce






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