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23 apr 2013

Giovani fuori sede


Fiaccolata sui resti di una città invisibile

L’AQUILA – 22.120: è il numero delle persone che trascorreranno il quarto anniversario del terremoto che ha colpito l’Aquila il 6 Aprile 2009 lontani dalla loro casa. Di questi, 15.266 vivono negli alloggi temporanei forniti dallo Stato, le tanto discusse “New Town” fatte costruire all’indomani del sisma contro il volere di buona parte della popolazione. 6.595 sono invece i cittadini che con un contributo di 600 euro a famiglia (per quelle più numerose) hanno trovato una sistemazione autonoma; 143 persone vivono ancora in alberghi e strutture ricettive (15 fuori regione) e 116 sono ospitate nella caserma della Guardia di Finanza.
Come ogni anno, giunge inesorabile il mese di Aprile, il maledetto mese di Aprile. Anche quest’anno decido di partecipare alla fiaccolata, lo devo a chi non è stato fortunato come me. Stando alle stime del Capo di Gabinetto della Questura dell’Aquila, Nicola Zupo, hanno preso parte al corteo in 12.000. La notte aquilana è illuminata dalle fiaccole, c’è un silenzio che gela il cuore, un cammino commovente, l’infinita tristezza si legge negli occhi lucidi della gente. Due ore dedicate non alla memoria, che è di tutti i giorni, bensì al lutto condiviso per le 309 vittime: 308, cui è stato aggiunto simbolicamente, ha ricordato nei giorni scorsi in Senato la Parlamentare aquilana Stefania Pezzopane, il nome di una bambina che quella mattina sarebbe dovuta nascere in ospedale, ma che non è mai nata. 1.600 furono i feriti e 100.000 gli sfollati, tra le vittime mi preme ricordare i 55 universitari fuori sede. La fiaccolata parte intorno alle 22.30 da Via XX settembre, sono con Carla e durante il percorso ci tornano in mente degli aneddoti che riescono a strapparci un timido sorriso. Passiamo davanti la Casa dello Studente, una breve sosta di 10 minuti, grandi momenti di emotività, lacrime a fiumi rigano i volti di molte persone. 8 ragazzi, studenti come me, hanno perso la vita in questo che è diventato il simbolo della tragedia. 
Qualche minuto dopo la mezzanotte l’arrivo a Piazza Duomo che a malapena riesce a contenere la folla. Subito dopo, in un clima di commozione generale, vengono letti i nomi delle 309 vittime…minuti strazianti. Vengono liberati in aria 309 palloncini bianchi, intanto la chiesa delle Anime Sante è già piena e si avvia la veglia di preghiera che si conclude intorno le 3:32 con 309 rintocchi di campana. Un centinaio le persone presenti in piazza, un epilogo che ha generato interrogativi sulle modalità di organizzazione dell’iniziativa che quest’anno ha proposto un percorso diverso e anticipato alle 22 anziché mezzanotte e l’Omelia dell’Arcivescovo Giuseppe Molinari anticipata rispetto al passato.
 Hanno partecipato alla fiaccolata il Sindaco Cialente, la Senatrice Pezzopane, il Ministro per la Coesione Territoriale Barca, il Presidente della Provincia Del Corvo, quello della Regione Chiodi e una trentina di Parlamentari “Grillini” guidati dalla Senatrice aquilana Enza Blundo e dal Capo Gruppo  al Senato Vito Crimi. Troppe scusanti, scaricabarile, nascondigli dei politici in questi anni, gli Aquilani si sentono abbandonati e presi in giro dallo Stato e dalle istituzioni. Il ministro Barca, incaricato dal governo Monti per la ricostruzione del cratere sismico, ha più volte sostenuto la presenza di fondi certi da impiegare.

L’annunciato avvio dei lavori previsto per il 21 Marzo si è rivelato soltanto l’ennesima promessa non mantenuta. Nell’ultima visita a l’Aquila, il ministro ha affermato che il comune ha finalmente stilato un cronoprogramma per la ricostruzione del centro storico e non solo. La modalità di finanziamento avverrà a flusso continuo o tramite la reintroduzone della Cassa Depositi e Prestiti? E soprattutto, ci sono i 10 miliardi necessari? Il sindaco Massimo Cialente, piuttosto che esprimersi in merito, afferma che in caso di mancata erogazione dei fondi, l’Aquila rinuncerà al tricolore, manderà via il Prefetto e si proclamerà Repubblica Indipendente, lasciando basiti gli stessi aquilani. C’è un gran caos nel capoluogo e la gente è stufa di assistere a questi teatrini. 
Davanti l’Auditorium del castello, un piccolo gruppo di cittadini ha contestato la Parlamentare Paola Pelino, piccoli segnali di rivolta popolare? Cialente intanto appare pessimista: «Questo è l’anniversario più brutto perché si è persa la speranza. Le responsabilità dell’amministrazione comunale nei ritardi della mancata ricostruzione? Non aver messo le bombe! La città sta mollando, vivere qui è impossibile, nel 2016 non ci saranno neanche 40.000 abitanti, per evitare questo, l’Aquila va ricostruita in 5 anni; servono ancora 7 miliardi di euro». Parole molto dure quelle di Chiodi, ex commissario alla ricostruzione che attacca Cialente e la “casta” di 3 personaggi che sarebbero i veri artefici dell’attuale situazione di stallo. Molto fiducioso il Ministro Barca che afferma: «Arriveranno 5 miliardi. Uno sarà affidato entro fine anno, ora c’è depressione, ma presto girerà molto denaro».
In questo caos istituzionale decido di tornare a casa subito dopo la mezzanotte, voglio attendere le 3.32 solo, come quattro anni fa per sfidare le paure e le ansie, superarle e andare avanti. Sono le 3.32 su Facebook scrivo: “ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare”…dopo qualche minuto riesco a dormire con la speranza che tutto torni come prima e con la consapevolezza che dopo quattro anni ho vinto questa paura.

Fabio Presutti

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