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18 dic 2012

Politica



I Giovani e la politica…locale

C’è davvero disinteresse da parte dei ragazzi alla gestione della cosa pubblica? O è semplice disaffezione dovuta a pratiche limacciose e bizantinismi? I giovani sono menefreghisti o desiderano non avere a che fare con una classe dirigente da basso impero?
Mattia Tedeschi, 21 anni, candidato alla carica di segretario della sezione locale del P.D. , pensa che ‘’ i giovani  hanno una gran voglia di dire la propria ma questo viene impedito a molti. Sicuramente alcuni non vogliono partecipare fattivamente  ma la maggioranza, coloro che vogliono farlo, si trova davanti una chiusura totale della classe politica dettata dalla sete di potere, dalla voglia di decidere escludendo, dalla distanza con i problemi reali e dall’attaccamento interessato alla poltrona. Sicuramente non è l’anagrafe a fare buona politica o buona amministrazione ma va tenuta in considerazione insieme  all’interesse per la cosa pubblica, alle capacità di una persona e alla sua fedina penale. Sono molto contento di Pratola che, oltre ad essere un modello di partecipazione, è anche  un esempio di apertura ad una visione della politica e dell’amministrazione nuova, giovane e dinamica ”.
Antonio Di Nino, 28 anni, consigliere di opposizione al Comune di Pratola Peligna, nota che ‘’nelle ultime elezioni comunali a Pratola si è verificata una grande partecipazione dei giovani alla politica’’ e crede che questo sia potuto accadere perché, a livello comunale, chi fa politica è più vicino ai cittadini.
Infine imputa la colpa della lontananza dei giovani dalla politica a livello comunale ad alcuni politici che attualmente rappresentano le istituzioni.
E’ indubbio che l’attuale situazione italiana porti all’allontanamento dalla politica. Questo avviene tanto più fra chi, per età, è più avvezzo agli ideali e più incline all’impulsività. Inoltre, in molti hanno individuato come uno dei problemi del Bel Paese  lo scarso, per non dire nullo, ricambio generazionale delle classe dirigente.
Vista così, la situazione italiana sarebbe senza alcun futuro. Ma come diceva qualcuno, l’ottimismo è il sale della vita, allora proviamo ad essere ottimisti e cerchiamo fattori che ci diano speranza.
Non andiamo lontano, cerchiamoli da noi. Già nella tanto biasimata Valle, che in alcune sue realtà può vantare dei buoni esempi, per ciò che riguarda il ringiovanimento delle amministrazioni.
Pratola, fresca di rinnovo del Consiglio Comunale, non conta fra i membri dello stesso, qualcuno che abbia compiuto più di 52 anni. Sembreranno molti ma, a fronte di ciò che succede un po’ dappertutto in Italia, fanno di chi li ha compiuti, un ‘’ragazzino’’. Tutti gli altri hanno età che si aggirano intorno ai trenta e ai quaranta; addirittura due non sono neanche trentenni.
Ma è l’abbassamento dell’età media di tutti i candidati alla carica di consigliere che ha dato maggiori possibilità di relazionarsi con essi e speranza di poter esprimere le proprie idee per il futuro  a tanti ragazzi di Pratola che si sono cimentati, forse, nella loro prima esperienza politica.
Questo non può che rappresentare un segnale positivo. Il coinvolgimento dei giovani è stato visto dai paesi limitrofi soprattutto come esempio da seguire; anche, come era auspicabile, a Sulmona, ormai prossima alle elezioni.
Purtroppo però non è tutto rose e fiori. L’esperienza di chi scrive e di altri, ha portato alla luce che il problema principale, riscontrato da chi voleva coinvolgere i giovani, è stato quello di trovarne di disposti alla candidatura. La visione della politica come di una cosa sporca, legata più al malaffare che al bene pubblico, ha fatto sì che numerosi genitori impedissero la candidatura dei propri figli. Per fortuna, forse una nuova coscienza civica sta nascendo e tanti ragazzi hanno partecipato alla passata campagna elettorale con l’idea che non è la politica ad essere sporca, ma chi la fa…spesso.
Questo rappresenta un passo avanti, ma non basta ovviamente; soprattutto perché l’impegno civico e sociale non può limitarsi al periodo pre-elezioni. Comunque si è partiti e, se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, non c’è che da essere contenti per il futuro…almeno per la nostra ‘’isola felice’’ (c’è tanta ironia…).
Infine,  è bene lasciarvi con un’ultima riflessione: se è vero che per il progresso della società c’è bisogno di idee e forze giovani, a volte non si possono accantonare fanaticamente gli anziani o i più grandi, ma si deve far tesoro della loro saggezza e della loro esperienza. Magari non di quelle di tutti, ma di quelle di qualcuno sì.

Piergiuseppe Liberatore

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