La valle
peligna, si sa, è un territorio assai strano, con molte potenzialità lasciate
perire, con una vasta superficie ma tanti paesi a sé stanti, con prodotti tipici
messi in risalto solo nelle sagre paesane.
Quello che
finora è mancato, nella valle come in italia, è la visione d’insieme e il fare
squadra. È mancata la capacità di avanzare una proposta unica, accontentando
tutti proporzionalmente.
Basti pensare,
per esempio, ai FAS: i comuni avrebbero dovuto semplicemente presentare un
progetto su come spendere svariati milioni di euro stanziati dalla regione per
portare un po’ di ossigeno in questa valle che non ne ha più. A poco dalla
scadenza dei termini, ancora un nulla di fatto. Basti pensare al tribunale: la
battaglia in sua difesa avrebbe dovuto unire tutti i comuni e tutte le varie
categorie ma ha messo in mostra profonde spaccature sociali. Un fondamentale
presidio di legalità che fa solo bene al territorio trasformato in uno scontro
tra categorie. Basti pensare al movimento “ripensiamo il territorio” che da
anni porta avanti l’idea di riorganizzare i peligni rendendoli più forti; tante
le adesioni di partiti, forze sociali e varie sigle, soprattutto durante le
votazioni, ma pochi i passi avanti. Basti pensare a Sulmona che dovrebbe essere
il paese guida della nostra valle, dilaniata dal quinquennio federico e, ora,
dal blocco dell’amministrazione, complice un peddì medioevale. Basti pensare
alle regionali e alla valle che si presenta senza una candidatura forte. Qualcuno spesso dice che la colpa sia della
politica ma ogni popolo ha i rappresentanti che merita, anche a livello locale.
Tanti under 40
sono costretti ad emigrare, e molti lo faranno, non riuscendo a intravedere un
futuro all’orizzonte; sia chi avrebbe solo voluto una vita tranquilla a pratola,
sulmona, raiano, sia chi, in questo territorio, avrebbe voluto investire la propria
vita e i propri interessi. La valle
peligna lentamente si sta svuotando di persone e di speranza, cerchiamo di non
essere complici di tutto ciò.
Mattia Tedeschi