A
prenderla male crea prurito e bruciore, ma se ben trattata, può rivelarsi un
ottimo toccasana e un saporito primo piatto.
Il
naso si storce non appena la si sente nominare poiché, sicuramente, a ciascuno
di noi non ha lasciato dei bellissimi ricordi, eppure questa rustica piantina è
una delle più efficaci ed utilizzate sia a scopi alimentari, sia a scopi
curativi. La fitta peluria urticante che la ricopre difende le sue numerose
doti benefiche, alle quali si aggiunge una sorprendente bontà nel piatto.
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Nome scientifico: Urtica dioica
Il nome stesso della pianta, sta ad indicare
il rischio che si corre, quando ci si avvicina troppo a qualunque parte di essa,
anche solo ad un contatto superficiale. Non tutti però sanno che esistono
numerose specie di questa pianta, diffusa ovunque, fino a circa 2500 metri
d’altitudine, e soprattutto in terreni ricchi di sostanza organica, in quanto è
“ghiotta” di azoto. L’urtica dioica e
urtica urens sono le più importanti,
molto apprezzate ed utilizzate entrambe per le loro proprietà dovute ad
un’incredibile ricchezza di sostanze : vitamina C, clorofilla, sali minerali,
carotene, acido formico, acido gallico, acido folico, tannino. Potremmo
considerare questa pianta, una piccola farmacia vegetale, con doti emostatiche,
antireumatiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici e antiflogistiche.
Per usufruire
delle sue virtù, si potrebbe ricorrere al decotto, all’infuso oppure
utilizzarla come sciroppo, ma anche un semplice succo fresco sarebbe molto
efficace come disintossicante, depuratore e tonico dell’organismo, aiutando
l’eliminazione degli acidi urici in eccesso. Ma non finisce qui, l’ortica è
considerata miracolosa anche per la sua efficacia nel rinforzare il cuoio
capelluto prevenendo la perdita dei capelli e combattendo seborrea, forfora,
acne ed eczema, anche quando interessano la pelle, soprattutto quella grassa.
Non dimentichiamo le caratteristiche che può riservare questa pianta nel mondo
della cucina. Previa bollitura, l’ortica entra con effetti inaspettati in
minestre, risotti o frittate.
Cenni storici
In
riferimento proprio ai suoi peli urticanti, il nome deriva dal latino “urere”
che vuol dire bruciare. Da questa sua caratteristica, sono sorte molte credenze
popolari, come quella molto diffusa di
gettare una pianta di ortica nel focolare per allontanare i fulmini. Esiste
addirittura un’altra credenza che attribuisce a questa pianta la capacità di
allontanare energie negative e malefiche. Ai tempi degli antichi Greci e tra i
Romani, si credeva che il suo succo fosse un potente antidoto contro il veleno
dei serpenti e degli scorpioni, inoltre,si usava strofinare con gli steli
urticanti della pianta, le zone del corpo colpite da dolori reumatici per
stimolare risultati benefici. Nel corso della storia, nel Medioevo, veniva
usata come strumento per la flagellazione dei monaci, intrecciata ed arrotolata,
lasciando libera solo la parte finale, quella delle foglie. Castore Durante,
nel suo “ Herbario Nuovo” (1585), dopo aver detto: “ E’
così notissima pianta l’ortica, che si conosce da ciascuno fino nella notte
oscura”,
elencò una vastissima quantità di “virtù
dentro” e di “virtù di fuori”.
La fibra invece, ricavata dal fusto della pianta, veniva usata per il
confezionamento di tessuti in quanto molto resistente e facile da lavorare. In
Babilonia, questa pianta veniva mangiata perché considerata fonte di saggezza. Dalla pianta, in Germania
si ricavavano anche delle fibre tessili usate in Europa durante la prima Guerra
Mondiale ed ancora oggi, in Asia settentrionale, dall’ortica si ricava un
tessuto, definito indistruttibile.
Curiosità
Il
vivissimo colore dell’ortica sta ad indicare la presenza di clorofilla. Una
proprietà molto rara, simile però a quella della camomilla, è che stimola la produzione
di oli essenziali nelle piante che la circondano, ad esempio l’olio essenziale
nella pianta della menta. Lasciata macerare in acqua diventa un potente
insetticida se spruzzato sulle piante, specialmente quelle fiorite. Grazie alla
sua attività digestiva, dovuta ad una piccola presenza di creatina, un ormone prodotto da alcune cellule del nostro
intestino, che stimola la secrezione del succo pancreatico e la motilità dello
stomaco e della cistifellea, l’ortica facilita così la digestione e migliora la
capacità di assimilare cibi.
Infuso all’ortica
1
cucchiaio raso di foglie di ortica, 1 tazza d’acqua.
Versare
l’ortica nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprite e lasciate in
infusione per 10 minuti. Filtrare l’infuso e berlo lontano dai pasti per
usufruire dell’azione remineralizzante, antianemica, depurativa e diuretica.
Non
è una pianta dall’aspetto maestoso, non si rimane a bocca aperta nel guardarla,
eppure l’ortica riesce a sbalordirci con
altre virtù .
… “
L’essenziale è invisibile agli occhi”.
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